La tragica morte della piccola Diana

Milano, le dichiarazioni spontanee di Alessia Pifferi: "Non ho mai voluto uccidere mia figlia"

È stata rigettata la richiesta della difesa di un'integrazione della perizia psichiatrica. Mentre il pm durante la requisitoria descrive l'orrore della morte della bambina: "ha patito sofferenze atroci, terribili". La zia piange

Oggi nuova udienza a Milano per Alessia Pifferi. L'udienza è iniziata un'ora dopo l'orario previsto, l'arrivo dell'imputata poco prima delle 10. La donna - accusata dell'omicidio della figlia di 18 mesi, lasciata morire di stenti - ha chiesto di poter rilasciare dichiarazioni spontanee.

«Io non ho mai voluto uccidere mia figlia, io non ho ammazzato mia figlia», ha detto la donna ai giudici, dopo aver raccontato della sua infanzia difficile e della patologie che ha scoperto di avere avuto sin da bambina solo dopo l'aiuto delle professioniste che l'hanno seguita dopo l'omicidio.

"Non sono né un'assassina né un mostro, sono una mamma che ha perso sua figlia e non ho mai pensato che potesse accadere una cosa del genere alla mia bambina". "Voglio ribadire a tutta Italia che non ho mai premeditato una cosa del genere, non ho mai voluto farle del male, sto già pagando il mio ergastolo avendo perso la mia bambina".

La 38enne ha parlato anche delle sue difficoltà legate alla vita al carcere San Vittore "in cui non posso fare nulla, sono sempre chiusa in cella e questo mi sta facendo uscire di testa". E anche delle violenze psicologiche subite dalle altre detenute che al mattino "mi gridano 'Buongiorno assassina'". Tuttavia, "non c'è giorno né minuto in cui non pensi a Diana. Per come è venuta al mondo, all'improvviso, l'ho accettata ed è stato il più bel regalo che la vita potesse darmi". Poi la parola è passata al pm Francesco De Tommasi per la sua requisitoria.

Prima dell'udienza la sua legale, Alessia Pontenani, ha anticipato ai cronisti che avrebbe chiesto di rivalutare la perizia psichiatrica sulle base di nuove carte che dimostrerebbero un deficit cognitivo della sua assistita. Richiesta che però è stata rigettata. 

Proprio sulle psicologhe che hanno assistito in carcere la donna e la sua stessa avvocata il pm ha avviato un'indagine, giudicando inattendibili i test che dimostrerebbero l'incapacità mentale. Ecco le dichiarazioni della Pontenani:

La requisitoria del pubblico ministro: “Diana morta tra paura e sofferenze”

Secondo il pm, Alessia Pifferi ha raccontato tante "bugie", a partire dall'aver lasciato la piccola con sua sorella, "per soddisfare i suoi bisogni" per stare con il compagno e nel farlo ha esposto la piccola "a una serie di rischio, di cui solo uno si è concretizzato: Diana è morta di stenti". È uno dei passaggi della requisitoria del pm di Milano Francesco De Tommasi pronto a chiedere il massimo della pena per l'imputata.        

E così tra il 14 e il 20 luglio del 2022, incurante "delle temperature altissime" lascia nella culletta, nella sua abitazione a Milano, la piccola Diana e va a Bergamo e per "paura di una reazione del suo uomo" continua la sua bugia. "Avrebbe avuto mille modi per salvare la vita della figlia" sottolinea il pm, ma Diana muore sola e viene trovata dalla donna solo sei giorni dopo. Una volta in casa, "la solleva e la lava, le cambia il vestitino e la ripone all’interno della culla" poi lancia l'allarme chiamando una vicina, ma non c'è più niente da fare. "La bambina non ha avuto acqua e cibo a sufficienza.  Lo dimostra l'assoluta assenza di alimenti in casa, escludendo quei due-tre avanzi commestibili presenti nel frigorifero che in ogni caso la bambina non avrebbe potuto prendere perché non autonoma, se escludiamo il baby biberon con un residuo di acqua trovato sul tavolo, se escludiamo il residuo di latte di biberon sul comodino, non c'era  nulla che potesse consentire a una bambina di resistere".       

Alessia Pifferi durante l'udienza del processo per l'omicidio della figlia Diana nell'aula del Palazzo di Giustizia a Milano, 12 aprile 2024 Ansa
Alessia Pifferi durante l'udienza del processo per l'omicidio della figlia Diana nell'aula del Palazzo di Giustizia a Milano, 12 aprile 2024

La piccola “ha mangiato un pezzo di pannolino” per la fame

Il pubblico ministero non risparmia dettagli e lo fa usando le parole dei testimoni che hanno visto il corpo senza vita della vittima. "Solo in questo modo riusciremo a prendere atto delle atroci sofferenze di questa bambina, della paura che ha provato, presa dai morsi della fame e della sete che ha avvertito ha mangiato un pezzo di pannolino" svela il pm. Una piccola che "sa solo sorridere e non sa camminare, che ha bisogno di una madre, madre che invece non c'era: era fuori a divertirsi. Allora l'unico desiderio dell'imputata era alimentare la sua relazione amoroso, oggi il suo unico scopo è eludere le conseguenze delle sue azioni di cui è assolutamente consapevole” aggiunge il pm certo che Alessia Pifferi chiederà clemenza alla corte per evitare il massimo della pena.

Il pm descrive l'orrore e la zia di Diana Pifferi piange

Ha pianto a lungo Viviana Pifferi, sorella di Alessia e zia di Diana, quando il pm nella sua requisitoria in aula ha descritto nei dettagli. Lo stesso pm Francesco De Tommasi nel corso della requisitoria leggendo alcuni passaggi degli atti si è visibilmente commosso a tratti. "Questa è la morte terribile di un essere umano – ha spiegato - e in questo caso è una bambina, che sa solo sorridere e invece viene trovata così".