Giornata Mondiale della Gioventù 2023

Il Papa alla Via Crucis di Lisbona: "Gesù non si lascia condizionare della aspettative della gente"

Si stimano 800.000 persone nel Parque Eduardo VII, a Lisbona. Francesco ha iniziato la terza giornata a Lisbona confessando un gruppo di giovani della Gmg, poi la visita al centro parrocchiale del quartiere Serafina: "Stare vicini ai più fragili"
Il Papa alla Via Crucis di Lisbona: "Gesù non si lascia condizionare della aspettative della gente"
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Papa Francesco - Via Crucis nel Parque Eduardo VII di Lisbona.

Papa: portiamo a Gesù grida straziate nostra umanità

"Portiamo" a Gesù "le grida straziate della nostra umanità riarsa, assetata di pace. Guardiamo con fiducia a Colui che 'è la nostra pace'. A Lui, trafitto per noi, apriamo il cuore. In Lui confidiamo. Il sangue e l’acqua, che sgorgano dal suo costato, discendano su di noi, ci purifichino e ci trasformino. Ci rendano profeti appassionati del Vangelo, testimoni audaci di speranza". Lo ha detto Papa Francesco, in occasione della Via Crucis con i giovani nel Parque Eduardo VII, a Lisbona, in occasione della Giornata della Gioventù.

Papa: non lasciamoci intimorire dal futuro

Gesù "desidera riaccendere in noi la luce della bellezza e renderci sentinelle di speranza, capaci di osare passi nuovi nel buio della notte, di non appiattirci nel passato, di non lasciarci intimorire dal futuro". Lo ha detto Papa Francesco, in occasione della Via Crucis con i giovani nel Parque Eduardo VII, a Lisbona, in occasione della Giornata della Gioventù. "Egli - ha affermato - desidera riaccendere in noi la luce della bellezza e renderci sentinelle di speranza, capaci di osare passi nuovi nel buio della notte, di non appiattirci nel passato, di non lasciarci intimorire dal futuro. Lui lotta e non si arrende perché la tua vita non venga inghiottita dal buio della morte". "E, per ogni 'morte' che sperimenti, scende nei tuoi abissi e ti solleva alla vita, la sua vita. E alla fine di questo cammino, ha preparato per te il suo stesso approdo, il Cielo: Egli trasformerà l’arrivo della tua esistenza in un nuovo inizio, in una risurrezione senza fine, in una vita di gioia e pace eterne, senza lutto né lacrime, senza dolore né rimpianto", ha aggiunto. "Amici, questo vuole Gesù e per questo Lui, che 'è il segreto della storia, la chiave dei nostri destini' cammina fino al Golgota e sale sulla croce per noi", ha sottolineato.

Papa: Gesù spera di aprire finestre dell'anima

"Che cosa spera Gesù? Di aprire le finestre della tua anima alla pienezza della sua vita e del suo amore; di asciugare le tue lacrime nascoste con la sua tenerezza; di colmare la tua solitudine con la sua vicinanza, la tua paura con la sua consolazione; di sollevarti dai pesi interiori che ti opprimono; di sanare le ferite dei tuoi peccati; di farti uscire dalle paralisi della tristezza, della rassegnazione, di quell’accidia dell’anima che ti spegne l’entusiasmo; di spingerti ad abbracciare il rischio dell’amore, perché tu diventi artigiano di gratuità, pieno di attenzioni verso chi è più povero, responsabile nei confronti del tuo tempo, della società e del creato". Lo ha detto Papa Francesco, in occasione della Via Crucis con i giovani nel Parque Eduardo VII, a Lisbona, per la Giornata della Gioventù.

Papa: Gesù non si lascia condizionare dalle aspettative della gente

"Gesù è 'la via'. Nei Vangeli lo incontriamo il più delle volte per strada. Non sta fermo, va nelle piazze, sulle rive del lago, sui monti, nel tempio. Non ha dove posare il capo  Non si lascia condizionare dalle aspettative della gente, non si fa rinchiudere in un ruolo, né catturare da cerimonie e ritualità distanti dalla realtà. Egli passa, percorre i solchi della vita quotidiana, fissa i volti negli occhi, volge lo sguardo a chi soffre e attende speranza, sente compassione per chi è affaticato, tende la mano a chi è nel dolore. Si ferma davanti alla storia di ciascuno e di tutti si prende cura con tenerezza, per poi riprendere il cammino". Lo ha detto Papa Francesco, in occasione della Via Crucis con i giovani nel Parque Eduardo VII, a Lisbona, in occasione della Giornata della Gioventù.

800 mila persone a Via Crucis con giovani a Lisbona

Circa 800 mila persone sono presenti alla Via Crucis con Papa Francesco nel parco Eduard VII di Lisbona. E' la stima delle autorità locali.

Ansia e anoressia, i dolori dei giovani alla Via Crucis del Papa

L'ansia, la depressione, la solitudine, i disturbi alimentari, il rifugiarsi nella droga e nella pornografia: sono le questioni che i giovani della Gmg a Lisbona hanno voluto inserire nella Via Crucis con il Papa. Stazione dopo stazione i ragazzi, che sono riuniti al Parque Eduardo VII in attesa del Pontefice, questa sera parlerann odella loro personale via crucis di ogni giorno.   

"Ci viene detto che la vita è piena di opportunità, ma è difficile vedere dove siano quelle opportunità quando i soldi non sono sufficienti, quando non si riesce a trovare lavoro e quando l'accesso all'istruzione spesso è praticamente impossibile", si legge nella meditazione della prima stazione, diffusa sul portale ufficiale della Giornata Mondiale della Gioventù. I giovani metteranno dunque ai piedi della croce tutti i mali dei nostri giorni: "guerre, attentati, sparatorie di massa ma anche violenze nei matrimoni e nelle relazioni, abusi sui minori, bullismo, abusi di potere, famiglie dove si scagliano parole pesanti come macigni".   

"Ci è stato detto mille volte che ciò che contava di più era la nostra immagine e la nostra autorealizzazione. Che avevamo il diritto di essere felici e che dovevamo pensare prima a noi stessi. Ed eccoci qui, egocentrici, ognuno concentrato sul suo cellulare, nei propri interessi, sulla propria isola, in attesa di una felicità che non arriva", la preghiera della sesta stazione. E ancora: "Oggi giorno noi giovani, Signore, abbiamo spesso una mente complicata. Soffriamo di ansia e depressione, problemi alimentari, burnout. A volte ci chiediamo chi siamo e se vale la pena vivere la vita. A volte, ci sentiamo molto giù, a terra. Peggio che avere un problema, è sentirsi un problema".   

Poi l'ansia per il clima: "Ci chiediamo come sarà il nostro futuro su questo pianeta. Assistiamo al consumo incontrollato delle risorse della terra, all'estinzione di alcune specie, alla devastazione delle foreste. Siamo spaventati dal cambiamento climatico e ci sentiamo molto insicuri riguardo al futuro". Infine il pensiero a tutti coloro che "fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla mancanza d'acqua, dalle persecuzioni politiche".

Papa pranza con 10 giovani e parla di aborto ed eutanasia

Aborto, eutanasia, guerra nel Medio Oriente. Sono alcuni dei temi trattati da Papa Francesco nel pranzo in Nunziatura con 10 giovani della Gmg, provenienti da Palestina, Stati Uniti, Peru', Portogallo, Filippine, Brasile, Guinea Equatoriale. Un pranzo ricco ma semplice allo stesso tempo raccontano i ragazzi emozionati: antipasto, pasta, carne e per dolce un gelato. Niente pasteis de nata, il dolce tipico di Lisbona, che il Pontefice ha ammesso di non aver mai mangiato e che gli piacerebbe assaggiare.    

"Siate felici - ha detto Francesco ai ragazzi - perché i Santi sono tutti felici non c'è un Santo triste".    E ancora: l'invito a "difendere la vita, sempre", coinvolgendo le "persone alla vita nonostante le difficoltà e i problemi", "coltivare il dialogo con gli anziani", "andare avanti con gioia e speranza". E con una espressione calcistica ha esoratgo i ragazzi a "essere portieri" per parare i gol dei dispiaceri.

"E' una grazia e una benedizione aver vissuto quest'esperienza", riferisce Clara, peruviana di 24 anni. "E' stato un pranzo all'insegna dell'allegria, della gioia. Il Papa ci accolto con un sorriso ed è sempre stato aperto all'ascolto di noi giovani". Sebastiao, 28 anni, riferisce una frase che gli è rimasta impressa: "La fede è impopolare ma è coerente".    

La gioia è visibile negli occhi di maria Magdalena, 30 anni, dalla Guinea Equatoriale. Lei era accanto al Pontefice. Non si ricorda di preciso il menu del pranzo ma assiciura che è stato il "migliore" della sua vita. Ma a chi le chiede cosa si siano detti lei risponde: "Non è un segreto di Stato ma un segreto del cuore. Non lo posso dire".

Gmg, l'entusiasmo dei giovani: "Una grande emozione essere qui, l'attesa dell'incontro con il Papa"

Papa riceve religiosi diverse fedi: "Prendetevi cura dei giovani"

Al rientro in Nunziatura, al termine della mattinata, Papa Francesco ha ricevuto la visita di una delegazione del centro internazionale di dialogo Kaiciid, accompagnata dal cardinale Ayuso. Nel salutarla, ha espresso la sua gratitudine per la visita e rivolto ai presenti alcune parole sul valore della fraternità e del dialogo e il pericolo del monologo e del proselitismo. Successivamente Papa Francesco si è intrattenuto in conversazione con Rahim Aga Khan, figlio della guida della comunità ismaelita, che ha il suo centro a Lisbona. Il Papa ha ricevuto un gruppo di religiosi e persone di diverse fedi e confessioni cristiane coinvolte nell'impegno ecumenico ed interreligioso della Chiesa portoghese.    Francesco ha ringraziato i presenti per la fraternità vissuta, per gli sforzi di dialogo, raccomandando loro di prendersi cura dei giovani, che "sono allegri, ma non superficiali", e rischiano di essere "anestetizzati" dal mondo che li circonda. E prima del pranzo con i giovani Papa Francesco ha incontrato brevemente il giornalista israeliano Henrique Cymerman.

60 i giovani altoatesini presenti con il vescovo Muser

Sono una sessantina i giovani altoatesini dei tre gruppi linguistici che dopo un viaggio in autobus di oltre 2500 chilometri sono giunti a Lisbona dove stanno partecipando alla 37.ma edizione della Giornata mondiale della Gioventú. Sono accompagnati dal vescovo diocesano Ivo Muser, da educatori e sacerdoti tra cui il decano di Bolzano don Mario Gretter. A Lisbona sono arrivate oltre un milione di persone da tutto il mondo: i giovani italiani sono 70mila, a loro si aggiungono 109 vescovi dalle diocesi italiane. Guidati dai referenti della Pastorale giovanile diocesana e dalla Skj, l'associazione dei giovani cattolici di lingua tedesca, gli altoatesini hanno avuto la possibilità, già nei primi giorni, di incontrare altri coetanei provenienti da tutto il mondo e immergersi in iniziative di riflessione, gioia e festa di grande spessore, come la Festa degli italiani che ha coinvolto migliaia di ragazze e ragazzi. Ieri sera la delegazione altoatesina si è ritrovata assieme al vescovo Muser per riflettere sul tema dell'amicizia sociale, con i suoi aspetti spesso taciuti di fragilità, di mancata accoglienza e solitudine. L'atmosfera a Lisbona è gioiosa e colorata, racconta il vescovo Muser: "Bandiere e colori hanno invaso la capitale. I giovani possono vedere quanto sia grande e diversificata la Chiesa e le sue tante forme di espressione. Credo che ai giovani faccia bene incontrare altri giovani e sentire che la Chiesa si interessa a loro". Per monsignor Muser, la GMG è prima di tutto "una festa che deve lasciare impressioni durature: è importante portare a casa questi momenti e tradurli nella vita di tutti i giorni". Durante il colloquio con il gruppo altoatesino il vescovo è rimasto colpito dalla profondità con cui i giovani affrontano temi importanti: "Si è parlato ad esempio di condivisione, dell'esperienza del dolore, delle grandi sfide come la crisi climatica o la pace. Queste cose stanno a cuore ai giovani perché sono nel pieno della vita e hanno la maggior parte dell'esistenza davanti". 

Papa: “La carità è origine e meta del cammino del cristiano”

"La carità è l'origine e la meta del cammino cristiano" e realizzarla concretamente nella propria vita rappresenta una realtà di "amore in azione". Lo ha detto Papa Francesco nel corso del suo incontro con gli operatori e gli assistiti del Centro Carità parrocchiale del quartiere Serafina di Lisbona. Incontrando operatori e utenti ed ascoltato alcune testimonianze, il Papa ha tenuto un discorso nel quale ha ribadito che per un cristiano proprio l'azione di carità verso gli altri "aiuta a non dimenticare la rotta, il senso di quello che facciamo". Discorso, consegnato ai presenti e poi proseguito a braccio "Concretezza, dunque, attenzione al 'qui e ora', come già fate, con cura dei particolari e senso pratico, belle virtù tipiche del popolo portoghese. Quando non si perde tempo a lamentarsi della realtà, ma ci si preoccupa di andare incontro ai bisogni concreti, con gioia e fiducia nella Provvidenza, accadono cose meravigliose", è tornato ad affermare il pontefice nel testo consegnato dove ha ribadito anche l'importanza, per un credente, di "stare vicini ai più fragili. Tutti siamo fragili e bisognosi, ma lo sguardo di compassione del Vangelo ci porta a vedere le necessità di chi ha più bisogno. E a servire i poveri, i prediletti di Dio che si è fatto povero per noi: gli esclusi, gli emarginati, gli scartati, i piccoli, gli indifesi".

"Sono loro il tesoro della Chiesa, sono i preferiti di Dio! E, tra di loro, ricordiamoci di non fare differenze. Per un cristiano, infatti, non ci sono preferenze di fronte a chi bussa bisognoso alla porta: connazionali o stranieri, appartenenti a un gruppo o ad un altro, giovani o anziani, simpatici o antipatici", ha aggiunto. Quindi, ha ricordato la figura di Giovanni Ciudad, poi conosciuto come "Giovanni di Dio", figura di credente che si immedesimò negli ultimi tanti da essere preso per pazzo e finire in un manicomio portoghese. Lui, ha aggiunto il Papa, "fece una cosa ardita: andò in città e si mise a chiedere l'elemosina per strada, dicendo alla gente: 'Fate del bene, fratelli, a voi stessi!'. Capite? Chiedeva la carità, ma diceva a quelli che gliela facevano che, aiutando lui, in realtà aiutavano prima di tutto sé stessi! Spiegava, cioè, che i gesti d'amore sono un dono anzitutto per chi li fa, prima ancora che per chi li riceve; perché tutto quello che si accaparra per sé andrà perso, mentre quello che si dona per amore non andrà mai sprecato, ma sarà il nostro tesoro in cielo". Lo stesso, poi, uscito dal manicomio, dopo alcuni mesi, cominciò a prendersi cura proprio dei malati "con altri compagni, fondando un ordine religioso: i Fratelli Ospedalieri. Alcuni, però, cominciarono a chiamarli in un altro modo, proprio con le parole di quel giovane che diceva a tutti: 'Fate-del-benefratelli'! A Roma - ha concluso - noi li chiamiamo così: i 'Fatebenefratelli'. Che bel nome, che insegnamento importante! Aiutare gli altri è un dono per sé e fa bene a tutti. Sì, amare è un dono per tutti!".

Papa Francesco, lo scambio di doni con il bambino si conclude con un batti il cinque

Papa: “Se vogliamo essere felici offriamo ad altri nostro tempo”

"L'amore non rende felici solo in cielo, bensì già qui in terra, perchè dilata il cuore e permette di abbracciare il senso della vita. Se vogliamo essere davvero felici, impariamo a trasformare tutto in amore, offrendo agli altri il nostro lavoro e il nostro tempo, dicendo parole e compiendo gesti buoni, anche con un sorriso, con un abbraccio, con l'ascolto, con lo sguardo". Così Papa Francesco nel discorso consegnato durante l'incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità di Lisbona: Centro Paroquial da Serafina, Casa Famiglia Ajuda de Berco e Associazione Acreditar. "Cari ragazzi, fratelli e sorelle, viviamo così! Tutti possiamo farlo e tutti ne abbiamo bisogno, qui e ovunque nel mondo", ha aggiunto il Pontefice.

Papa: serve agire concretamente, la Chiesa non è un museo

"Fare il bene insieme, agire concretamente e stare vicini ai più fragili". Sono i tre aspetti sottolineati da Papa Francesco all'incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità di Lisbona. In particolare, il Pontefice ha ribadito l'importanza di "agire concretamente" perché "la Chiesa non è un museo di archeologia", ha aggiunto citando San Giovanni XXIII, ma "l'antica fontana del villaggio che dà l'acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato". "La fontana serve per dissetare i viandanti che arrivano, con il peso e le fatiche del loro cammino, così come sono! Concretezza, dunque - ha continuato -, attenzione al ‘qui e ora’, come già fate, con cura dei particolari e senso pratico, belle virtù tipiche del popolo portoghese".

Papa: quante "vite distillate", l'amore dev'essere concreto

L'amore deve essere "concreto", "di chi si sporca le mani". Lo ha sottolineato Papa Francesco parlando a braccio durante l'incontro con i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità di Lisbona. "Quando do la mano a una persona, a un emarginato, la ritiro? Mi fa schifo la povertà degli altri? Cerco la vita distillata che esiste nella mia fantasia ma non nella realtà?", ha domandato ai presenti. "Quante vite distillate! Vite che non lasciano traccia", ha poi aggiunto.

Papa: non lasciamoci "definire" dai nostri problemi

"Non bisogna lasciarsi 'definire' dalla malattia, ma farne parte viva del contributo che diamo all’insieme, alla comunità. È vero: non dobbiamo lasciarci 'definire' dalla malattia o dai problemi, perché non siamo una malattia o un problema: siamo, ciascuno di noi, un dono, un dono unico nei suoi limiti, un dono prezioso e sacro per Dio, per la comunità cristiana e per la comunità umana. Allora, così come siamo, arricchiamo l’insieme e lasciamoci arricchire dall’insieme". Così Papa Francesco nel suo discorso davanti ai rappresentanti di alcuni centri di assistenza e di carità. Presenti sul palco alcuni bambini.

Il Papa incontra i rappresentanti di alcuni centri di assistenza e carità

Papa Francesco è arrivato al Centro Social Paroquial Sao Vicente de Paulo per incontrare i rappresentati di alcuni centri di assistenza e di carità: Centro Paroquial da Serafina, Casa Famiglia Ajuda de Berco e Associazione Acreditar. Prima di entrare il Pontefice ha saluto un piccolo disabile su una sedia a rotelle. Ha scambiato con lui qualche parola e poi lo ha salutato battendo il cinque con la mano.

Il Centro Social Paroquial Sao Vicente de Paulo impiega circa 170 persone che, nelle più diverse funzioni, si occupano, tra le altre cose, di un asilo nido, di una scuola per l'infanzia, delle attività per il tempo libero dei bambini e dei ragazzi, di una casa di riposo per anziani, di un centro diurno per anziani e disabili e del sostegno domiciliare. Dopo il canto iniziale e l'accoglienza del parroco e direttore del Centro, hanno luogo le presentazioni. Poi il suo discorso. 

Al termine dell'incontro, dopo la recita del Padre Nostro, la Benedizione finale e l'esecuzione di un canto, Papa Francesco rientrerà nella Nunziatura Apostolica di Lisbona dove, alle ore 12 (13 ora di Roma), pranzerà con il Patriarca di Lisbona, il cardinale Manuel Clemente, e con 10 giovani di diverse nazionalità.

Il senso della visita alla Serafina è la "ricerca della solidarietà dove c'è emarginazione e povertà"

Il Papa inizia la 3ª giornata a Lisbona confessando un gruppo di giovani

Papa Francesco ha iniziato la sua terza giornata a Lisbona per la Gmg confessando tre ragazzi che stanno partecipando alla Gmg: un ragazzo spagnolo di 21 anni, una ragazza guatemalteca di 33 e un italiano di 19 anni.

Il Pontefice ha pernottato nella sede della Nunziatura apostolica della capitale lusitana e, dopo aver celebrato messa in privato, si è incontrato con due ospiti: una donna portoghese di 102 anni che è nata lo stesso giorno della apparizione di Fatima e una giovane affetta da una grave malattia con la quale il pontefice aveva già avuto modo di colloquiare a distanza. 

Poi Francesco, in auto, ha raggiunto il Giardino Vasco de Gama di Lisbona per le confessioni. Nel parco, è stato allestito una sorta di confessionale all'aperto con un separé bianco e una sedia bianca per il Papa.

Accanto, altri 150 confessionali, costruiti da alcuni detenuti di tre istituti penitenziari portoghesi in modo assolutamente 'green' come richiesto esplicitamente dallo stesso pontefice, dove alcuni sacerdoti impartiranno il sacramento ad altri giovani.

Al termine, il Papa, sempre in auto, si recherà al Centro Paroquial de Serafina per un incontro con i rappresentanti di alcuni Centri di Assistenza e di Carità e, quindi, da quanto si è appreso, dovrebbe pranzare con un gruppo di una decina di giovani.

"Nella Chiesa c'è spazio per tutti, così come siamo"

La Chiesa deve aprire le porte a tutti. "Amici, vorrei essere chiaro con voi, che siete allergici alle falsità e alle parole vuote: nella Chiesa c'è spazio per tutti e tutti così come siamo". "Tutti, tutti, tutti", ha ripetuto il Papa, chiedendo ai giovani di ripetere a loro volta "tutti, tutti, tutti". "Gesù - ha sottolineato ancora Francesco - non chiude la porta, ma invita a entrare; non tiene a distanza, ma accoglie".

"Attenti ai lupi che sono nei social"

Il Papa mette in guardia i giovani della Gmg dai "lupi" che si annidano nel mondo virtuale. "Amico, amica, se Dio ti chiama per nome significa che per Lui non sei un numero, ma un volto. Vorrei farti notare una cosa: tanti, oggi, sanno il tuo nome, ma non ti chiamano per nome. Il tuo nome infatti è noto, appare sui social, viene elaborato da algoritmi che gli associano gusti e preferenze. Tutto questo però non interpella la tua unicità, ma la tua utilità per le indagini di mercato. Quanti lupi - ha avvertito Papa Francesco -si nascondono dietro sorrisi di falsa bontà, dicendo di conoscere chi sei ma non volendoti bene, insinuando di credere in te e promettendoti che diventerai qualcuno, per poi lasciarti solo quando non interessi più. Sono le illusioni del virtuale -sottolinea il Pontefice - e dobbiamo stare attenti a non lasciarci ingannare, perché tante realtà che ci attirano e promettono felicità si mostrano poi per quello che sono: cose vane, superflue, surrogati che lasciano il vuoto dentro".

 Papa Francresco, Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), al Parco Eduardo VII di Lisbona il 3 agosto 2023 AFP
Papa Francresco, Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), al Parco Eduardo VII di Lisbona il 3 agosto 2023

"Grazie per questo chiasso. Siete qui perché Dio vi ha chiamati per nome"

"Benvenuti e grazie di essere qui, sono felice di vedervi! E anche di ascoltare il simpatico chiasso che fate e di farmi contagiare dalla vostra gioia. È bello essere insieme a Lisbona". "Amici, non siete qui per caso. Il Signore vi ha chiamati, non solo in questi giorni, ma dall'inizio dei vostri giorni. Sì, Lui vi ha chiamati per nome. Chiamati per nome: provate a immaginare queste tre parole scritte a grandi lettere; e poi pensate che stanno scritte dentro di voi, nei vostri cuori, come a formare il titolo della vostra vita, il senso di quello che sei: tu sei chiamato per nome, tu sei chiamata per nome, io sono chiamato per nome". 

 

Papa Francesco all'arrivo al Meeting Hill al Parque Eduardo VII il 03 agosto 2023 a Lisbona LaPresse
Papa Francesco all'arrivo al Meeting Hill al Parque Eduardo VII il 03 agosto 2023 a Lisbona

La GMG più "green" di sempre

Cinquecentomila giovani e centinaia di bandiere hanno accolto il Papa al Parque Eduardo VII. I ragazzi cercano di rispettare il verde che gli viene prestato per questo evento. Su tutti gli alberi campeggia il manifestino con soprascritto, in portoghese e in inglese, 'proteggi gli alberi di Lisbona'. Di bottigliette di plastica se ne vedono davvero poche, sostituite dalle borracce, uno dei gadget che è stato consegnato a tutti i giovani pellegrini arrivati in Portogallo. Un gruppo di ragazzi ha anche preparato un Manifesto in cui si impegna a consumare meno e a riutilizzare le cose.

Francesco arriva al Parco Eduardo VII, giri in Papamobile per il saluto con centinaia di miglia di giovani

Papa Francesco ha raggiunto in papamobile il Parque Eduardo VII di Lisbona per la Cerimonia di Accoglienza della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù.

Francesco, in piedi sulla jeep bianca scoperta, ha salutato i tantissimi giovani presenti lungo la strada che porta al grande parco e nello stesso grande giardino dove, in questo momento, sono assiepati centinaia di migliaia di ragazzi che cantano e sventolano le loro bandiere nazionali.

Un appuntamento questo che rappresenta, di fatto, il primo abbraccio collettivo dei giovani con il Papa, giunti da tutto il mondo in Portogallo

L'incontro con giovani provenienti dalla Turchia

Il Papa, al suo rientro in  Nunziatura a Lisbona, al termine dell'incontro con i giovani di  Scholas Occurrentes, ha incontrato un gruppo di circa 40 giovani di varie confessioni cristiane e diversa origine, pellegrini dalla Turchia, colpita dal terremoto a inizio febbraio di quest'anno,  accompagnati dal Vicario Generale del Vicariato Apostolico  dell'Anatolia. ''I giovani - fa sapere il Vaticano- hanno ringraziato  il Papa per l'aiuto ricevuto dopo il terremoto. Papa Francesco ha  espresso la sua vicinanza per la sofferenza vissuta da quanti hanno  subito la devastazione provocata dal sisma, riconoscendo il loro  coraggio e la sfida di ''ricostruire, anche nella vita''. Durante  l'incontro, durato circa mezz'ora e concluso con la preghiera del  Padre Nostro, si è festeggiato anche il compleanno di una ragazza  turca che compie oggi 23 anni''.

L'incontro con i giovani 'Scholas Occurrentes' e l'autografo sul drappo lungo tre chilometri

Nella sede di Cascais, sulla costa di Lisbona, l'incontro con i giovani di 'Scholas Occurrentes', una rete voluta da Papa Francese per una alleanza tra scuole di tutto il mondo. Dopo il saluto di benvenuto del Presidente, della realtà ecclesiale, Francesco ascolterà tre testimonianza di giovani appartenenti a religioni diverse e gli verrà presentato il drappo artistico di 3 km apponendo la sua firma. Dopo la recita del Padre Nostro e la Benedizione finale, Francesco ha assistito alla piantumazione dell'albero di ulivo della pace Quindi, il rientro in auto alla Nunziatura Apostolica di Lisbona.

Papa Francesco "firma" il murale "che unisce il mondo" alla Scholas Occurrentes Reuters
Papa Francesco "firma" il murale "che unisce il mondo" alla Scholas Occurrentes

Le parole per il ruolo della donna nell'economia moderna

"Il contributo femminile è indispensabile. Del resto, nella Bibbia - ha sottolineato - si vede come l'economia della famiglia è in larga parte in mano alla donna. È lei la vera 'reggente' della casa, con una saggezza che non ha per fine esclusivamente il profitto, ma la cura, la convivenza, il benessere fisico e spirituale di tutti, e pure la condivisione con i poveri e i forestieri. È entusiasmante affrontare gli studi economici con questa prospettiva: con l'obiettivo di restituire all'economia la dignità che le spetta, perché non sia preda del mercato selvaggio e della speculazione".

Papa Francesco incontra i giovani alla Scholas Occurrentes a Cascais AP Photo
Papa Francesco incontra i giovani alla Scholas Occurrentes a Cascais

Il discorso agli universitari: "Rischiate, ci vuole coraggio"

Il Papa ha chiesto ai giovani di imparare a rischiare. "Amici, permettetemi di dirvi: cercate e rischiate. In questo frangente storico le sfide sono enormi e i gemiti dolorosi. Stiamo attraversando una terza guerra mondiale a pezzi ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un'agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all'inizio di un grande spettacolo. Ci vuole coraggio. Siate dunque protagonisti di una 'nuova coreografia' che metta al centro la persona umana, siate coreografi della danza della vita".   

"L'autopreservazione - ha sottolineato Papa Francesco - è una tentazione, un riflesso condizionato della paura, che fa guardare all'esistenza in modo distorto. Se i semi preservassero sé stessi, sprecherebbero completamente la loro potenza generativa e ci condannerebbero alla fame; se gli inverni preservassero sé stessi, non ci sarebbe la meraviglia della primavera. Abbiate perciò il coraggio di sostituire le paure coi sogni: non amministratori di paure, ma imprenditori di sogni!" è l'appello del Pontefice ai giovani.

Papa Francesco incontra gli studenti universitari all'Universidade Catolica Portuguesa GettyImages
Papa Francesco incontra gli studenti universitari all'Universidade Catolica Portuguesa

6.500 persone all'incontro all'Università cattolica

6.500 persone all'Universidade Catolica Portuguesa per l'incontro con Francesco, primo impegno del Pontefice nel suo secondo giorno a Lisbona. La piazza gremita lo ha salutato con canti, applausi e slogan. Dopo l'esecuzione di un brano musicale e il saluto di benvenuto del Rettore, Isabel Capeloa Gil, due testimonianze, una ispirata alla Laudato sì e un'altra ispirata dal Patto Educativo Globale. Poi, dopo un canto della Corale, una testimonianza sull'Economy of Francesco e una di una giovane aiutata dal Fondo Papa Francesco per una cultura dell'incontro.