La vicenda politico-diplomatica

Caso Salis, Tajani: "Farne un caso politico non la aiuta, migliorate le sue condizioni detentive"

L’informativa urgente del ministro degli Esteri, in Aula alla Camera, che aggiunge: "L'idea di chiedere i domiciliari a Budapest è condivisa dal legale ungherese. Per il governo conta sempre la tutela della dignità"

Caso Salis, Tajani: "Farne un caso politico non la aiuta, migliorate le sue condizioni detentive"
LaPresse
Informativa urgente del Governo sulla vicenda di Ilaria Salis, l'intervento del ministro Tajani

“L'Italia è la culla del diritto e l'azione del governo è sempre orientata al rispetto e dalla tutela del diritto nazionale, internazionale e comunitario” chiarisce subito il vicepremier, e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, alla Camera per l'informativa urgente del governo sulla vicenda di Ilaria Salis. “Il garantismo ispira il mio e il nostro agire per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei detenuti, pregiudicati o incensurati, in attesa di giudizio o condannati: per noi, ciò che conta è sempre la tutela della dignità della persona” ha aggiunto Tajani.

Il titolare della Farnesina ha poi comunicato che le condizioni di detenzione di Ilaria Salis sono “in netto miglioramento”, anche grazie ai ripetuti interventi dell'ambasciata italiana. Ma che, se le fossero concessi i domiciliari, non potrebbe stare in ambasciata per ragioni di sicurezza. Ma soprattutto, chiede il vicepremier, “evitiamo di trasformare una questione giudiziaria - regolata da norme nazionali ed europee ben definite - in un caso politico. Che regala sicuramente titoloni sui giornali, ma non fa il bene della signora Salis”.

Tajani, in una lunga ricostruzione puntuale delle comunicazioni intercorse tra la detenuta e l'ambasciata, ripercorre le condizioni iniziali di detenzioni e i miglioramenti ottenuti volta per volta, in seguito all'intervento dell'Ambasciata: l'ottenimento della possibilità di comunicare con l'esterno, dapprima negata, il cambio di cella dopo la segnalazione di una non corretta areazione, la necessità di seguire una dieta specifica prescritta a Ilaria Salis dal medico.

"La vicenda della signora Ilaria Salis rientra tra gli oltre 2.400 casi di connazionali detenuti all'estero. Per ognuno di essi, indipendentemente dal merito della loro situazione giudiziaria, ci adoperiamo per fornire assistenza e garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali. Così abbiamo fatto, fin dal primo giorno, per il caso Salis, ben prima che diventasse oggetto di polemiche politiche" ha affermato il ministro degli Esteri.

Il 22 gennaio 2024, in occasione del Consiglio Affari Esteri dell'Unione Europea, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sollevato il caso di Ilaria Salis con l'omologo ungherese, sottolineando che "la Signora Salis lamentava di avere difficoltà nell'accesso agli atti processuali tradotti e ai video prodotti come prova a suo carico". "Ho ricordato che la detenuta era stata lungamente sottoposta ad un regime di custodia cautelare che ne aveva limitato fortemente le possibilità d'interazione con l'esterno. E ho sottolineato che il Governo italiano esige il rispetto dei diritti e delle garanzie previste dalle norme europee, in sintonia con la nostra civiltà giuridica", ha detto Tajani. "Ho inoltre sottolineato l'auspicio di una revisione del regime di custodia cautelare, concedendo alla detenuta misure alternative. A tal fine, ho consegnato al Ministro ungherese un documento scritto", ha aggiunto.

Il ministro ha poi riferito che "La prossima udienza" sul caso di Ilaria Salis, in arresto in Ungheria, "è stata calendarizzata per il 24 maggio e in tale occasione sarà chiamata a testimoniare anche la parte lesa"

"Le immagini della prima udienza processuale del 29 gennaio" sul caso di Ilaria Salis, "con l'imputata condotta in Aula in catene, hanno giustamente colpito tutti noi, ma dal momento che è pratica purtroppo comune e prevista dalla normativa locale nel caso di reati più gravi connessi a violenza, lo stesso avvocato ungherese della detenuta non aveva mai incentrato su questo specifico aspetto una richiesta d'intervento da parte dell'Ambasciata" ha precisato il vicepremier. "L'esibizione delle catene in Aula dell'imputata, con le immagini trasmesse in televisione, ha avuto un forte impatto", ha aggiunto Tajani, ricordando che "essa non appare in linea con lo spirito delle norme europee".

Dopo l'intervento di Tajani si è svolto un acceso dibattito. Più volte deve infatti intervenire la presidente di turno, Anna Ascani (Pd), per richiamare all'ordine gli intervenuti per la foga in quello che diventa uno scontro tra maggioranza e opposizione. Molte le contestazioni sul filo del Regolamento nella serie di botta e risposta che portano i deputati a rivolgersi, a seconda dei casi, al ministro o ad altri parlamentari. 

"Un recluso in un paese straniero vede fatalmente compresso il diritto alla difesa e vive moltiplicata la condizione di vulnerabilità - ha detto il deputato Pd, già Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, oltre alle pareti fisiche ci sono quelle dell' estraneità al contesto, della lingua, della distanza dalla propria famiglia. Nonostante ci fossero tutte le ragioni per manifestare attenzione e per far sentire la presenza del nostro Paese - ha sottolineato l'ex ministro dem - nessuna azione  concreta o simbolica si è registrata. E quest'ignavia, signor ministro, si è trascinata sino a questi giorni ed è proseguita in queste ore. Lei, Ministro Tajani, ha citato Cesare Beccaria ma mi sembra che sul vostro vessillo abbiate messo Don Abbondio".

Dopo Orlando all'attacco anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra e co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli che ha accusato Tajani di essere stato pavido, per la paura di un paese che in tema di diritti e del rapporto politica-giustizia è stato ampiamente sanzionato dall’Europa e dalla Corte di giustizia.

"Abbiamo apprezzato l'intervento del Ministro Tajani, che, nell'indifferenza del Ministero della Giustizia, si è impegnato attivamente", ha detto Enrico Costa, deputato di Azione.