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Def, Giorgetti: "Crescita in ribasso, pesa quadro geopolitico". Nuovo documento a settembre

"Crescita economica in ribasso rispetto alla Nadef", ha detto il ministro dell'Economia. Il superbonus ha pesato più delle previsioni, il debito pubblico scenderà dal 2026. Il Pil crescerà dell'1% quest'anno, il deficit/Pil sarà al 137,8%

"Le nostre previsioni per la crescita economica sono viste al ribasso rispetto alla Nadef. Le previsioni di tipo macroeconomico sono complicate da fare in un quadro di carattere internazionale e geopolitico complicato". Così il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa al termine del Cdm.

Il Def approvato “tiene conto delle nuove regole europee di cui mancano ancora le disposizioni attuative”, ha detto Giorgetti. Il quadro programmatico sarà contenuto nel nuovo Piano fiscale strutturale di medio termine la scadenza è prevista per il 20 settembre, il titolare del Mef riferisce che l'obiettivo è presentarlo anche prima.

Il debito pubblico in risalita previsto dal Def è “pesantemente” condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni" ma successivamente al 2026 "comincerebbe a scendere".

Nei dati mensili l'Enea certifica detrazioni maturate finora col superbonus per 122,24 miliardi a fine marzo, un numero che continua a crescere e il cui saldo finale è visto salire sopra i 210 miliardi. Una cifra superiore a quella degli investimenti del Pnrr. 

Quegli aiuti nati nell'emergenza pandemica hanno però dato una spinta al rialzo del Pil, consentendo, assieme alle ultime statistiche in miglioramento sull'economia italiana, di mantenere intorno all'1% la crescita economica certificato nel Def per il 2024. Crescita più bassa rispetto all'1,2% della Nadef dello scorso autunno, sebbene superiore ai numeri Indicati da Banca d'Italia, Fondo monetario internazionale e Commissione europea. 

IIl rapporto Deficit/Pil è fissato al 4,3%, lo stesso livello del quadro programmatico della Nadef, mentre il Debito/Pil al 137,8%.     

Nel 2025 la crescita attesa sale al +1,2, il rapporto Deficit/Pil 3,7 (contro il 3,6% della Nadef) e Debito/Pil al 138,9.     

“La prossima legge di bilancio dovrà tener conto del nuovo quadro, ma intendiamo confermare il taglio del cuneo fiscale nel 2025”, ha detto il ministro.

Per quanto riguarda le privatizzazioni Giorgetti ha detto che sono confermati gli obiettivi della scorsa Nadef: "L'operazione di razionalizzazione delle partecipazioni annunciata credo sia un obiettivo ambizioso ma anche realistico e a quello ci atteniamo". E per quanto riguarda invece la vendita di immobili pubblici si dice sempre favorevole a patto che qualcuno li compri ad un prezzo equo. 

Giorgetti ha presentato un quadro tendenziale triennale nel Def, non invece il quadro programmatici: "La mancanza del programmatico è unfatto non nuovo, verificatosi già in 4 precedenti".

In questo caso la motivazione che porta il ministro a questa scelta è legata al nuovo patto di stabilità che rivede il calendario e la forma dei documenti da presentare all'Unione europea. 

Un orientamento che però ha acceso l'opposizione: "un fatto fortemente negativo, di fronte ad un deficit 2023 enormemente superiore alle previsioni iniziali e un'economia che va peggio delle (ottimistiche) stime di settembre", dice Antonio Misiani, responsabile economia del Pd. Un Def tendenziale senza quadro programmatico "non farà capire agli italiani le dimensioni della manovra economica" - rincara la dose Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi-Sinistra): "la destra al governo non vuole far sapere agli italiani prima delle elezioni europee che finora ha fatto solo bluff". 

 

Antonio Misiani, responsabile economico Pd Ansa
Antonio Misiani, responsabile economico Pd

Superato, a giugno, l'appuntamento delle europee, con una nuova Commissione Ue e in mano cifre più definitive sui bonus edilizi, sarà inevitabile fornire un quadro economico di programma. Ci sarà da far quadrare un quadro pluriennale di finanza pubblica con le nuove regole europee. Che guardano anche alla sostenibilità del debito, aiutata dalle privatizzazioni, ma con venti contrari dati dalla crescita tendenziale di due decimali inferiore rispetto alla previsione della Nota di aggiornamento, da un'inflazione più bassa, da spese per interessi che sono in aumento, ancorché la Bce si appresti a tagliare i tassi a giugno. 

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La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde, dovrebbe decidere il taglio dei tassi a giugno