Fu incriminato nel grande processo contro il gruppo militante afroamericano

Addio a Lee Berry. Una delle 21 Pantere Nere muore, all'età di 78 anni, a causa di lesione cerebrale

La vicenda giudiziaria del gruppo militante afroamericano a cui apparteneva ispirò la festa nella residenza newyorkese del compositore Leonard Bernstein, poi satireggiata da Tom Wolfe nel suo celebre pamphlet "Radical Chic"

Addio a Lee Berry. Una delle 21 Pantere Nere muore, all'età di 78 anni, a causa di lesione cerebrale
contrasto
Lee Berry, ispiratore di "radical chic"

Addio a Lee Berry, membro del Black Panther Party (movimento rivoluzionario afroamericano, fondato nell’ottobre 1966 ad Oakland) che fu incriminato nel più grande processo intentato contro il gruppo militante interprete della ribellione degli Afroamericani e influenzato dal marxismo e da intellettuali come Malcolm X.

Berry è morto il 7 marzo, in un ospedale vicino alla sua casa di Laurel, nel Maryland, all'età di 78 anni. La causa del decesso, come ha annunciato oggi la figlia Afeni Berry al "New York Times", è stata una lesione cerebrale anossica.

Lee Berry era dunque una delle 21 Pantere Nere (19 uomini e 2 donne) accusate, nell'aprile 1969, di aver complottato per far saltare in aria i grandi magazzini di Midtown Manhattan, le stazioni di polizia e il giardino botanico di New York nel Bronx, e la sua vicenda contribuì a ispirare una delle più famigerate riunioni dell'alta società di New York: una festa per raccogliere fondi a sostegno del gruppo rivoluzionario delle Pantere Nere, a casa del compositore e direttore d'orchestra Leonard Bernstein. Serata che fu poi oggetto della satira dello scrittore americano Tom Wolfe (autore de “Il falò delle vanità”) nel pamphlet  "Radical chic", pubblicato come articolo nel giugno 1970 sul New York Magazine.

locandina di Radical Chic contrasto
locandina di Radical Chic

Nel lunghissimo testo, Wolfe faceva un resoconto del ricevimento che Felicia Bernstein, moglie del compositore e direttore d’orchestra, aveva organizzato per raccogliere i fondi. La festa si era svolta a casa Bernstein: un attico su Park Avenue, a Manhattan, dove erano presenti molte personalità che provenivano dal mondo della cultura e dello spettacolo a cui i camerieri in livrea (bianchi, per non offendere gli ospiti neri) servivano cibi pregiati. 

Da questo racconto, il conio del termine “radical chic” per definire persone che dichiarano di essere di sinistra ma che hanno uno stile di vita che comunemente non attribuirebbe a persone di sinistra.

Dal testo: 

“…il Radical Chic: sin dall’inizio non ebbe alcun senso discutere della sincerità del Radical Chic. Era fuor di dubbio che il primo impulso, […] fosse sincero. Ma, come accade per molti sforzi umani che si concentrano su un ideale, sembrava che il pensiero avanzasse su una sorta di doppia pista […] : un sincero interesse per i poveri e bisognosi […] e una sincera rabbia rispetto alla discriminazione […] e un sincero interesse a che la Società newyorkese mantenesse lo stile di vita proprio dell’East Side. E tale preoccupazione è sincera tanto quanto la prima, ed è profonda tanto quanto la prima  […] ”.