L’ evento

8 marzo, “Come un’Onda, contro la violenza sulle donne”

La campagna nazionale di Rai Radio1 in collaborazione con l'Università Luiss per dire basta alla violenza di genere con un'attenzione particolare alle scuole e alle giovani generazioni

8 marzo, “Come un’Onda, contro la violenza sulle donne”
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Violenza di genere

Un evento sul territorio lungo un anno per promuovere i valori e i diritti delle donne. Una campagna nazionale di Rai Radio1, con un'attenzione particolare alle scuole e alle giovani generazioni, in collaborazione con l'Università Luiss di Roma. E' questo l'obiettivo della maratona intitolata "Come un'Onda, Contro La violenza sulle Donne", iniziata questa mattina alle ore 9.00 presso l'Ateneo intitolato a Guido Carli, impegnato per tutta la settimana in un 8 marzo diffuso: una serie di lezioni ed incontri aperti al pubblico esterno.  

L'iniziativa è stata presentata al Campus Luiss a Roma davanti a una platea di oltre 130 studenti di cinque diverse scuole romane e altri due istituti, in collegamento. La maratona parte proprio dall'Ateneo intitolato a Guido Carli che sarà impegnato per tutta la settimana in un 8 marzo diffuso: una serie di lezioni e incontri aperti anche al pubblico esterno.     

Una giornata per guardare ai problemi e alle contraddizioni di quella che è un'emergenza sociale, accendendo però, un faro anche su tutto ciò che istituzioni e associazioni possono fare affinché le donne non si sentano sole.  L'incontro può essere seguito anche in video streaming su RaiPlay, la diretta video è ripresa dai canali social Rai Radio1 e i programmi RaiRadio1. Il Gr parlamento riproporrà i lavori nei giorni successivi all'iniziativa. 

Nel corso della mattinata è stato mandato in onda il messaggio del Papa (già pubblicato il 27 ottobre del 2023 per la campagna nazionale contro la violenza sulle donne) nel quale il Pontefice sottolineava che "la violenza sulle donne è una velenosa gramigna che affligge la nostra società e che va eliminata dalle radici. E queste radici sono culturali e mentali, crescono nel terreno del pregiudizio, del possesso, dell'ingiustizia" ricordando che "in troppi luoghi e troppe situazioni le donne sono messe in secondo piano, sono considerate 'inferiori', come oggetti" e mettendo in evidenza che "purtroppo su questo i mass-media giocano ancora un ruolo ambiguo".

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violenza sulle donne

Il tema non si deve celebrare in un giorno

Paola Severino, presidente Luiss School of Law, ha sottolineato l'importanza di "un 8 marzo diffuso perchè il tema non si deve celebrare in un giorno, che è sicuramente importante perchè in tutto il mondo viene riconosciuto come le giornata delle donne, ma i diritti delle donne e la parità di genere devono essere celebrati tutti i giorni". 

Severino, già ministra della Giustizia, rivolgendosi ai giovani studenti presenti, ha chiesto quindi: "Che tipo di formazione dobbiamo dare per evitare che al primo no importante che ricevete, voi uomini, possiate reagire con una violenza inaudita? Se ne discutete tra di voi, tirerete fuori qualcosa di importante. Questa - ha proseguito - è una maratona in rosa ma anche in celeste perchè se non se ne parla tra uomini e donne non si arriverà mai a una soluzione. E il rispetto reciproco è la base del vivere sociale".

La preside della Luiss School of Law ha aggiunto: "Noi donne ci vestiamo in rosa, non abbiamo timore di dimostrare le nostre debolezze. Sarebbe bello avere una maratona in azzurro, simbolo di un dialogo che deve partire da voi giovani del liceo, e non dobbiamo aver paura di parlarne, non dobbiamo soffocare le voci, bisogna ascoltarle. Questa deve diventare un'onda lunga" ha concluso. 

Francesco Pionati, direttore di Rai Radio1, ha invitato a "non limitarsi a giorni simbolo, che tuttavia vengono mantenuti, ma se festeggiamo solo l'8 marzo o il 25 novembre non basta, noi dobbiamo andare oltre gli schemi e ampliare il più possibile la platea di ascolto. Sappiate - ha sostenuto - di poter contare sulla Rai per portare avanti questa rivoluzione culturale che non sara' breve e non sarà facile, perchè fare passi avanti è più faticoso e lungo rispetto a fare passi indietro, ma io ci credo".    

"Per superare la violenza di genere ognuno deve fare la propria parte - ha aggiunto Pionati - dalla scuola per la parte educativa alla magistratura per quella repressiva. Per quanto riguarda noi della Rai l'obiettivo è amplificare i messaggi positivi e creare una discussione che arrivi a ogni livello" in modo da "far germogliare nuove idee e nuovi valori. Noi porteremo avanti questa iniziativa lunga un anno, andremo dove i problemi sono piu' profondi e difficili da risolvere". 

Roberto Natale, direttore Rai per la Sostenibilità, ha evidenziato che "sostenibilità non significa solo ambiente ma anche parlare di diritti, e fondamentale è il diritto alla vita". Quindi, ha voluto ricordare "tutto quello che la Rai fa per questo tema" da programmi come 'Amore criminale' o 'Sopravvissute' che hanno un effetto anche sulle denunce e sulle telefonate al 1522, il numero antiviolenza e antistalking, alle fiction che vedono donne importanti come protagoniste.

"Conta entrare nell'immaginario - ha osservato Natale - ieri su Rai1 la fiction 'Margherita delle stelle' dedicata alla Hack; e poi ci sono 'L'amica geniale', straordinaria storia di emancipazione femminile basata sulla cultura; Imma Tataranni, donna che fa la magistrata, Lolita, Blanca, la Storia da Elsa Morante. La prossima settimana avremo la fiction sulla poetessa Alda Merini. E tutto questo - ha sottolineato - mentre di là va in onda il Grande fratello, l'Isola dei famosi o Temptation Island... a chi vi dice che non c'e' differenza tra il servizio pubblico e le altre tv, vi prego di rispondere che la differenza è chiara e nettissima" ha voluto rivendicare. Anche il contratto sul servizio pubblico ha tra gli articoli fondamentali quello sulla parità di genere e sulla sostenibilità. Io credo - ha concluso - che questo cambiamento la Rai lo stia facendo, ma non basta mai. Quindi diamo disponibilità a tornare qui tra un anno per rispondere a voi".    

Donne violenza tgr
Donne violenza

Violenza e gender gap

Nel corso della mattinata è intervenuta anche Alessandra Costante, segretaria della Federazione nazionale della stampa. 

"Io non ho mai fatto della declinazione al femminile un totem, perché importante è avere il ruolo e agire il ruolo fino in fondo, a costo di difenderlo con i denti, perché nessuno regala nulla e il sindacato dei giornalisti è tanto quanto maschile e patriarcale come qualsiasi altra istituzione della nostra società". Quindi, ha raccontato: "Quando, appena eletta, mi hanno chiesto come volevo essere chiamata, se segretario o segretaria, non ho avuto dubbi perché venivamo da settimane di dibattiti sulla premier Meloni che vuole essere definita 'il presidente del Consiglio', e allora ho detto segretaria, perché è un atto politico". 

Costante ha sottolineato che "le donne fanno fatica ad affermarsi, più degli uomini, e una donna che vuole gestire il proprio ruolo, non ha molti aiuti". Ha ricordato il gender gap: "Nel mondo del lavoro, in paesi industrializzati, il 95% di occupati sono uomini tra i 25 e i 54 anni, la percentuale delle donne e' del 52%. In Italia, la percentuale delle donne occupate è del 40% contro l'81% della Svezia. Questo significa che le donne faticano quando mettono su famiglia e mi chiedo, quanto dobbiamo sacrificare della nostra vita, della nostra aspirazione, dei nostri studi? Perché le donne sono migliori, lo dicono i dati: il 62% dei laureati sono donne e con medie più alte rispetto a quelle degli uomini, ma poi nel mondo del lavoro, specie nel settore privato, la differenza di retribuzione è elevata, è di 8mila euro all'anno. Sapete perché? Perché almeno il 50% delle donne ha dovuto chiedere il part time per fare lavori di cura e assistenza alla famiglia, cose che a un uomo non sono richiesti".

Quindi, ha proseguito: "La violenza sulle donne comincia in famiglia e purtroppo le madri sono responsabili, mi dispiace se dico una cosa politicamente scorretta, ma quando ti dicono a te figlia di non dare uno scappellotto a tuo fratello, ti dicono che sei una brava donnina che apparecchi la tavola, che ti sposerai e farai una famiglia, ecco, questo è un approccio familiare patriarcale. Lo fanno le madri inconsapevolmente e tutto questo ha forti ripercussioni sulla società. Questo paese - ha concluso la segretaria della Fnsi - non è ancora abituato, non è ancora 'settato' per dare alle donne la stessa possibilità di lavoro e di carriera degli uomini".