Periferia sud. I familiari conoscono chi è stato

Milano, 18enne ucciso a colpi d'arma da fuoco nella zona dell'ortomercato

Il giovane che dormiva con la moglie in un camper, è stato raggiunto da tre colpi di pistola, la donna è fuggita. La Polizia è intervenuta alle 3.15, il ragazzo è poi morto in ospedale. Al vaglio degli investigatori le telecamere e targhe auto

Milano, 18enne ucciso a colpi d'arma da fuoco nella zona dell'ortomercato
Ansa
Giovane ucciso per strada a colpi di pistola a Milano

Un diciottenne è stato ucciso con tre colpi d'arma da fuoco al torace poco dopo le tre della notte scorsa in via Varsavia, alla periferia di Milano, vicino all'ortomercato. Jjonny Sulejmanovic, di origini bosniache e nato nel 2005 a Torino, era a bordo di un furgone nel quale dormiva con la moglie, anche lei giovanissima, quando è stato avvicinato da alcuni uomini che gli hanno sparato. Il giovane è stato soccorso dagli operatori del118 ma è morto al Policlinico. 

La ricostruzione del delitto

I killer di Sulejmanovic si erano recati un'ora prima dell'agguato mortale delle 3 per incontrare la vittima. La dinamica ricostruita dalle indagini della squadra mobile, coordinate dal pm di turno Pasquale Addesso, è la seguente: arrivati in auto, gli aggressori hanno sfondato i vetri del furgone a mazzate, utilizzando manganelli telescopici, mazze da golf, e dopo aver tirato giù Sulejmanovic gli hanno sparato sulla strada. Circa un'ora prima, i killer, anche loro di origine bosniaca, si erano presentati davanti al furgone Fiat Ducato in cui si trovava il ragazzo con la moglie proponendogli di andare a bere birra, ma la moglie glielo avrebbe impedito. Successivamente sono tornati e l'hanno ucciso. 

La coppia, a quanto si è saputo, non era arrivata da molti giorni con il furgone nella piazzola in cui dormiva. La vittima non ha precedenti e la famiglia di cui fa parte vivrebbe di espedienti ma, a parte qualche precedente per furto, non farebbe parte di una struttura associabile alla criminalità nomade. L'esecutore avrebbe sparato tre colpi, utilizzando una sola arma da fuoco. Non erano a viso coperto. Gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di sorveglianza e hanno iniziato ad ascoltare possibili testimoni.

La zona dell'omicidio: via Varsavia, alla periferia sud-est di Milano Ansa
La zona dell'omicidio: via Varsavia, alla periferia sud-est di Milano

Le testimonianze

“Voleva attirare mio marito fuori dalla macchina, voleva che andassero a bere, mio marito ha detto: ‘Non vengo a bere con voi, voi siete ubriachi e drogati, dove mi portate?’, e dopo hanno litigato, sono venuti e ci hanno picchiato”. Così Samantha, la moglie di Jhonny Sulejmanovic. "Hanno picchiato me, a mio marito dopo hanno sparato. Io come sono scappata sono caduta e quel signore voleva picchiarmi, dopo avermi picchiato mi correva dietro - ha proseguito la donna - Io sono scappata via, mi sono nascosta, lui è tornato dietro di me, hanno picchiato mio marito e gli hanno sparato. Io sono incinta da un mese". 

"Mangiavamo insieme, bevevamo insieme, lavoravamo insieme e poi che fanno, mi uccidono un fratello?". Racconta a La Presse Kevin, il fratello di Jhonny Sulejmanovic, che ha già indicato agli agenti della Mobile i nomi di almeno due dei presunti killer del 18enne. Secondo il 19enne, che ha trovato il fratello agonizzante a terra, i due sarebbero scappati a bordo di una vecchia Seat nera, vista da un altro familiare che ha poi dato la targa agli investigatori. I due, secondo Kevin, hanno lavorato con Jhonny anche al mercato Baloon di Torino, città in cui era nato la vittima. Kevin ha fatto i loro nomi agli agenti e ha mostrato alla polizia un video di TikTok in cui si vedono i due bere birra 7 ore prima dell'omicidio in un bar nei pressi di piazzale Cuoco. Interpellato da LaPresse, il barista del locale 'I sapori di Denise' di via Faà di Bruno, ha confermato di aver visto i due, che hanno bevuto quattro birre, lasciando il bar alle 23, ora in cui il dipendente ha smontato dal turno. "Hanno bevuto e se ne sono andati quando sono andato via io", ha detto il barista che ha detto di non aver mai visto prima né loro né la vittima.

"Non si può essere uccisi così a 18 anni, come da un cow boy". Ha detto il padre di Jhonny Sulejmanovic. Anche lui, come gli altri familiari, dice di conoscere l'identità dell'omicida.