Verso le elezioni europee

I leader di Identità e Democrazia incoronano Salvini: é l'unico a schierarsi contro von der Leyen

All'incontro romano dei sovranisti europei pesano alcune assenze, come quella di Afd. "Macron è un guerrafondaio" afferma Salvini e sul governo: "Con Meloni abbiamo idee diverse, ma governeremo fino alla fine della legislatura"

I leader di Identità e Democrazia incoronano Salvini: é l'unico a schierarsi contro von der Leyen
AP Photo/Alessandra Tarantino
Matteo Salvini, "Winds of Change", Roma, 23 marzo 2024

L’incontro dei sovranisti di Roma non è come quello di Firenze. Mancano alcuni all’appello dei leader europei che si riconoscono nel gruppo di Identità e Democrazia. Così la foto di famiglia europea è ristretta rispetto all'incontro toscano. Ne fanno parte Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, Gerolf Annemans, che è presidente di Id, Andrè Ventura del partito portoghese Chega, e il capo delegazione dell'austriaco Fpo, Harald Vilimsky. Marine Le Pen ha mandato un videomessaggio. "Abbiamo scelto di far salire sul palco il nucleo fondativo di Id, ovvero coloro che diedero vita all'Europa delle nazioni e della libertà (Enf) nel 2015, e il nuovo arrivato Chega", sostiene Marco Zanni, rispondendo a chi gli chiede delle assenze tra gli alleati, in particolare dei tedeschi di AfD, che non sarebbero stati invitati. "I nostri eventi sono aperti a tutti, ma non è detto che siano sempre uguali - continua -. Poi, il nostro obiettivo è incidere nel prossimo esecutivo Ue". E non è detto che lo sia anche di AfD. Rispetto a Firenze, al nuovo evento targato Id non ci sono il presidente della Camera Lorenzo Fontana, e i governatori della Lega. Mentre sono presenti in prima fila tutti i ministri che esprime il partito, oltre a Salvini e Giorgetti, Roberto Calderoli, Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli. La kermesse sembra realizzata appositamente per riconoscere la leadership salviniana, unico esponente politico in Italia che non vuole immaginare la conservazione di Ursula von der Leyen a capo della Commissione europea. 

Gli alleati di Matteo Salvini in Europa puntano il dito contro Giorgia Meloni proprio per il suo legame con Ursula von der Leyen. Marine Le Pen chiama in causa direttamente la premier italiana, chiedendole di uscire allo scoperto e criticandola per il sostegno a un eventuale secondo mandato di von der Leyen alla presidenza della commissione europea. E il leader portoghese di Chega, Andrè Ventura, si chiede perché gli italiani dovrebbero votare Meloni alle europee quando hanno la possibilità di scongiurare un Ursula bis votando la Lega di Salvini. "Posso dire tranquillamente – assicura Salvini - che gli italiani che sceglieranno la Lega non sceglieranno mai un altro mandato con Ursula, un altro mandato con la sinistra". 

Conferenza Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen ANSA
Conferenza Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Poi  ricambia l'assist degli alleati 'tuonando' contro Emmanuel Macron, definito "guerrafondaio" e "pericoloso" per l'Italia e per l'Europa, per le sue posizioni sull'Ucraina. "Io penso che il presidente Macron rappresenti un pericolo per il nostro Paese. Il problema non sono mamme e papa' ma i guerrafondai". Ma il segretario del Carroccio manda anche un segnale all’Europa, che lo aveva più volte accusato, insieme alle forze politiche di opposizione in Italia, di essere filorusso. - "Lo dico per i giornalisti italiani: è chiaro ed evidente che sappiamo distinguere tra aggressore e aggredito, tra chi ha scatenato la guerra e chi ha aggredito".

Salvini, nel suo intervento, fa un passaggio anche sul Governo. "durerà fino al 2027, stanno provando a dividerci ma non ci riusciranno. Ripeto che in Giorgia ho trovato non solo una alleata ma anche una amica". "Certo – prosegue - anche tra gli amici ci sono punti di vista diversi", ha aggiunto con riferimento al sostegno a un secondo mandato di Ursula von der Leyen alla presidenza della commissione Ue.

Per Identità e democrazia l'Europa è un continente cristiano e deve continuare a esserlo. E dobbiamo salvare l'Europa dalla burocrazia di Bruxelles". Prima del portoghese, parla Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell'Economia si concentra sui temi del suo dicastero e si spinge a criticare aspramente le istituzioni europee per la "gabbia" di "burocrazia e regolamentazione", con cui hanno, per esempio, soffocato il Pnrr, e per la gestione del dossier Ita-Lufthansa. Volevamo "costruire un colosso europeo che possa competere con i colossi internazionali", afferma con riferimento alla compagnia aerea, "da dieci mesi stiamo lottando con l'Europa che non ci permette di farlo".Ospite d'onore l'ex candidato repubblicano alle presidenziali Usa, Vivek Ramaswamy (con un intervento tutto incentrato contro la "cultura della paura" del politically correct).