Il rapimento, la tortura e l'uccisione del ricercatore nel 2016

Processo Regeni, la Corte rigetta tutte le questioni preliminari: il processo prosegue

Il pm Colaiocco: "Servirà un lavoro importante della Farnesina per portare a Roma 27 testimoni, residenti in Egitto". I genitori di Giulio e il loro avvocato: "In Italia per fortuna c'è la separazione dei poteri, a differenza dei regimi"

Processo Regeni, la Corte rigetta tutte le questioni preliminari: il processo prosegue
ansa

“Letto l'articolo 491 del Codice penale, rigetta tutte le questioni preliminari e pregiudiziali proposte e ordina a procedere in merito”: decide così la Corte riunita in udienza per il processo sulla morte di Giulio Regeni, rigettando quanto avanzato dalla difesa in occasione della precedente udienza dello scorso 20 febbraio. Il processo in contumacia a carico dei funzionari militari egiziani, accusati della morte del ricercatore friulano, va avanti.

“Servirà un lavoro importante del Ministero degli Esteri, per permettere a 27 testimoni, residenti in Egitto, di venire in Italia” ha precisato il pubblico ministero Sergio Colaiocco durante l’udienza a piazzale Clodio. Quella di oggi è la seconda che si tiene in merito al caso del rapimento e dell'omicidio del ricercatore presso l’Università di Cambridge, ucciso nel 2016.

“Nel nostro Paese fortunatamente c'è la separazione dei poteri, a differenza di quello che succede nei regimi” commentano l'avvocato Alessandra Ballerini insieme a Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio, che fu rapito, torturato e ucciso al Cairo otto anni fa, a margine dell'udienza odierna. Il processo vede imputati quattro 007 egiziani.

Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio, partecipano all'udienza del processo per l'omicidio dello studente italiano in Egitto ansa
Claudio e Paola Regeni, genitori di Giulio, partecipano all'udienza del processo per l'omicidio dello studente italiano in Egitto