Verso le elezioni europee

Prodi: "Perché votare in Europa chi poi non ci va? Così si ferisce la democrazia"

"L'Europa deve decidersi al cambiamento, il voto all'unanimità blocca l'Unione". Sul caso Scurati: "Quella censura mi preoccupa", poi "bacchetta" i leader che scelgono di candidarsi senza poi andare a Bruxelles

Prodi: "Perché votare in Europa chi poi non ci va? Così si ferisce la democrazia"
lapresse
Romano Prodi

L'ex presidente del Consiglio Romano Prodi interviene alla “Repubblica delle Idee”, la manifestazione culturale del quotidiano La Repubblica. 
L’avvicinarsi del voto europeo porta l’attenzione sul futuro dell’Unione. Nei giorni scorsi gli interventi degli ex presidenti del consiglio Mario Draghi e Enrico Letta hanno aperto due temi: quello di un modello di funzionamento diverso dell'Europa e quello di maggiore coesione rispetto all'economia europea.

Colpisce un passaggio sulla rappresentanza italiana in Europa, sui partiti che si preparano al voto, sulle candidature: "Quel che sta succedendo dimostra proprio che non mi dà retta nessuno". Tutti lo leggono come un commento alla candidatura alle europee al Centro e nelle Isole della segretaria del Pd, Elly Schlein. ''Ragioniamo con un po' di buonsenso: perché dobbiamo dare un voto a una persona che, se vince, di sicuro non ci va? Queste sono ferite della democrazia, si scava un fosso per cui la democrazia non è più amata. Ovviamente è questione che riguarda Meloni, Schlein, Tajani e tutti”.

Poi gli annosi problemi istituzionali dell'Unione. "L'Europa deve decidersi al cambiamento del modello decisionale - afferma Prodi - Con l'unanimità non possiamo fare nulla delle belle cose che ci suggeriscono coloro che vogliono un'Europa avanzata”. Prodi poi aggiunge: "Come possiamo pensare che ci sia una politica estera comune all'unanimità, quando abbiamo Orban in Ungheria, la Slovacchia che la pensa in un altro modo, e fino a poco fa avevamo la Polonia? Non si può. Bisogna usare la democrazia anche nel Consiglio europeo, cioè la maggioranza vince. L'euro è stato il grande salto in avanti dell'Europa, ma mica l'euro è stato fatto all'unanimità. Fu votato da 12 paesi, che adesso sono 20". 

Interpellato sul rapporto presentato da Enrico Letta, Prodi ha risposto: "È molto interessante. Non è la Bibbia del bene e del male, ma mette in rilievo alcuni dei drammi che paralizzano l'Europa, ad esempio che non abbiamo un mercato di capitali che funzioni. Ogni anno 300 miliardi di risparmi europei vanno in America e vengono gestiti dalle società americane per comprare le imprese europee o per sviluppare quelle americane. Poi la fiscalità: come possiamo andare avanti con alcuni Paesi che prendono le tasse dagli altri, fanno mettere la sede nei loro paesi per evadere il nostro fisco? Ma queste riforme non saranno messe in atto, perché devono essere votate all'unanimità. Alcuni paesi non lo faranno mai. L'Irlanda da paese quasi più povero è diventato ricco perché tutte le multinazionali del mondo mettono la sede lì. Torniamo alla questione del voto unanime – afferma Prodi -  Se manteniamo il voto all'unanimità queste bellissime riforme indicate da Letta non le metteremo mai in pratica". 

Sulla cancellazione del testo di Scurati su Raitre si dice “preoccupato. Ho letto quello che avrebbe detto Scurati, il fatto che sia stato censurato mi preoccupa moltissimo". “Certamente sento che sta venendo meno la democrazia. Il controllo dei media è un atteggiamento antidemocratico. Poi non so se rimarrà un episodio isolato o meno”. Gli chiedono se viviamo in un regime: “Ci sono segnali molto preoccupanti, poi voi cercate sempre le definizioni per intrappolare".