Food Security Information Network

Fame nel mondo: è emergenza per 281,6 milioni di persone

Rapporto globale sulle Crisi Alimentari 2024: in crescita per cinque anni consecutivi, superati i livelli pre-Covid. Oltre alla Striscia di Gaza, anche il Sudan ha subito il maggior deterioramento

Fame nel mondo: è emergenza per 281,6 milioni di persone
Abed Zagout/Anadolu via Getty Images
palestinesi affrontano la fame estrema mentre Israele blocca l’ingresso degli aiuti a Gaza

Sono quasi 282 milioni le persone che affrontano insicurezza alimentare "acuta grave" in 59 Paesi, 24 milioni in più dal  2022. Una piaga che coinvolge ancora il 21,5% della popolazione analizzata e supera i livelli pre-Covid. 

È quanto emerge nel Rapporto globale sulle Crisi Alimentari 2024 del Food Security Information Network e pubblicato dalla Rete Globale contro le Crisi Alimentari (Gnafc), in collaborazione con la FAO e altre agenzie dell'ONU. 

Si tratta del quinto anno consecutivo di crescita del numero di persone che affrontano alti livelli di insicurezza alimentare acuta. Lontano l'obiettivo fame zero entro il 2030. 

Se il dato più clamoroso è l'emergenza nella Striscia di Gaza, una catastrofe record nella storia ventennale del Rapporto, a livello globale la percentuale della popolazione con elevati livelli di insicurezza alimentare nel 2023, pari al 21,5%, è stata leggermente inferiore a quella del 2022, quando era pari al 22,7%, sebbene il numero di persone colpite sia aumentato di quasi 24 milioni: questo a causa dell'inclusione nel rapporto di nuovi territori. 

Oltre alla Striscia di Gaza, anche il Sudan ha subito il maggior deterioramento "a causa degli effetti devastanti del conflitto" scoppiato il 15 aprile 2023. Esclusi questi due, i paesi che soffrono di maggiori crisi alimentari sono Afghanistan, Etiopia, Nigeria, Siria, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Yemen. Conflitti, insicurezza, eventi meteorologici estremi e disagi economici hanno peggiorato la situazione in 12 paesi, tra cui Colombia, Costa d'Avorio e Senegal, inclusi per la prima volta nel rapporto, mentre i livelli di insicurezza alimentare sono migliorati in 17 paesi rispetto al 2022: per esempio in Mauritania e Guinea. Inoltre, secondo il GNAFC, 36 paesi soffrono di crisi alimentari prolungate, e l'80% della popolazione totale è colpita da carenza alimentare. 

"Questa crisi richiede una risposta urgente. Utilizzare i dati contenuti in questo rapporto per trasformare i sistemi alimentari e affrontare le cause alla base dell'insicurezza alimentare e della malnutrizione sarà essenziale", ha affermato il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres. In America Latina, la popolazione colpita dall'insicurezza alimentare è diminuita dal 27,3% nel 2022 al 26,5% nel 2023, e gli eventi meteorologici estremi come El Nino sono stati il fattore più determinante nella regione. 

Per il 2024 si prevede che il conflitto e l'insicurezza, soprattutto nella Striscia di Gaza e in Sudan, così come ad Haiti, continueranno a essere i principali fattori di grave insicurezza alimentare, così come il fenomeno climatico El Nino, che probabilmente aumenterà "si manifestano durante tutto l'anno", sottolinea il rapporto. Ma anche l'economia giocherà un ruolo importante nello sviluppo delle crisi alimentari che affliggono il pianeta, e i paesi esportatori di cibo con valute indebolite, come la Nigeria, il Malawi o il Libano, dovranno fare i conti "con i prezzi alimentari interni e la debolezza potere d'acquisto delle famiglie". Anche il calo dei finanziamenti per gli aiuti umanitari e l'aumento dei costi di consegna "rappresentano una nuova minaccia" che si traduce in "una riduzione dei beneficiari e delle razioni di assistenza alimentare tra molte popolazioni". "L'umanità può e deve fare meglio. Insieme, con impegno e azione concertata, possiamo creare un mondo in cui la fame non ha casa", ha esortato Guterres.