Politica

Voto di sfiducia al ministro Daniela Santanchè, mozione delle opposizioni respinta con 213 no

Dopo il voto di ieri su Salvini, oggi la Camera ha votato sulla mozione alla ministra del Turismo. I sì per la sfiducia sono stati 121. Il gruppo Iv ha votato con la maggioranza

Voto di sfiducia al ministro Daniela Santanchè, mozione delle opposizioni respinta con 213 no
Ansa
Daniela Santanché

L'Aula della Camera ha respinto la mozione di sfiducia depositata da M5S nei confronti del ministro del Turismo, Daniela Santanchè, con 213 no e 121 sì. Contro la sfiducia si è espresso anche il gruppo Iv.

La mozione non ha agitato la maggioranza, anche se l'esponente di Fratelli d'Italia aveva fatto sapere di essere “zero preoccupata”. Definito “un voto importante, giustamente l'opposizione fa la sua parte - ha sottolineato la ministra - rendendo però più forte la maggioranza”.

Il messaggio sottinteso, con la richiesta di massima unità, sembra diretto a tutto il centrodestra, perché se è vero che i leader, dalla premier Giorgia Meloni ai due vice Matteo Salvini e Antonio Tajani, si dicono certi della coesione della maggioranza e le dichiarazioni mantengono una linea garantista, non è un mistero che i guai giudiziari della ministra qualche pensiero lo stiano dando.

Il timore principale è che a una bocciatura della mozione di sfiducia possano seguire sviluppi nell'inchiesta appena chiusa o nuovi procedimenti capaci di creare imbarazzi, nel bel mezzo di una primavera elettorale che, da qui a giugno, testerà su più livelli la tenuta della coalizione di governo. La speranza non detta è che la ministra tragga da sé le conclusioni sull'opportunità o meno di rimanere in carica, soprattutto in caso di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Milano. 
Tutto considerato, se il voto slittasse alla settimana prossima o oltre, nessuno probabilmente nel centrodestra se ne dispiacerebbe.

Ieri è cominciata la discussione in Aula. Emma Pavanelli, deputata M5s, è stata la prima a prendere la parola sottolineando più volte "l'assenza" della ministra nell'aula di Montecitorio e accusando "l'assordante silenzio del governo e di Fratelli d'Italia". “Avrei voluto rivolgermi alla ministra Santanchè o a qualche ministro, ma purtroppo vediamo che sono assenti”, ha spiegato la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli, illustrando la mozione che chiede le dimissioni della ministra. "Evidentemente la maggioranza ha preferito tenerla nascosta". 

"Siamo arrivati oggi a quattro procedimenti nei quali a vario titolo la ministra risulta coinvolta, per il momento soltanto sfiorata da accuse di concorso in bancarotta e riciclaggio, mentre personalmente indagata per falso in bilancio e per truffa ai danni dell'Inps. I fatti sono gravissimi - attacca Pavanelli - Ci chiediamo come sia possibile ritenersi meritevoli di incarichi di governo nonostante le accuse a carico. Ci chiediamo se non sia più dignitoso, anzi doveroso, un è passo indietro nell'attesa che ogni dubbio sia fugato". 

"Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari", scrive su X il leader di Italia Viva Matteo Renzi. "Daniela Santanché ministra ha fallito e noi la contestiamo sul piano politico. Ma noi non usiamo le indagini per attaccarla. A differenza di quello che ha sempre fatto la stessa Santanchè che ha chiesto in carriera le dimissioni di 18 ministri, tra cui tutti i nostri amici - aggiunge. Noi siamo profondamente diversi dalla Santanchè e da chi vive con la doppia morale. O da chi si professa custode autonominato di uno stato etico. Votiamo no alla sfiducia basata sul giustizialismo".

Un disonore per le istituzioni, secondo Giuseppe Conte del M5s, il comportamento di Santanchè. 
"Garantismo per cosa? Qui la garanzia è che si stanno disonorando le istituzioni", ha detto al presidio dell'agenzia Agi ribattendo al commento di Italia Viva riguardo al garantismo sul caso Santanchè. "Il garantismo è una cosa seria non lo invochiamo fuor di luogo. Ci sono garanzie costituzionali che riguardano i processi e che vanno garantite a tutti gli imputati e gli indagati ma è una cosa ben diversa sui stiamo parlando di responsabilità politica, di opportunità".