Ha ottenuto 400 voti favorevoli e 89 contrari

Ursula von der Leyen candidata dal Partito popolare europeo

Il ministro Tajani: "Mi ha convinto il suo discorso: non c'è più traccia degli errori commessi dalla Commissione con la presenza di Frans Timmermans"

Ursula von der Leyen candidata dal Partito popolare europeo
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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen saluta dopo il suo discorso al congresso del PPE a Bucarest, in Romania,

Ursula von der Leyen ha ottenuto a Bucarest l'appoggio del suo partito, il Ppe, come Spitzenkandidatin, candidata di punta, per presiedere la Commissione Europea anche nella  prossima legislatura. Nella grande arena coperta della Romexpo, dove i giovani romeni hanno seppellito il comunismo di Nicolae Ceausescu  ballando sulle note degli Iron Maiden, dei Guns 'n' Roses e di Sting,  la presidente uscente, ormai una "celebrity" come l'ha definita Paolo Gentiloni, ha ricevuto la "benedizione" del primo partito europeo alla corsa verso il reincarico. Se nel 2019 venne estratta dal cilindro da Angela Merkel ed Emmanuel Macron, dopo un accurato “killeraggio” ai danni degli Spitzenkandidaten in campo, ora von der Leyen è candidata ufficialmente, a tre mesi dal voto. Non è stata un'investitura unanime, malgrado von der Leyen fosse  l'unica candidata: il voto è avvenuto a scrutinio segreto e il Ppe è  un partito vero, con una spiccata democrazia interna. Non è chiaro per quale motivo su 737 aventi diritto al voto (i delegati erano 801, ma non tutti potevano votare), i voti espressi siano stati solo 499: mancano all'appello 238 voti (591 si sono effettivamente registrati per il voto). Su 489 voti validi (10 sono risultati nulli o invalidi), von der Leyen ha ottenuto 400 voti favorevoli e 89 contrari. I Républicains francesi non l'hanno votata, e lo hanno detto pubblicamente, anche perché viene vista come la candidata di Macron. Qualche maligno ipotizza che von der Leyen possa finire a fare il bersaglio del gioco preferito dai partiti, inclusi quelli democratici-cristiani: il tiro al piccione. Numeri a parte, von der  Leyen si è detta ''toccata e grata per la fiducia ottenuta dal Ppe'' e ha rivendicato di aver fatto, insieme al suo partito, ''le cose giuste negli ultimi cinque anni''. La presidente ha ribadito il fermo sostegno all'Ucraina in guerra contro la Russia ed è stata durissima nei confronti di Vladimir Putin: è ''un ricercato per crimini di guerra'' e ''lo aspetta un'aula di tribunale all'Aja'', ha detto, ribadendo che è ''responsabile'' della morte in carcere dell'oppositore Alexey Navalny.

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen saluta dopo il suo discorso al congresso del PPE a Bucarest, in Romania, 7 marzo 2024 ap
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen saluta dopo il suo discorso al congresso del PPE a Bucarest, in Romania, 7 marzo 2024

Ursula von der Leyen ha commesso degli "errori" durante il suo primo mandato ma ora che è avviata, grazie alla candidatura votata dal Partito popolare europeo, a un probabile secondo mandato come presidente della Commissione, ha fatto un discorso "convincente" in cui ha abbracciato pienamente le posizioni del Ppe, soprattutto sul Green Deal. E ci saranno i commissari espressi dai Popolari, comunque, a "vigilare". Lo ha detto il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a margine del congresso del Ppe oggi pomeriggio a Bucarest. "Il Ppe - ha detto Tajani - ha indicato a larghissima maggioranza Ursula von der Leyen", ora "questo è il percorso tracciato" che "va in direzione della sua conferma", ma "poi vedremo" se sarà così, quando la prossima presidenza della Commissione sarà proposta dal Consiglio europeo, e poi sottoposta al voto del Parlamento europeo. "Mi ha convinto anche - ha osservato il leader di Forza Italia - il discorso di Von der Leyen: non c'è più traccia degli errori commessi dalla Commissione con la presenza di Frans Timmermans", l'ex vicepresidente esecutivo responsabile del Green Deal, "e di una parte di quel fondamentalismo ambientalista che è stato dannoso, e dannoso per la nostra economia. Pensiamo - ha indicato - al blocco della produzione di auto non elettrica nel 2035 che in Italia causerà la perdita di 75.000 posti di lavoro. Quello è stato un errore della Commissione. Anche sul regolamento per gli imballaggi ci sono stati errori; fortunatamente la Commissione poi, alla fine, ha deciso di fare marcia indietro per quanto riguarda la normativa sulla riduzione dei pesticidi".