La controversia

Equo compenso, il Consiglio di Stato contro Meta: piattaforme web pagheranno i contenuti editoriali

Il ricorso di Meta al Tar aveva sospeso il provvedimento emanato da Agcom sull'equo compenso. Ora il tribunale amministrativo ha dato ragione al Garante: i siti web dovranno pagare per la pubblicazione online di contenuti editoriali

Equo compenso, il Consiglio di Stato contro Meta: piattaforme web pagheranno i contenuti editoriali
ansa
AGCOM, sede legale

Vittoria per gli editori dei giornali contro la pubblicazione online di contenuti giornalistici gratuitamente.

Gli articoli dei giornali, distribuiti attraverso le piattaforme digitali non saranno più gratis, dovranno sottostare al regolamento sull’equo compenso a editori e autori emanato da Agcom, l'Autorità Garante per le Comunicazioni. Il Consiglio di Stato ha infatti ribaltato la decisione del Tar che aveva accolto il ricorso di Meta, proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp.

La società fondata da Mark Zuckerberg, con il ricorso al Tar, aveva  aveva chiesto di sospendere l'efficacia del regolamento sull'equo compenso fino alla pronuncia della Corte di Giustizia del Lussemburgo sulla sua legittimità e conformità con le norme comunitarie sul diritto d’autore. Ora il tribunale amministrativo ha dato ragione al Garante: i siti web dovranno pagare per la pubblicazione online di contenuti editoriali.

La decisione del Consiglio di Stato ha così imposto un giro di vite sul tema dell'equo compenso: gli editori riceveranno fino al 70% di quanto le piattafrome web guadagnano sugli articoli dei giornali che pubblicano. Serve un accordo con le big tech, ma in caso le trattative falliscano, Agcom può intervenire e fissare l'equo compenso.

il logo "Meta" davanti alla sede di Facebook di Menlo Park, California GettyImages
il logo "Meta" davanti alla sede di Facebook di Menlo Park, California

Reazione di apprezzamento da parte degli editori e della stampa

“La decisione del Consiglio di Stato di accogliere il ricorso dell'Agcom sull'equo compenso agli editori e agli autori per i contenuti distribuiti dalle piattaforme digitali, respingendo la richiesta di Meta di sospendere l'efficacia del Regolamento previsto dalla legge sul diritto d'autore, segna un punto a favore del sistema dell'informazione in Italia”,  afferma Alessandra Costante, segretaria generale della Federazione nazionale della stampa

"Il sindacato dei giornalisti - prosegue - è convinto che il Regolamento stilato dall'Authority possa e debba essere uno strumento utile a generare valore per l'intera filiera. La sostenibilità del settore passa anche attraverso il riconoscimento dell'equo compenso per i contenuti giornalistici che finiscono per alimentare il business dei cosiddetti Over The Top", conclude la segretaria Fnsi. 

La sentenza del Consiglio di Stato sull'equo compenso “è una tappa importante. Ripristina la possibilità  di concludere accordi con i prestatori dei servizi per l'informazione in ragione dell'utilizzo che fanno degli articoli on line. Accordi che prenderanno forma anche secondo i criteri previsti dal regolamento  dell'Autorità per le Comunicazioni, l'AgCom, sull'equo compenso”, dichiara Andrea Riffeser Monti, presidente della Federazione  Italiana Editori Giornali, intervistato da 'Repubblica'.

Come spiega ancora, con alcune piattaforme web "gli  editori hanno già siglato accordi; con altri riprenderemo il dialogo  anche grazie alla decisione del Consiglio di Stato. Alcuni operatori  hanno riconosciuto, dunque, il diritto al compenso per gli editori  mentre altri non lo hanno ancora fatto, nonostante continuino a  utilizzare dei contenuti giornalistici". Inoltre, ricorda Riffeser  Monti, dopo la sentenza del Consiglio di Stato, "in attesa della  decisione della Corte di giustizia europea, e chiarito che il diritto  all'equo compenso deriva dalla legge e non dal regolamento di AgCom  contestato da Meta, la decisione del Consiglio di Stato aiuterà a  riportare al tavolo le parti".