La scoperta

Nei papiri di Ercolano svelato il luogo esatto della sepoltura di Platone

Lo rivela il papirologo Graziano Ranocchia dell'Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca 'Greek Schools' condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche

Nei papiri di Ercolano svelato il luogo esatto della sepoltura di Platone
Ansa
Papiri di Ercolano

Dai papiri di Ercolano riemerge il luogo esatto della sepoltura di Platone nell'Accademia ad Atene: era situato nel giardino a lui riservato (un'area privata destinata alla scuola platonica) vicino al cosiddetto Museion osacello sacro alle Muse. Lo rivela il papirologo Graziano Ranocchia dell'Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca 'Greek Schools' condotto con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. La scoperta è racchiusa in mille parole nuove o diversamente lette del papiro contenente la Storia dell'Accademia di Filodemo di Gadara.

L'aumento del testo (pari al 30% in più rispetto alla precedente edizione del 1991) corrisponde all'incirca alla scoperta di 10 nuovi frammenti di papiro di media grandezza.   Il testo rivela che Platone fu venduto come schiavo sull'isola di Egina già forse nel 404 a.C., quando gli Spartani conquistarono l'isola o, in alternativa nel 399 a.C., subito dopo la morte di Socrate. Finora si era creduto che Platone fosse stato venduto come schiavo nel 387 a.C. durante il suo soggiorno in Sicilia alla corte di Dionisio I di Siracusa.

I testi parlano anche della sua ultima notte, ma non solo. Diverse nuove letture forniscono un nuovo quadro delle circostanze della corruzione dell'oracolo di Delfi da parte del filosofo accademico Eraclide Pontico. Viene inoltre corretto il nome di Filone di Larissa in 'Filione' (allievo del grammatico Apollodoro di Atene per due anni e dello stoico Mnesarco per sette anni), che morì a 63 anni in Italia durante una pandemia influenzale. 

Ad essere lette per la prima volta sono state alcune sequenze di lettere dei papiri di Ercolano, che erano nascoste all'interno di strati multipli, rimasti attaccati l'uno all'altro dopo lo srotolamento fatto nei secoli passati con una tecnica meccanica che ha provocato la dislocazione di interi frammenti di testo. 

"Si tratta di un salto di qualità enorme, anche se lo studio è solo alle battute iniziali: l'impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni", afferma il papirologo Graziano Ranocchia dell'Università di Pisa, presentando alla Biblioteca Nazionale di Napoli i risultati di medio termine del progetto di ricerca 'GreekSchools' condotto con l'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (Ispc) e l'Istituto di Linguistica Computazionale(Ilc) del Consiglio Nazionale delle Ricerche.  

Lo studio, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc), è stato condotto combinando due tecniche innovative, la tomografia a coerenza ottica e l'imaging iper spettrale a infrarossi, grazie a un laboratorio mobile fornito dalla Nottingham Trent University.   "Gli strati multipli rappresentano un problema drammatico perla lettura di quasi tutti i rotoli che sono stati svolti, all'incirca 1.560 sui 1.840 totali sopravvissuti all'eruzione del Vesuvio nel 79 d. C.", spiega Ranocchia. "Queste gravi stratificazioni stravolgono buona parte dei testi rendendone impossibile l'edizione. Poter finalmente individuare questi strati e ricollocarli virtualmente nella loro posizione originaria per ripristinare la continuità del testo significa raccogliere una quantità di informazioni enorme rispetto al passato".