In carcere da 21 anni, ha guidato le prime due Intifade

Marwan Bargouthi: il preferito dai palestinesi, in grado di gestire il dopo Hamas.

Secondo una ricerca realizzata prima del 7 ottobre dall’istituto palestinese Arab Barometer, è Barghouti il leader più stimato tra i palestinesi di Gaza e Cisgiordania, con il 32% delle preferenze. Secondo il figlio è "un nuovo Arafat"

Marwan Bargouthi: il preferito dai palestinesi, in grado di gestire il dopo Hamas.
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Marwan Barghouti

In attesa dell’inizio del Ramadan, mentre la popolazione palestinese è sempre più allo stremo e gli ostaggi israeliani vedono allontanarsi il giorno del rientro a casa, comunque si parla del “dopo guerra”. Cosa succederà? Ci saranno i due stati? E soprattutto chi rappresenterà i palestinesi? 

E così da giorni si parla di Marwan Bargouthi, che qualcuno ha voluto paragonare a Nelson Mandela, da anni nelle carceri israeliane e che, per gli abitanti della Striscia e quelli della Cisgiordania, "è la persona che può fermare la guerra: un'operazione che si realizzerebbe con la soluzione dei due popoli in due Stati, Palestina e Israele, e che farebbe tornare la pace", come ha detto il figlio Aarab, 33 anni, all’ANSA.

I sondaggi lo danno come il leader preferito dai palestinesi, forse l’unico in grado di gestire il dopo Hamas alla fine della guerra a Gaza poiché Abu Mazen, l’anziano leader dell’ANP,  non gode certamente di un largo consenso.

Bargouthi è nato a Kobar, in Cisgiordania, 65 anni a giugno, ha due lauree, una in Storia ed una in Scienze Politiche più un Master in Relazioni internazionali. Entra giovanissimo, 15 anni, in al-Fatah ed era considerato il delfino di Abu Mazen. È stato segretario generale del partito in Cisgiordania e nella seconda intifada ha fondato le brigate dei martiri di al-Aqsa, il braccio militante di al-Fatah.

Si è dichiarato prigioniero politico, rinchiuso in carcere da 21 anni. Ha guidato (con diversi ruoli) le prime due Intifade. E’ stato accusato di omicidi con finalità terroristiche si è dichiarato innocente ed ha rifiutato di difendersi perché non riconosce “la legittimità del tribunale israeliano”. 

In carcere ha imparato l'ebraico ed è diventato, nel tempo, un leader colto e carismatico. Nel 1987, dopo la prima Intifada, viene espulso in Giordania. Torna dall’esilio nel 1994, solo dopo la firma degli accordi di Oslo, di cui è sostenitore. Nel 2004 viene condannato a cinque ergastoli per altrettanti omicidi e tre attentati terroristici.

Ha detto: “Israele è riuscito ad imprigionare il mio corpo ma non la mia mente e la mia anima”, e ha dichiarato di essere “un uomo della strada palestinese”.

Nel tempo sono state molte le campagne per la sua liberazione e diversi esponenti della politica israeliana non si sono dichiarati contrari alla sua scarcerazione, tra questi l’ex primo ministro israeliano Shimon Peres. 

Ultimamente Mustafà Bargouthi, deputato di lunga data e mediatore chiave tra Hamas e Fatah, in un’intervista all’inviata di Rainews24, Raffaella Cosentino, ha detto “Deve essere liberato, è un prigioniero politico non un terrorista”

Per la moglie e compagna nella lotta politica di Barghouti, Fadwa Ibrahim: “Abu Mazen si illude di restare al potere a Ramallah e recuperarlo a Gaza ma è un’illusione” perché nei sondaggi, Marwan Barghouti batte Al-Fatah e Hamas insieme.

Secondo una ricerca realizzata prima del 7 ottobre dall’istituto palestinese Arab Barometer, è Barghouti il leader più stimato tra i palestinesi di Gaza e Cisgiordania. Se si andasse a votare raccoglierebbe il 32% delle preferenze, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh (24%), e il presidente dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas (12%).

Lei, Fadwa, non si è mai arresa e in queste ultime settimane sta organizzando una serie di incontri per creare una rete di sostegno internazionale che faccia di Barghouti il federatore e successore di Abu Mazen.

"La speranza è che mio padre, come gli altri prigionieri, venga scambiato con gli ostaggi a Gaza e possa tornare libero, credo che alla fine sarà così. Lui, che in passato ha creduto nella conciliazione tra due diversi Stati, è l'uomo che può guidare la Palestina verso un processo di pace con Israele, come un nuovo Arafat", sostiene nel suo ufficio a Ramallah Aarab, impiegato in un'azienda tedesca di servizi high tech, seguace di al-Fatah e impegnato con sua madre nella liberazione di Marwan, arrestato quando lui aveva solo undici anni.

Intanto tutti con il fiato sospeso per l’inizio del Ramadan.

 

Marwan Barghouti Getty
Marwan Barghouti