Le comunicazioni del premier in vista del Consiglio Europeo

Ucraina, il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza. Draghi ringrazia l'Aula

Nel testo passato con 219 sì e 20 no c'è l'ok alle armi a Kiev ma con la necessità di continuare a coinvolgere le camere. Poi l'impegno a "esigere" il ritiro russo affiancato da "iniziative utili alla de-escalation"
Ucraina, il Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza. Draghi ringrazia l'Aula
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Senato oggi

Draghi: preoccupato per il governo? "No"

"No". Risponde così il presidente del Consiglio Mario Draghi a chi gli chiede se sia preoccupato per il governo al termine del voto in Senato dopo le sue comunicazioni su Ucraina e prossimo Consiglio Ue. Lasciando Palazzo Madama a chi chiede se sia soddisfatto per l'esito del voto sulla risoluzione si limita ad annuire.

Il Senato approva la risoluzione di maggioranza con 219 sì e 20 no

ll Senato ha approvato la risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi in vista del Consiglio Europeo. I sì sono stati 219, 20 i no, 22 gli astenuti. Respinte le altre 4 risoluzioni presentate da Cal, dalla senatrice Elena Fattori del gruppo Misto, del senatore di Italexit, Gianluigi Paragone e di Fratelli d'Italia (su cui è stato chiesto il voto per parti separate). Su tutte il governo aveva espresso parre contrario.

Il testo della risoluzione approvata è il frutto di una mediazione lunga e complicata, raggiunta dopo l'intervento di Draghi. Poggia in particolare su un passaggio in cui si sollecita il governo a continuare a garantire "il necessario e ampio coinvolgimento del Parlamento" ai principali summit internazionali, come previsto dal decreto Ucraina e - si legge nella risoluzione - "comprese le cessioni di forniture militari".

Da Pd e Forza Italia "mandato forte" al governo

"Noi sosteniamo la sua azione e quella dell'esecutivo in uno dei momenti più difficili della storia recente convinti che saprà svolgere con grande autorevolezza il suo ruolo per il cessate il fuoco e l'avvio di negoziati che conducano a una pace giusta, la costruzione di una nuova architettura europea e il sostegno a chi sta soffrendo gli effetti della crisi", ha affermato in aula la capogruppo del Partito democratico Simona Malpezzi. "Con questo voto - ha proseguito -  vogliamo darle un mandato forte convinti che la credibilità e la sicurezza internazionale dell'Italia derivano dalla saldezza della nostra posizione nello scenario geopolitico".

Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia, ha detto: "Come la abbiamo sostenuto dal primo di marzo la sosterremo anche oggi perché nulla è cambiato- È evidente che il Parlamento sarà consultato ed è evidente che il nostro primo obiettivo è la pace ma senza la difesa dell'Ucraina la pace non si raggiungerà mai. Vogliamo darle un mandato forte e coeso". 

L'ex M5S Dessì: "Dossieraggio vergognoso". Draghi: "Ma che dice"

"Ma che dice". Con un inequivocabile gesto della mano il premier Mario Draghi si è rivolto così al ministro degli Esteri Lugi Di Maio, seduto al suo fianco, quasi spazientito dall'intervento del senatore del gruppo di opposizione Cal-Pc-Idv  Emanuele Dessì (eletto con i Cinquestelle) che in quei momenti in Aula a Palazzo Madama parlava di un "dossieraggio vergognoso". Fino a quel momento Draghi aveva seguito impassibile il discorso di Dessì che, nella dichiarazione di voto sulla risoluzione dopo le comunicazioni del premier in vista del Consiglio Ue sull'Ucraina, ha attaccato il premier e il suo governo a più riprese, tanto da essere ripreso dalla presidente del Senato Elisabetta Casellati.

Lega e M5S invitano a perseguire la via diplomatica. Fdi: "Non saremo la stampella del governo"

"Il sostegno militare prosegua nell'ambito della legittima difesa del popolo ucraino, come abbiamo votato nei mesi scorsi, stando attenti che la legittima difesa non diventi a sua volta aggressione", ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega nel suo intervento: "Si può essere europeisti e atlantisti, eppure considerare l'arma più potente quella della diplomazia". Ha poi aggiunto: "Fate presto' perché qui non c'è solo il rischio che la pace si stia allontanando, ma fra poco c'è il rischio che non funzionino più neanche i condizionatori"

"La posizione del M5s rispetto all'Ucraina non è mai cambiata", ha detto invece nel suo intervento il senatore Marco Pellegrini, nel corso del quale ha sostenuto sanzioni e ruolo diplomatico dell'italia, ma rimarcando che "dopo aver inviato forniture anche di armamenti l'Italia deve concentrare gli sforzi sul piano diplomatico".

"La sua maggioranza litiga soprattutto sulla politica estera. Non siamo e non saremo, a maggior ragione da oggi, la stampella a questo governo". Così invece il capogruppo al Senato di Fratelli d'Italia Luca Ciriani.

Il governo dà parare favorevole alla risoluzione di maggioranza

Il governo ha dato parere favorevole al testo della risoluzione presentata dai gruppi di maggioranza sulle comunicazioni del premier Draghi. L'ha riferito in aula il sottosegretario alla presidenza dl Consiglio, Vincenzo Amendola. Pareri contrari alle altre 4 risoluzioni proposte da Fratelli d'Italia, da Elena Fattori, senatrice del gruppo Misto e da Gianluigi Paragone di Italexit.

Draghi: decisioni complesse con risvolti morali, il sostegno del Senato è molto importante

"L'unità è essenziale". Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, nella sua breve replica al Senato, dopo il deposito della risoluzione di maggioranza

"Continueremo sulla strada disegnata dal decreto legge 14 del 22 - ha aggiunto - ringrazio il Senato per il sostegno ad aiutare l'Ucraina a difendere la libertà e la democrazia, a ricercare una pace duratura che rispetti i diritti e la libertà dell'Ucraina. In questi momenti quando il paese è coinvolto in una guerra le decisioni che si devono prendere sono complesse, profonde e con risvolti anche morali, avere il sostegno del Senato è molto importante per me. Voglio ringraziarvi anche per un motivo quasi personale, le decisioni che si devono prendere sono complesse e profonde, hanno risvolti morali e avere il sostegno del Senato nel prendere queste decisioni è molto importante per me".

Risoluzione: garantire sostegno all'Ucraina, cessate il fuoco obiettivo primario, corridoi per beni alimentari, contrasto caro-energia

La risoluzione concordata tra le forze di maggioranza prevede anche di "garantire sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, legittimati dall'art. 51 della Carta delle Nazioni Unite - che sancisce il diritto all'autodifesa individuale e collettiva - confermando il ruolo dell'Italia nel quadro dell'azione multilaterale, a partire dall'Unione europea e dall'Alleanza Atlantica, finalizzata al raggiungimento del primario obiettivo del cessate il fuoco e della pace".

Ci sono poi il supporto alle "domande di adesione all'Ue di Ucraina, Repubblica Moldova e Georgia", passaggi sulla "sicurezza alimentare a livello globale, attraverso corridoi sicuri e lo sminamento dei porti" e la richiesta di "finalizzare le iniziative di RePowerEU che realizzino la diversificazione delle fonti energetiche in Europa e contrastino l'incremento dei prezzi dell'energia". Si cita anche "l'introduzione di un tetto ai prezzi del gas e dal disaccoppiamento del prezzo dell'energia tra rinnovabili e fonti fossili tradizionali". Il testo poi chiede all'esecutivo di “adoperarsi per la definizione di strumenti fiscali comuni europei per compensare gli squilibri per gli Stati dovuti alle conseguenze economiche della guerra in Ucraina e alle sanzioni alla Russia e rafforzare politiche a favore di famiglie e imprese in difficoltà per gli effetti del conflitto”
 

L'accordo di maggioranza: iniziative per de-escalation e coinvolgimento camere

"Continuare a garantire secondo quanto previsto dal decreto legge 14/2022 il necessario e ampio coinvolgimento delle Camere, con le modalità ivi previste, in occasione dei più rilevanti summit internazionali riguardanti la guerra in Ucraina e le misure di sostegno alle istituzioni ucraine, ivi comprese le cessioni di forniture militari". Questa la formulazione concordata tra le forze di maggioranza per uno dei passaggi più discussi della risoluzione da mettere ai voti.

Il testo impegna inoltre il governo a "esigere, insieme ai partner europei, dalle autorità russe l'immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, con iniziative multilaterali o bilaterali utili a una de-escalation militare che realizzi un cambio di fase nel conflitto, aumentando in parallelo gli sforzi diplomatici intesi a trovare una soluzione pacifica basata sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina e dei principi del diritto internazionale". 

Fazzolari (FdI): “Interesse del paese è rispettare le alleanze”

"Fratelli d'Italia è il movimento dei patrioti italiani prendiamo le nostre decisioni solo e sempre nell'interesse della nazione e oggi vuol dire rispettare le alleanze internazionali come deve sempre fare una grande nazione come la nostra". Lo dice in aula al Senato, Giovanbattista Fazzolari di FdI intervenendo dopo le parole del premier Draghi in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. Secondo Fazzolari si assiste a un "dibattito surreale come se le armi italiane - aggiunge - fossero fondamentali per decidere se l'Ucraina riesce a resistere oppure no. Anche se l'Italia dovesse tradire le proprie alleanze internazionali tutto il resto dell'occidente continuerebbe a difendere l'Ucraina. Non cambierebbe le sorti della guerra ma cambierebbe l'immagine dell'Italia nel mondo facendo ripiombare l'Italia a paese poco affidabile". 

Il Pd rilancia: “Accordo trovato in maggioranza sulla risoluzione da votare”

Accordo trovato in maggioranza sulla risoluzione da votare dopo le comunicazioni di Mario Draghi, in vista del prossimo Consiglio europeo. Lo conferma il capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, al termine di una nuova riunione in Senato e lo confermano anche fonti parlamentari al Senato. A sottoscrivere l'accordo ci sarebbe anche il M5s. 
 

Fonti: non c'è intesa sulla risoluzione, si va alla conta

"Udite le comunicazioni del presidente del Consiglio, il Senato le approva". Dopo la riunione fiume di ieri e la nuova fumata nera di stamattina sulla risoluzione, si va verso un testo di una sola riga per blindare le comunicazioni di Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. "La risoluzione è morta, il riferimento al decreto Ucraina, le 'modalità ivi previste'...non esiste più nulla di tutto questo. Si andrà alla conta". E' questo, secondo quanto apprende LaPresse, lo stato dell'arte in Senato mentre è in corso la discussione generale alla presenza del premier. "Il Governo non cade se anche i contiani si convincono a votare il 'lodo Casini'". Il 'lodo Casini', per l'appunto, consiste in un testo che prende atto di quanto detto da Draghi. "Una volta - ha detto l'ex presidente della Camera intervenendo nell'aula di palazzo Madama - questo dibattito parlamentare sarebbe terminato così: il Senato udita la comunicazione del presidente del consiglio dei ministri la approva'". Anche nei giorni scorsi l'opzioni era stata vagliata come 'piano B' in caso di mancato accordo, anche se l'opzione non sarebbe molto gradita all'inquilino di palazzo Chigi.

Alfieri (Pd): “Il voto di oggi dia pieno mandato a Draghi”

"Il voto di oggi interroga e responsabilizza tutti: abbiamo il dovere di dare un mandato pieno a lei presidente del Consiglio, per confermare la credibilità del paese". "Siamo consapevoli che questo passaggio e anche il voto di oggi responsabilizza tutti, parlamentari e governo. Abbiamo il dovere di dare un mandato pieno al premier e io penso che ci dovremo arrivare con una risoluzione con impegni precisi". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd, nel dibattito al Senato sulle comunicazioni del premier Mario Draghi. 

Dopo una prima fase, "ora è necessario inaugurare una seconda fase, inaugurata con il viaggio a Kiev, con la possibilità di rilanciare negoziati", sottolinea. "È un consiglio europeo importante, ci arriviamo con un passaggio che fa la storia: la sua foto con Macron e Scholtz dimostra che oggi c'è un motore a tre è qualcosa che oltre a rallegrarci ci riempie di responsabilità. Questo passaggio e il voto di oggi responsabilizza tutti, abbiamo il dovere di dare un mandato pieno al governo e penso che ci dobbiamo arrivare votando una risoluzione con impegni precisi". lo dice Alessandro Alfieri in aula al Senato intervenendo dopo le parole del premier Draghi in vista del consiglio europeo del 23 e 24 giugno. "Oggi - prosegue - si deve spostare l'attenzione sulla capacità di raddoppiare le iniziative diplomatiche per la pace e per il cessate il fuoco". Secondo alfieri oltre "al tema dell'energia c'è lo sblocco del grano, dobbiamo pensare alle conseguenze che potrebbero arrivare dall'Africa". 

Sul conflitto in Ucraina "siamo stati in prima linea dall'inizio e non lo abbiamo fatto a cuor leggero ma con la consapevolezza che stavano dalla parte giusta: dalla parte delle democrazie liberali". 

 

Ferrara (M5S): “Passare dalla diplomazia delle armi alle armi della diplomazia”

Chiediamo di "porre in essere iniziative per il cessate il fuoco, e pieno e costante coinvolgimento del parlamento, inclusa la decisione di inviare nuove arme, occorre passare dalla diplomazia delle armi, alle armi della diplomazia". Così Gianluca Ferrara del M5S, intervenendo in Senato. "Questo conflitto è la degenerazione di una frattura che si doveva comporre tempo fa". "Noi - dice - vogliamo che i nostri nipoti sappiano che abbiamo fatto di tutto per la pace". "La mia forza ha sempre sollecitato per una soluzione politica del conflitto, continueremo a farlo, fino a quando le parole prenderanno il posto delle pallottole", aggiunge il senatore pentastellato. Siamo "atlantisti, europeisti e mediterranei, ma non possiamo non aver una postura critica su certe scelte, le guerre in Afghanistan, ad esempio ha determinato morte e distruzione come in Ucraina". "Non dobbiamo indossare subito l'elmetto - conclude - ma dobbiamo escogitare altre soluzioni". 

"Presidente, dopo 4 mesi di guerra, le chiediamo di farsi portavoce di due punti: sollecitiamo la necessità di iniziative politiche orientate al cessate il fuoco e per una definizione pacifica del conflitto e, in secondo luogo, il più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento in relazione all'indirizzo politico perseguito dal governo nei consessi europei e internazionali, inclusa la decisione di inviare nuove forniture militari". 

“I pilastri dell'Italia sono le nostre vocazioni europeiste, atlantiste e mediterranea e pensare che venga meno uno dei 3 pilastri significa far cedere tutto. Di questo ne abbiamo piena contezza, ma questo non può impedirci una postura critica su questa scelta per ricordare che altre guerre precedenti hanno seminato morte e distruzione come quella odierna e quindi bisogna chiedersi qual è il metodo per evitare una guerra” ha continuato il senatore del M5s, Gianluca Ferrara.

Mario Monti (Misto): “Necessario sostenere il governo ora”

“Il mio sostegno al governo è pieno - ha esordito il sanatore Mario Monti -. Credo che la decisione di dare subito il segnale dell'ingresso nell'Ue dell'Ucraina ora sia necessaria. Lei presidente è qui oggi a causa della legge 234 del 2012, fatta per rafforzare la partecipazione dell'Italia ai processi di decisione dell'Unione europea. Prima di allora il governo non discuteva col Parlamento le linee da seguire con il Parlamento europeo. In questo caso si tratta di definire una posizione dell'intera Ue nei confronti di un paese amico e aggredito. Non oso immaginare ostacoli per ragioni particolari”. 

"Ringrazio il governo per il modo serio, pragmatico e responsabile con cui guida l'Italia e contribuisce a definite una posizione italiana ed europea su questa drammatica vicenda". 

Casini: “Da Draghi parole di impegno e di pace”

"Il teatrino che si sta sviluppando è incomprensibile, perché palesemente estraneo dalla materia in discussione, che è un pretesto introdotto per discutere di altre cose". Così Pier Ferdinando Casini, nel corso della discussione generale dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi, in vista del consiglio europeo. "Sono convinto - dice - che nella relazione di Draghi c'è tutto, a partire dal nostro impegno per la pace". "Non possiamo avallare - conclude - come regola la sopraffazione del debole da parte del forte, con le sue parole ci impegnamo per la pace". "Inutile alambiccarci in altre cose", conclude Casini. 

"Una volta quando io sono entrato in Parlamento, questo dibattito sarebbe terminato così 'Il Senato della Repubblica udita la comunicazione del presidente del Consiglio la approva'. Credo che sarebbe una pagina decorosa per il Parlamento, perché il teatrino che si sta sviluppando fuori da questa Aula è semplicemente incomprensibile, e voglio essere gentile. Questo perché palesemente estraneo rispetto alla materia in discussione". "Io sono totalmente convinto che nella relazione del premier c'è tutto, in primis il nostro impegno per la pace".

Renzi: “O troviamo una strada insieme o non avremo futuro”

"In alcuni momenti l'interesse di tutti deve prevalere sulle parti. Il 24 febbraio è cambiato tutto, sono venuti meno gli equilibri e le conseguenze le vedremo per decenni e generazioni, vanno oltre i confini dell'Ucraina. È un cambiamento epocale che riguarda cibo, energia e confronto tra democrazie. È un problema forse più grave dell'emergenza pandemica, che non è finita". Così Matteo Renzi in Senato durante la discussione generale dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 giugno. 

"Non sono uno di quelli che si può scandalizzare sulle discussioni nei partiti né credo che facciano male, sappiamo che possono succedere. Ma quello che possiamo chiedere a tutti è di essere seri rispetto alle priorità, perché la gravità della situazione internazionale - tra siccità, carestia, crisi energetica, si parla di guerra nucleare - impone che chi si vuole dividere, lo faccia rispettando l'onore di questo parlamento e non cercando alibi o finti alibi per la discussione. Ormai un fiume ha tracimato e gli argini non saranno più quelli di prima e dopo il 24 febbraio dobbiamo fare la conta dei danni". 

''Credo che il presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica francese e il cancelliere tedesco a Kiev abbiamo rappresentato tutti noi. Dovete essere orgogliosi di aver
sostenuto il governo in questo momento storico''. 

Terminata la relazione di Draghi

Terminate le comunicazioni del presidente del Consiglio, la parola passa ora all'Aula del Senato per gli interventi politici dei senatori

Draghi: “Proseguiamo su mandato delle Camere”

"L'Italia continuerà a lavorare con l'Unione Europea e con i partner del G7 per sostenere l'Ucraina, ricercare la pace e superare questa crisi. Questo è il mandato che il governo ha ricevuto dal Parlamento, da voi. Questa è la guida per la nostra azione". Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha concluso così il suo intervento in Senato, rivendicando la continuità dell'azione del governo con il mandato ricevuto nei mesi scorsi.

Gas: con i tagli di Mosca è più urgente il tetto del prezzo

"Questa misura" di un tetto al prezzo del gas "è diventata ancora più urgente alla luce della riduzione delle forniture da parte di mosca, con le difficoltà dell'Europa che aumentano vertiginosamente". Lo ha detto il presidente del consiglio, Mario Draghi, nelle comunicazioni al Senato sul Consiglio europeo. 

"Dall'inizio della guerra questo Governo si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo. Abbiamo stretto accordi importanti con vari Paesi fornitori: dall'Algeria all'Azerbajan e promosso nuovi investimenti anche nelle rinnovabili". "Grazie a queste misure potremo ridurre in modo significativo la nostra dipendenza dal gas russo già dall'anno prossimo".

Le sanzioni funzionano, ma il dialogo resta aperto

"Il 3 giugno il Consiglio europeo ha varato un sesto pacchetto di sanzioni", sanzioni che "funzionano", il "tempo ha rivelato che sono efficaci" ma i "canali di dialogo restano aperti". Così il premier Mario Draghi al Senato in vista del Consiglio Ue. 

"Negli ultimi giorni la Russia ha ridotto le forniture all'Europa, compresa l'Italia. Dall'inizio della guerra il nostro governo si è mosso con rapidità per trovare fonti di approvvigionamento alternative al gas russo. Abbiamo stretto accordi importanti con vari paesi fornitori, dall'Algeria all'Azerbaigian, e promosso nuovi investimenti, anche nelle rinnovabili. Grazie a queste misure potremmo ridurre in modo significativo la nostra dipendenza dal gas russo già dall'anno prossimo".

Serve pace concordata e non subita

"La strategia dell'Italia si muove su due fronti: sosteniamo l'Ucraina e le sanzioni alla Russia affinché Mosca accetti di sedersi al tavolo" per la pace. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato. "Solo una pace concordata e non subita può essere duratura", afferma il premier. "Una sottomissione violenta porta al prolungamento del conflitto", osserva il premier. "Ho constatato la determinazione degli ucraini. Noi intendiamo sostenere l'Ucraina", afferma Draghi. 

Per l'Ucraina va fatto uno "sforzo collettivo e coinvolgere organi internazionali e banche. Bisogna costruire e ridare una casa a chi l'ha persa, riportare i bambini a scuola e aiutare la ripresa della vita economica e sociale. Oggi spetta a tutti noi di permettere all'Ucraina di rinascere". "

A Kiev ho ribadito che l'Italia vuole l'Ucraina in Ue e vuole che abbia lo status di candidato. Il governo italiano è stato tra i primi a sostenere questa posizione con chiarezza e convinzione in Europa e in Occidente". "Continueremo a farlo in ogni consesso internazionale a partire dal prossimo consiglio europeo. Sono consapevole che non tutti gli Stati membri condividono oggi questa posizione", ha ricordato Draghi. "Ma la raccomandazione della Commissione europea è un segnale incoraggiante e confido che il Consiglio europeo possa raggiungere una posizione consensuale in merito", ha auspicato.

Draghi: “Preoccupato? Non lo so, vediamo”

Preoccupato per la tenuta della maggioranza? "Non lo so, vediamo". Così il presidente del Consiglio Mario Draghi, appena arrivato in Senato.