L'allarme

L'epidemia silenziosa, nove milioni di adolescenti in Europa hanno problemi di salute mentale

In Italia 1 su 5 in ansia e 1 su 3 si vergogna a chiedere aiuto

L'epidemia silenziosa, nove milioni di adolescenti in Europa hanno problemi di salute mentale
(Pixabay)
adolescente

Sono oltre 9 milioni gli adolescenti in Europa alle prese con problemi di salute mentale. Depressione, ansia e disturbi comportamentali sono le problematiche principali. La situazione è grave anche nel nostro Paese: in Italia secondo l'ultima indagine di Telefono Azzurro un ragazzo su 5 si sente in ansia, e per uno su 3 chiedere aiuto ad un esperto è motivo di vergogna.

Sono alcuni dei dati presentati nel corso del 17° seminario internazionale di Formazione in Psichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza promosso da Fondazione Child e Telefono Azzurro.
"Ascoltare le voci dei bambini e degli adolescenti è fondamentale per rispondere in modo adeguato ed efficace ai loro bisogni di salute mentale.

Una comunicazione efficace favorisce la fiducia e incoraggia l'apertura portando a un sostegno e a un intervento migliori", afferma il presidente della Fondazione Child Ernesto Caffo. "Il benessere mentale è un problema globale che riguarda diversi attori e allo stesso tempo richiede nuove categorie per essere compreso. Per questo diventa fondamentale condividere le conoscenze e le riflessioni tra i vari esperti a livello internazionale per mettere in atto azioni concrete per migliorare la salute mentale dei più piccoli".
"Il problema globale della salute mentale dei bambini e degli adolescenti richiede un intervento, un aumento della ricerca e la creazione di maggiori conoscenze, non solo in ambito sanitario ma anche sociale, che è di estrema importanza", aggiunge il direttore del tavolo tecnico sulla salute mentale del ministero della Salute Alberto Siracusano. "Il ministero è pronto e disposto ad assumersi la responsabilità di affrontare i problemi di salute mentale di bambini e adolescenti", conclude.

I disturbi più frequenti

Sono sempre di più gli adolescenti alle prese con un malessere provocato dal “dover dimostrare qualcosa” agli altriOltre 6 giovanissimi su 10 sostengono di soffrire di un disagio dovuto proprio al contesto in cui vivono. Da questa condizione scaturiscono attacchi di panicoalterazioni delle abitudini alimentari e del ritmo sonno-veglia e difficoltà di concentrazione nello studio. Un terreno fertile su cui proliferano irrequietezza, solitudine, rabbia verso sé o verso gli altri, con la conseguente necessità di “anestetizzarsi” per non pensare. In che modo? Rifugiandosi nel digitale, tra videogiochi, film, serie tv e social media. 

Il disagio a scuola

Il 75% degli studenti ha "sempre" o "spesso" episodi di stress causati dalla scuola, il 44% di loro si sente inadeguato e insicuro a causa dell'ipercompetizione a scuola che rende più difficile imparare al 17% dei partecipanti.

La metà dei ragazze e ragazzi vivrebbe la scuola con meno stress se ci fosse meno carico di studio a casa, e c'è chi chiede più attività extracurricolari e spazi di aggregazione. E' quanto emerge dal sondaggio "Scuola e benessere: oltre l'ipercompetizione e l'omologazione", un evento nato dalla collaborazione tra Unisona Live e l'Unicef, patrocinato dal Comune di Milano e dal ministero dell'Istruzione e del Merito dedicato alle scuole secondarie di secondo grado e dell'ultimo anno delle secondarie di primo grado.

Disturbi alimentari e “food challenge”, quando il pericolo si nasconde in rete

Sono centinaia le “food challenge”, le sfide del cibo che corrono in rete: la sfida è mangiare tanto, troppo poco, o solo determinati cibi. Il pericoloso “spettacolo” è fruibile sui device, a disposizione di bambini e adolescenti, tanto da attirare l’attenzione degli esperti sul legame tra disturbi alimentari ed esposizione ai video online. Negli ultimi tre anni i casi di disturbi alimentari sono più che raddoppiati. I dati più recenti ci dicono che i disturbi del comportamento alimentare (Dca) riguardano oltre 3 milioni di persone in Italia pari a circa il 5% della popolazione: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. Il 59% dei casi ha tra i 13 e 25 anni. L’immagine corporea influisce sulla formazione di un individuo e sulla sua autostima: da una percezione negativa del corpo può derivare un disturbo dell’alimentazione o d’ansia.

Le testimonianze

Marianna Mammone, in arte BigMama ha pronunciato recentemente un discorso all’Onu sull'inclusione e la body positivity, rievocando gli atti di violenza verbale e fisica subita sin da bambina. La sua salvezza l'ha trovata nella musica, il suo sogno. Da qui nasce l'invito a tutti a credere in se stessi perché per uscire da certe situazioni “La rabbia non ti basta”, come ha cantato sul palco dell'Ariston.