Le ricerche sono ancora in corso

Naufragio nella Manica, cinque morti. A Londra varato il "Ruanda Bills"

Un centinaio in salvo, ma il bilancio delle vittime è provvisorio. La tragedia nelle stesse ore in cui Gran Bretagna approva in via definitiva la legge che prevede il rimpatrio dei migranti ruandesi. Le Nazioni Unite: "Pericoloso precedente"

È di almeno cinque morti, tra cui un bambino, il bilancio del tragico naufragio che ha coinvolto una imbarcazione nella notte al largo di Wimereux, nel canale della Manica.

Secondo quanto riferito dall'emittente Bfm, sono state tratte in salvo grazie all'attivazione di un dispositivo di soccorso un altro centinaio di persone a bordo dell'Abeille Normandie', il rimorchiatore di pronto intervento della Marine Nationale. I profughi sbarcheranno, secondo La Voix du Nord, nel porto di Boulogne, ma le ricerche sono ancora in corso.

Tra i superstiti, precisa il giornale, il padre di una bimba di 4 anni, in lacrime sulla spiaggia di Wimereux: la figlia sarebbe grave. Nella zona è stato dispiegato un ingente dispositivo di soccorso, con tre elicotteri, gommoni, pompieri  e personale medico-sanitario. 

L'ultima tragedia simile nel nord della Francia risale al 3 marzo scorso, quando morì una piccola di sette anni nel canale dell'Aa, a Watten, mentre si trovava a bordo di una piccola imbarcazione insieme ad altri 15 migranti. 

Secondo gli esperti, il meteo propizio ha indotto i migranti a tentare la traversata verso le coste britanniche, ma il canale della Manica resta una delle tratte di mare più pericolose al mondo, anche con il bel tempo i rischi sono altissimi.

Non si ferma quindi la conta delle vittime nelle acque che separano la Francia dalla Gran Bretagna dove altre cinque persone sono morte nella notte tra il 13 e il 14 gennaio, mentre tentavano di raggiungere un'imbarcazione che le avrebbe portate in Inghilterra.

Approvato il Ruanda Bill in Gran Bretagna. Ma c'è chi parla di “deportazione”

E proprio nel Paese a guida del premier Sunak non si placano le polemiche intorno alla questione dei migranti di origine ruandesi. Il Parlamento britannico ha approvato nella notte il cosiddetto “Ruanda Bill”, controverso disegno di legge che prevede l'espulsione in Ruanda dei richiedenti asilo entrati illegalmente nel Regno Unito. L'ok definitivo arriva dopo una lunga battaglia tra la Camera alta, riluttante ad affrontare questo testo divisivo, e la Camera bassa. 

"L'approvazione" del disegno di legge "non è solo un passo avanti, ma un cambiamento fondamentale nell'equazione globale sulla migrazione". Questo il commento del premier britannico che ha spiegato come "l'approvazione di questa legge consentirà di attuare" questo cambiamento "e renderà molto chiaro che se si arriverà nel Paese illegalmente, non si potrà rimanere".

Il primo ministro britannico ha osservato che l'obiettivo di Londra è quello di "far decollare i voli" con i richiedenti asilo espulsi e ha espresso la fiducia che nulla impedirà a Londra di adottare misure di espulsione. D'altronde uno dei punti chiavi della sua recente campagna elettorale è stato portato avanti grazie allo slogan "Stop the boat", ossia "fermiamo i barconi".

Ma le Nazioni Unite sono fortemente critiche verso questa decisione e hanno invitato il Paese a riconsiderare i piani di espulsione dei richiedenti asilo in Ruanda, avvertendo che si tratta di una scelta che minaccia lo stato di diritto e costituisce "un pericoloso precedente a livello globale".

L'Alto Commissario per i Diritti Umani, Volker Türk, assieme all'omologo responsabile per i rifugiati, Filippo Grandi, hanno invitato il governo inglese "a prendere invece misure pratiche per combattere i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani".

 

A giugno 2022 l'Alta Corte aveva dato il via libero al trasferimento dei migranti in Ruanda: pochi giorni dopo il volo di ritorno verso il Paese martoriato da uno dei genocidi più spaventosi dello scorso secolo, fu bloccato grazie all'applicazione, da parte della Corte Europea per i diritti dell'uomo, dell'articolo 39 della Corte di Strasburgo.

Alla luce di quanto approvato in queste ultime ore i difensori dei diritti umani stanno già promettendo nuovi ricorsi in tribunale dato che Londra starebbe violando le convenzioni internazionali e il principio di non respingimento, che vieta di negare domanda d'asilo a chi fugge da contesti di guerra o crisi. 

Inoltre, il Ruanda non sarebbe un paese idoneo ad accogliere i profughi, che sarebbero esposti al rischio di maltrattamenti o rimpatri verso paesi instabili, come affermato nella sentenza del 2022 della Cedu.