Operazione "Ultimo brindisi" a Catania

Scoperta evasione dell'Iva sulle bevande per 30 milioni: 10 arresti e sequestri a 17 società

Un gruppo criminale, che avrebbe illecitamente commercializzato bevande nel territorio nazionale, è stato smantellato dalla Guardia di finanza di Catania

Scoperta evasione dell'Iva sulle bevande per 30 milioni: 10 arresti e sequestri a 17 società
GdF
Frode fiscale da 30 milioni all'ombra di Cosa Nostra, "Ultimo brindisi"

Evasione dell'Iva per 30 milioni di euro: dieci persone sono state arrestate e sono stati sequestrati beni a 17 diverse società. Capo dell’associazione per delinquere sarebbe risultato un incensurato, classe 1983, figlio di un esponente del clan mafioso “Santapaola”, attualmente ristretto al regime detentivo del 41 bis nel carcere di Sulmona.

I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di finanza di Catania hanno dato esecuzione, con il supporto di altri Reparti del Corpo, a un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 30 indagati, con cui il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 10 persone (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari), gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla evasione e frode fiscale e a condotte plurime di bancarotta.

Nei confronti di altre 17 persone, tutte indagate, sono state disposte misure cautelari interdittive con il divieto di esercitare l’attività d’impresa, nonché il ruolo di rivestire uffici e funzioni direttive o amministrative presso società di persone o di capitali, anche per interposta persona, per la durata di un anno; il sequestro preventivo, nella forma diretta, di somme di denaro nella titolarità di 17 società di capitali e di 25 indagati. 

L’operazione di servizio denominata “Ultimo Brindisi” ha riguardato un articolato gruppo criminale che avrebbe illecitamente commercializzato bevande nel territorio nazionale in evasione dell’Iva. Le investigazioni, durate circa due anni, sono state eseguite attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, richieste di mutua assistenza e cooperazione amministrativa, indagini finanziarie e patrimoniali nei confronti di imprese in fallimento. Il gruppo criminale - con base operativa e decisionale presso un deposito di Belpasso (CT) -  ha realizzato, negli anni, un volume d’affari superiore a cento milioni di euro, frodando il Fisco per oltre 30 milioni di euro.

L’indagine ha permesso di individuare un’organizzazione strutturata su scala piramidale che, celandosi dietro teste di legno, gestiva, di fatto, imprese cartiere (missing trader) e interposte (buffer), attraverso cui hanno realizzato l’imponente evasione dell’Iva. Le società cartiere servivano a utilizzare e a emettere fatture per operazioni inesistenti nella commercializzazione di bevande che, grazie all’evasione d’imposta, potevano essere vendute a prezzi altamente concorrenziali. 

Profitti illeciti pari a quasi 600 mila euro sono stati realizzati anche attraverso crediti d’imposta inesistenti, artificiosamente creati attraverso falsi corsi di formazione, per il personale dipendente di alcune imprese facenti capo al gruppo criminale.