Ddl Casellati

Premierato, via libera della commissione Affari Costituzionali del Senato a riforma costituzionale

Il disegno di legge per l'elezione diretta del presidente del Consiglio è stato approvato a maggioranza

Premierato, via libera della commissione Affari Costituzionali del Senato a riforma costituzionale
SenatoTv
Commissione Affari costituzionali del Senato, 24 04 2024

La commissione Affari Costituzionali del Senato, dopo 5 mesi dall'avvio dei lavori, ha dato il primo sì alla riforma costituzionale del premierato. Il testo è stato approvato con i voti favorevoli di FdI, FI, Lega e Autonomie. Contro il ddl Casellati hanno votato Pd, M5s e Avs mentre Italia viva si è astenuta

Via libera al relatore Albero Balboni a riferire in Aula. La Conferenza dei capigruppo dovrà ora calendarizzare il provvedimento in Aula. 

Alessandra Maiorino, di M5s, ha dettoche il ddl "per quanto breve è una carica di tritolo sotto la nostra architettura costituzionale, senza però dire quale è l'alternativa a tale architettura, che è solo abbozzata".

"Politicamente - ha aggiunto - è un tentativo di riscrittura della storia a posteriori. Le madri e i padri costituenti hanno voluta una Costituzione plurale per ragioni evidenti. Voi cancellate gli ultimi decenni dal 1948 ad oggi e tornate indietro".   Un voto a favore è stato annunciato da Fi con Daniela Ternullo. "La riforma - ha detto - ridà potere ai cittadini e blocca i giochi di Palazzo". "Noi riteniamo che debbano essere i cittadini a decidere chi li governa, e non gli intrighi diPalazzo e i trasformismi. L'alternativa è semplice: la democrazia è dare la voce al popolo e noi siamo per quella".   Annunciando il voto contrario del Pd Andrea Giorgis ha affermato che "un vero confronto di merito non c'è mai stato".

Alle proposte e agli emendamenti del Pd "la risposta è stata il silenzio e l'accelerazione dei lavori e la presentazione di un testo sempre più contraddittorio". In particolare l'elezione delle Camere a strascico di quella del premier "cambia e travolge la natura stessa della Costituzione e del Parlamento". "Si certifica la fine della Repubblica parlamentare, si certifica la rinuncia a costruire l'unità dal basso, la rinuncia alla fatica delle mediazione. La riduzione alla scelta del capo è più fragile e debole, con pratiche demagogiche". Il tutto senza contare le "incongruenze e sgrammaticature del testo". Giorgis ha concluso "con un appello a Governo e maggioranza: fermatevi, apriamo un confronto sui rilievi dei costituzionalisti".   

Dafne Musolino, annunciando l'astensione di Iv, ha ricordato che il suo gruppo era favorevole al principio dell'elezione diretta del premier ma ha lamentato la chiusura di governo e maggioranza agli emendamenti che cercavano di introdurre i contrappesi: "Il lavoro si è scontrato con la volontà del governo di fare una riforma con l'elezione diretta, senza però badare agli altri aspetti necessari", come il superamento del bicameralismo perfetto o i poteri di controllo del Parlamento. Inoltre "ci sono incognite che non possono essere lasciate come tali" e riguardanti il sistema elettorale.   Un sì al ddl è arrivato dalla Lega con Daisy Pirovano. 

"Come Lega - ha detto - abbiamo cercato di migliorare il testo e sappiamo che c'è spazio per miglioramenti in Aula". La senatrice leghista ha pura affermato che "qualsiasi preoccupazione delle opposizioni è importante che sia ascoltata". "Ciò che ho colto è stato l'interesse affinché fossero risolte alcune criticità. Ma ci sarà modo di intervenire in Aula anche in modo piùpuntuale". In ogni caso "se il ddl va nell'ottica di ridare dignità alla politica allora la Lega vota a favore". 

Nella seduta di ieri sera erano state svolte le dichiarazioni di voto di Fdi con Marco Lisei, che aveva espresso il voto favorevole, così come Meinhard Durnwalder per le autonomie. Il voto contrario è invece stato espresso da Avs con il capogruppo Peppe De Cristofaro.