La rete del boss di mafia

Al servizio di Messina Denaro, arrestati 3 insospettabili: l'architetto, il radiologo, l'operaio

Nuovo colpo alla rete che ha protetto Denaro durante la latitanza: i Carabinieri del Ros arrestano per associazione mafiosa l'architetto Massimo Gentile, il radiologo Cosimo Leone e per concorso esterno in associazione mafiosa Leonardo Gulotta

Al servizio di Messina Denaro, arrestati 3 insospettabili: l'architetto, il radiologo, l'operaio
GettyImages/Crabinieri
Matteo Messina Denaro

“Nel 2014, in piena latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro girava per Palermo, acquistando, sotto falsa identità auto, e andando persino in banca”, è quanto emerge dall'ultima operazione della Dda di Palermo.

Continuano le operazioni seguite all'arresto dell'ex boss della mafia Matteo Messina Denaro, a distanza di più di un anno dall'arresto - era il 16 gennaio del 2023 - dopo 30 anni di latitanza, i Carabinieri del Ros identificano fiancheggiatori, "supporter", coloro che lavoravano nella rete del capo mafia, morto lo scorso Settembre del 2023 in ospedale per tumore.

I militari hanno arrestato per associazione mafiosa l'architetto Massimo Gentile e il tecnico radiologo dell'ospedale di Mazzara del Vallo Cosimo Leone e per concorso esterno in associazione mafiosa Leonardo Gulotta. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall'aggiunto Paolo Guido e dai pubblici ministeri Gianluca De Leo e Piero Padova. 

Dalla cattura del boss sono finite in manette in tutto 14 persone, accusate di aver aiutato il capomafia ricercato. E quattro sono già state condannate. 

Chi sono i nuovi arrestati: l'architetto
Originario di Campobello di Mazara, il paese in cui Messina Denaro ha trascorso gli ultimi anni di latitanza, Gentile vive a Limbiate, in provincia di Monza, e ricopre un incarico amministrativo al Comune. L'indagato è parente di Salvatore Gentile, killer ergastolano, marito dell'amante storica di Messina Denaro Laura Bonafede: secondo gli inquirenti, tra il 2007 e il 2017 "l'architetto avrebbe ceduto più volte la sua identità al capomafia ricercato, consentendogli così di acquistare una Fiat 500 e una moto Bmw, di stipulare l'assicurazione sui due mezzi, di compiere operazioni bancarie", "insomma - scrivono i magistrati - di vivere e muoversi nel suo territorio come un cittadino qualunque e con un apparentemente regolare documento di riconoscimento".

Il tecnico radiologo che secondo i Pm "Sapeva chi era il boss"
A Cosimo Leone invece, cognato di Gentile, i pm contestano di aver garantito al boss latitante, a novembre del 2020, di fare in sicurezza una Tac al torace e all'addome, di avergli consegnato un cellulare riservato durante il ricovero all'ospedale di Mazara del Vallo, nei giorni in cui il capomafia venne operato di tumore al colon e di avergli fatto recapitare dopo le dimissioni il cd della tac da mostrare agli specialisti che lo avevano in cura. 
Leone sarebbe stato, dunque, per Messina Denaro "oltre che un indispensabile tramite con l'esterno durante l'intero periodo di degenza, anche un importantissimo punto di riferimento all'interno dell'ospedale". Così scrivono i magistrati nell'ordinanza.

Il ruolo di Gulotta
Gulotta, infine, è accusato di aver messo a disposizione di Messina Denaro, tra il 2007 e il 2017, la propria utenza telefonica per poter ricevere comunicazioni dal rivenditore della Fiat 500 acquistata sotto falso nome e dalle agenzie assicurative presso le quali erano state stipulate le polizze per la macchina e la moto comprate con l'identità di Gentile.

La vita normale di Messina Denaro e la “Totale omertà, oggi”
Ancora oggi, a distanza di pochi mesi dalla morte di Matteo Messina Denaro, una totale omertà "avvolge come una nebbia fittissima tutto ciò che è esistito intorno alla sua figura, ai suoi contatti, ai suoi spostamenti ed alle relazioni che ha intrecciato nei lunghi anni di clandestinità".  
E' la dura accusa lanciata dalla Procura di Palermo guidata da Maurizio de Lucia che indaga sulla rete di fiancheggiatori del boss.