“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù” ma non al Bbfc. La voce soave di Julie Andrews che coinvolge nel profondo spettatori e - nel film - i bambini che accudirà, i colori pastello e la grande fiaba che ha affascinato generazioni sarà vietata ai minori di 12 anni. Sembra incredibile ma è vero: a deciderlo, il British Board of Film Classification (Bbfc), che a ben 60 anni dalla uscita della pellicola in tutte le sale mondiali, ha inasprito la classificazione per età di "Mary Poppins" con la motivazione che "contiene un linguaggio discriminatorio", e quindi sconsiglia di far vedere ai bambini il film da soli. Ma invece con gli adulti accanto.
E' troppo aver usato (così verga, severo, il Board britannico) il termine "ottentotti": che all'epoca - quando ancora regnava la Regina Elisabetta ed i Beatles avevano appena lasciato Liverpool - era usato dagli europei bianchi per indicare i popoli nomadi dell'Africa meridionale, nella pellicola usato per riferirsi agli spazzacamini con la faccia sporca di fuliggine.
"Incriminata" la figura dell'ammiraglio Boom
Nel film l'ammiraglio Boom, veterano della Marina che pensa di essere ancora al comando di una nave, usa la parola incriminata due volte. Il film del 1964 diretto dal regista Robert Stevenson è stato dunque riclassificato da "U", che sta per "universal" (per tutti) a "PG", per "parental guidance" (con la presenza di un adulto per un minore di 12 anni).
Il film è ambientato a Londra nel 1910 e segue una tata magica che si prende cura dei bambini di una famiglia con l'aiuto di Bert, uno spazzacamino ambulante interpretato da Dick Van Dyke. Nel 1965 vinse cinque Oscar, tra cui quello per la migliore attrice e la migliore canzone.
Mary "Supera le nostre linee guida per il linguaggio accettabile"
"Sebbene Mary Poppins abbia un contesto storico, l'uso di un linguaggio discriminatorio non è condannato - così alle agenzie di stampa un portavoce del British Board of Film Classification - e in definitiva - conclude - supera le nostre linee guida per il linguaggio accettabile in "U".
"Abbiamo quindi classificato il film PG per il linguaggio discriminatorio".