Debra Winger, ritratto di un'antidiva per eccellenza

L'attrice è apparsa sul red carpet accanto al figlio. Capelli bianchi, occhiali, poco trucco e la bellezza di essere se stessa senza "aiutini"

Debra Winger, ritratto di un'antidiva per eccellenza
Ipa
Debra Winger con il figlio alla Drive Away Dolls premiere, New York

Un'attrice torna sul red carpet accompagnata dal figlio. Ha 68 anni e i giornali di gossip titolano implacabili: “Ma cosa le è successo?”. Nulla: semplicemente è invecchiata. 

I maligni dicono che avrà passato un momento difficile personale o di salute e che si vede tutto. A noi interessa invece registrare che non si nasconde: è sé stessa e, per questo, è stupenda.

È quanto sta accadendo intorno a Debra Winger, protagonista del celeberrimo “Ufficiale e gentiluomo” (chi non ha pianto o sognato sulla scena in cui Richard Gere entra nella fabbrica in divisa e la porta via con sé, mente), “Forget Paris” accanto a Billy Cristal o, ancora, “La vedova nera” e il “Tè nel deserto”, quest'ultimo diretto dal compianto Bertolucci. Un'attrice del suo calibro torna a far parlare di sé perché, banalmente, non si è uniformata al sacro diktat di eliminare il concetto di vecchiaia dai nostri cromosomi.

La filmografia interpretata da Debra Winger si dipana lungo gli anni ottanta e novanta vantando titoli anche importanti: pellicole in cui appariva con la sua bellezza potente ma discreta, che arrivava un attimo dopo rispetto a quella di altre colleghe più femme-fatale, dalla carica erotica femminile sbandierata. 

Eppure Debra era ed è (ancora) bella con la sua cascata di capelli invidiabile, liberata dall'obbligo del celare sotto shatush e balayge il bianco a ogni costo; con gli occhiali da vista, perché dopo una certa età tutti iniziamo a vederci male. Pure di fronte ai fotografi sul red carpet allestito per la premier di Drive Away Dolls, ultima fatica dei fratelli Cohen.

In queste foto che la ritraggono felice con il figlio, che lei guarda orgogliosa e piena d'amore, è semplicemente una quasi 70enne che non deve più dimostrare niente a nessuno, tantomeno dopo una carriera costellata da diversi premi Oscar e Golden Globes. 

Qualcuno più attento direbbe che non le rendono giustizia, i flash sparati, la luce piatta, chiunque verrebbe “così male”. Sembra una di quelle foto messe apposta online per cattiveria quando altro non rivelano se non la normalità di una donna che inizia essere matura, che forse ha passato un momento difficile ma non si nasconde. 

Vestita con un semplice abito tailleur a pantalone, la pashmina colorata, il portamento di una signora di classe che non ha bisogno di ostentare niente, degli anni che passano senza combattere inutilmente contro quello che Madre Natura ha in serbo per noi, nessuno escluso: la vecchiaia. 

Debra Winger Ipa
Debra Winger

A guardarla felice e pacificata,  viene da chiedersi ormai, con chi titola malignamente “ma che le è successo?” se non siamo diventati ferocemente assuefatti ad una riproduzione in serie di donne – e uomini - ormai orribilmente tutti omologati. Non è concesso invecchiare, il botteghino ha ruoli solo per giovani magrissime al limite dell'anoressia e fatte in serie: ritoccate, botulinizzate, con inesistenti percentuali di grasso addosso, zigomi pompati e mascelle levigate. 

Le donne più agee su questi famosi red carpet sembrano dei manichini che cercano di corrompere il tempo che passa sperando di trovare un elisir come quello de “La morte ti fa bella”. Solo che, per chi lo ricorda, in quella pellicola alla fine le due protagoniste si riattaccano pezzi di faccia a suon di cazzuola e spray per carrozzeria