Guerra in Medio Oriente, giorno 112

La Corte dell'Aja ha ordinato a Israele di "prevenire atti di genocidio" ma non il cessate il fuoco

Dipendenti Unrwa sospettati di aver partecipato al 7 ottobre, l'agenzia dell'Onu che ha avviato un'indagine "per ristabilire immediatamente la verità". Guterres: "Inorridito". Nuovo video di Hamas con tre donne ostaggio.
La Corte dell'Aja ha ordinato a Israele di "prevenire atti di genocidio" ma non il cessate il fuoco
Michel Porro/Getty Images
La Corte internazionale di Giustizia dell'Aja decide sulle misure urgenti per Israele

Il capo della Cia incontrerà, nei prossimi giorni a Parigi, alti funzionari egiziani,israeliani e del Qatar per un'intesa su Gaza

Il capo della Cia incontrerà"nei prossimi giorni a Parigi" alti funzionari egiziani, israeliani e del Qatar per cercare di concludere un accordo tra Israele e Hamas su Gaza. Lo ha detto all'Afp una fonte della sicurezza di uno Stato coinvolto nei negoziati. Questa fonte ha così confermato le informazioni del quotidiano americano Washington Post secondo cui il presidente Joe Biden intende inviare molto presto William Burns in Europa per cercare di negoziare la liberazione degli ostaggi ancora tenuti nella Striscia di Gaza in cambio di una tregua dai combattimenti.

Nel colloquio tra il presidente egiziano al Sisi e quello americano Biden si è riaffermato che "l'unica soluzione è due Stati"

Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha ricevuto una telefonata da quello americano Joe Biden concordando, secondo una nota diffusa dalla presidenzaegiziana, sulla "ferma posizione sia dell'Egitto che degli Stati Uniti, nel respingere qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi fuori dalle loro terre, concordando al contempo la soluzione dei due Stati come base per sostenere la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente". Il portavoce della presidenza egiziana, il consigliere Ahmed Fahmy, ha affermato che i due presidenti hanno discusso le modalità per rafforzare le relazioni bilaterali e hanno confermato la partnership strategica tra i due Paesi. Il colloquio ha toccato anche la situazione in Medio Oriente, in particolare la guerra nella Striscia di Gaza.

La compagnia aerea israeliana El Al sospende i voli con il Sudafrica

La compagnia aerea israeliana El Al sospenderà i voli diretti verso il Sud Africa a causa del peggioramento delle relazioni. La compagnia di bandiera israeliana El Al ha annunciato che bloccherà i voli diretti da Tel Aviv a Johannesburg a partire dal primo aprile, poiche' le relazioni tra Israele e Sud Africa si stanno deteriorando nel caso davanti alla Corte internazionale di giustizia."Gli israeliani non vogliono volare in Sud Africa", ha detto un portavoce della El Al. "Stanno cancellando i voli e gli aerei sono piuttosto vuoti. La situazione prima era diversa..."

Il capo Shin Bet chiede una commissione d'inchiesta sugli attacchi di Hamas

Il responsabile dei servizi segreti interni israeliani, Ronen Bar, ha chiesto l'immediata creazione di una commissione di inchiesta sugli attacchi del 7 ottobre: è quanto riporta il quotidiano Times of Israel."L'opinione pubblica ne ha un assoluto bisogno e anche lo Shin Bet, in modo da mettere a tacere tutte le bugie e le teorie della cospirazione", ha concluso Bar. Fino a oggi tuttavia il premier Benjamin Netanyahu - su cui ricade la principale responsabilità politica dell'impreparazione israeliana - si è rifiutato di varare una commissione di inchiesta.

Ronen Bar, Shin Bet ansa
Ronen Bar, Shin Bet

Mar Rosso: gli Houthi rivendicano attacco ad una petroliera inglese nel golfo Aden

Il generale Yahya Saree, portavoce militare degli Houthi, ha rivendicato l'attacco missilistico contro una nave commerciale britannica che ha causato un incendio a bordo.

Petroliera Gb Marlin Luanda x/forum
Petroliera Gb Marlin Luanda

Per il Qatar la sentenza Onu è una "vittoria per l'umanità"

Il Qatar ha definito "una vittoria per l'umanita'" la sentenza della Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite secondo cui Israele deve prevenire atti di genocidio a Gaza e consentire l'arrivo degli aiuti umanitari nel territorio. Il ministero degli Esteri del Qatar le ha definite una "vittoria per l'umanita'... e per la giustizia internazionale"

Il segretario generale dell'OnuAntonio Guterres ricorda che le decisioni della Corte dell'Aja sono vincolanti

Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, dopo l'ordinanza della Corte di giustizia internazionale sulle accuse di genocidio a Israele ricorda che,ai sensi della Carta e dello Statuto della Corte, le sue decisioni "sono vincolanti e confida che tutte le partirispettino debitamente l'ordinanza". In una nota del portavoce, si legge che conformemente allo Statuto della Corte, Guterres trasmetterà tempestivamente al Consiglio di Sicurezza la notifica delle misure provvisorie.

Hamas tende un'imboscata ad un gruppo di 7 soldati israeliani, nelle vicinanze del campo profughi di Al-Maghazi

Hamas ha annunciato di aver teso teso un’imboscata a un gruppo di sette soldati israeliani vicino al campo profughi di al-Maghazi, nella parte centrale della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. L'ala militare dell'organizzazione palestinese ha detto di aver chiuso l'ingresso di uno dei loro tunnel, intrappolando i soldati all'interno, prima di far esplodere un ordigno. Alcuni soldati sarebbero morti e altri sarebbero rimasti feriti.

l'esodo dei palestinesi da Khan Younis @timesofgaza
l'esodo dei palestinesi da Khan Younis

Il Presidente americano Biden in una telefonata a Netanyahu ribadisce di "non voler accettare un anno di guerra"

In una telefonata del 19 gennaio al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente americano Joe Biden ha dichiarato di non voler accettare un anno di guerra a Gaza. Lo scoop è del sito di notizie Axios che ha sentito due funzionari statunitensi.Uno dei funzionari ha riferito che almeno un terzo dei 40 minuti della telefonata di Biden con Netanyahu, lo scorso 19 gennaio si è concentrato sul calendario di guerra israeliano e sui tempi per passare ad operazioni a bassa intensità nella Striscia di Gaza, oltre che sulla strategia di guerra di Israele nel suo insieme. Il presidente americano ha fatto pressioni su Bibi perché riducesse l'operazione militare, aggiungendo che gli Usa non sarebbero stati disposti ad un anno di guerra.Biden vuole che la guerra finisca prima delle elezioni di novembre ed è molto preoccupato che il perdurare della battaglia faccia perdere il sostegno dell'elettorato giovane. Netanyahu, al contrario, il giorno prima della telefonata aveva detto che la guerra sarebbe continuata "per molti altri mesi".

Hezbollah hanno annunciato di aver usato per la prima volta il Falaq 1, missile con una gittata di 10 km

Gli Hezbollah libanesi hanno annunciato di aver usato oggi, per la prima volta dallo scoppio della guerra a ottobre scorso, un nuovo tipo di missile contro l'esercito israeliano nella zona delle Fattorie di Shebaa e delle Alture del Golan, al confine conteso con Siria e Israele.  In un comunicato, il movimento armato libanese alleatodell'Iran ha riferito di aver usato contro la base militare israeliana di Maale Golani il missile Falaq 1. Secondo analisti militari libanesi, quest'arma ha una gittata massima di dieci chilometri e può raggiungere 3.500 metri di altezza. Il missile pesa 113 chilogrammi e ha una lunghezza di 132 centimetri.

mappa di confine del territorio del Golan rainews
mappa di confine del territorio del Golan

L'Oms respinge le accuse di Israele di collusione con Hamas

Il capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha respinto i commenti delle autorità israeliane che accusano l'Oms di collusione con Hamas. "L'Oms confuta l'accusa di Israele, durante la riunione del Comitato esecutivo di ieri, secondo cui l'organizzazione è 'collusa' con Hamas e sta 'chiudendo un occhio' sulla sofferenza degli ostaggi tenuti a Gaza", ha scritto Ghebreyesus su X.  "Tali false affermazioni sono dannose e possono mettere in pericolo il nostro personale che rischia la vita per servire i più vulnerabili. In quanto agenzia delle Nazioni Unite, l'Oms è imparziale e lavora per la salute e il benessere di tutte le persone".

L'Algeria chiede una riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu per attuare la pronuncia dell'Aja

 "La Missione permanente dell'Algeria presso le Nazioni Unite ha ricevuto istruzioni dal presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, di chiedere che si tenga al più presto una riunione del Consiglio di sicurezza al fine di dare effetto vincolante alla decisione della Corte internazionale di giustizia sulle misure temporanee imposte all'occupazione israeliana". Lo ha annunciato in una nota il ministero degli Esteri algerino. "L'Algeria ha preso atto con interesse della sentenza della Corte internazionale di giustizia sul deposito presentato dal Sudafrica in relazione alla commissione del crimine di genocidio a Gaza", si legge ancora nella nota. Per Algeri, "questa decisione testimonia la fondatezza dell'iniziativa del presidente della Repubblica, Abdelmadjid Tebboune, che è stato il primo capo di Stato a chiedere un deferimento massiccio agli organi giurisdizionali internazionali della molteplicità dei crimini punibili secondo il diritto internazionale umanitario perpetrati dalle forze di occupazione israeliane a Gaza". Inoltre, il Paese nordafricano ritiene che "la sentenza della Corte internazionale di giustizia segni l'inizio della fine dell'era dell'impunità di cui l'occupazione israeliana ha a lungo beneficiato per dare libero sfogo alla sua oppressione del popolo palestinese e alla repressione di tutti i suoi legittimi diritti". Il 1 gennaio l'Algeria è diventata membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per un mandato di due anni. 

Di Segni: fa male la decisione dell'Aja alla vigilia del Giorno della Memoria

"Fa male, alla vigilia del giorno della Memoria, constatare che la Corte Internazionale di Giustizia abbia statuito la propria giurisdizione per decidere su quanto promosso dal Sudafrica. Azione totalmente aberrante che distorce il significato di quel 'mai più' pronunciato così convintamente all'indomani della guerra, proprio nell'istituzione del tribunale che ha accertato il genocidio del popolo ebraico". Lo dice, all'Ansa, la presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche italiane, Noemi Di Segni. "Così si è incanalata una causa contro Israele in un momento drammatico in cui si rivive l'antisemitismo e gli orrori del terrorismo islamico, dando legittimazione allo stesso - sottolinea la presidente Ucei - Importante il richiamo della Corte ad un rilascio immediato gli ostaggi che, nell'insieme della pronuncia, lo evidenzia come un crimine in corso. Seguiremo con attenzione gli sviluppi di questo percorso, ma intanto l'odio che divampa come forma di sentenza mediatica, ancor prima che giudiziaria, è purtroppo già evidente dalle dichiarazione di Hamas e Iran".

Commissione europea: ci aspettiamo la piena attuazione degli ordini della Corte dell'Aja

 L'Unione Europea ha dichiarato di aspettarsi che Israele e Hamas si conformino pienamente alle sentenze della Corte Internazionale di Giustizia, che ha ordinato a Israele di impedire atti di genocidio contro i palestinesi e di fare di più per aiutare i civili, pur non imponendo un cessate il fuoco. Ha chiesto ad Hamas e ad altri gruppi armati di rilasciare immediatamente tutti gli ostaggi in loro possesso. "Le ordinanze della Corte internazionale di giustizia sono vincolanti per le parti e devono essere rispettate. L'Unione europea si aspetta la loro piena, immediata ed effettiva attuazione", ha dichiarato la Commissione europea in un comunicato.

Sirene allarme ad Ashkelon, prima volta da 3 settimane

Tornano a suonare le sirene d'allarme ad Ashkelon, nel sud di Israele, per un possibile lancio di razzi dalla Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel, sottolineando che nella località israeliana le sirene d'allarme non suonavano dallo scorso 4 gennaio. Il servizio di ambulanze di Magen David Adom afferma di non aver ricevuto alcuna segnalazione di impatti di razzi o feriti.

Tre donne ostaggio a Gaza in un nuovo video di Hamas (Video)

Hamas ha diffuso un nuovo video che mostra tre donne israeliane ostaggio a Gaza. La fazione islamica lo ha mostrato su Telegram, è stato fatto notare, il giorno stesso della decisione della Corte di giustizia dell'Aja che ha richiesto tra l'altro, l'immediata liberazione dei rapiti da Hamas. Il video è intitolato 'Il tempo stringe' e mostra una clessidra che si sta svuotando. Le tre donne - che dicono di essere tenute prigioniere ormai da 107 giorni - si esprimono con foga in ebraico, denunciano di essere state abbandonate dallo Stato il 7 ottobre e si rivolgono direttamente al premier Benyamin Netanyahu perché metta fine alla guerra e le riporti sane e salve alle loro famiglie, "prima che diventiamo altri cadaveri". 

Karina Ariev, una soldatessa di 19 anni, afferma di essere stata rapita dalla base nel Kibbutz Nahal Oz: "Siamo costantemente sotto al fuoco, sotto attacchi, bombardamenti. Quasi mi avete ammazzata con i vostri bombardamenti. Come può accadere - domanda - che io oggi abbia più paura del mio Stato di quanto tema Hamas?" Con lei sono tenute prigioniere Danielle Gilboa, pure soldatessa di 19 anni, e Doron Steinbrecher, una donna di 30 anni residente nel Kibbuz Kfar Aza. Nei loro interventi accusano l'esercito di aver provocato la morte di alcuni ostaggi e sollecitano le famiglie ad organizzare manifestazioni di protesta. "Prima ci avete esposte al pericolo - esclamano assieme - poi ci avete abbandonato, vogliamo tornare a casa adesso". In Israele questo video non è stato mostrato in quanto i media nazionali hanno deciso di non prestarsi a quello che definiscono "terrorismo psicologico" da parte di Hamas. 

Gli Stati Uniti sospendono i finanziamenti dopo le denunce sui lavoratori dell'Unrwa coinvolti nel 7 ottobre

Gli Stati Uniti sono preoccupati per le affermazioni secondo cui 12 dipendenti dell'UNRWA potrebbero essere stati coinvolti nell'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre e hanno temporaneamente sospeso i finanziamenti, ha dichiarato venerdì il Dipartimento di Stato. "Il Dipartimento di Stato ha temporaneamente sospeso i finanziamenti all'Unrwa mentre esamina queste accuse e le misure che le Nazioni Unite stanno adottando per affrontarle", ha dichiarato il portavoce Matthew Miller.

Ramaphosa: ci aspettiamo che Israele si conformi alla sentenza della Corte dell'Aja

il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha detto venerdì che si aspetta che Israele si attenga alla sentenza della Corte internazionale di giustizia che gli impone di adottare misure per prevenire il genocidio contro i palestinesi di Gaza, in una causa intentata dal Sudafrica. La Corte ha ordinato a Israele di garantire che le sue forze non commettano atti di genocidio, di migliorare l'accesso umanitario e di riferire entro un mese sui suoi sforzi, mentre conduce una guerra contro i militanti di Hamas nella Striscia di Gaza. Non ha chiesto un cessate il fuoco e non si è ancora pronunciata sul punto centrale della causa intentata dal Sudafrica: se si sia verificato un genocidio a Gaza. La sentenza potrebbe richiedere anni. Portare il caso davanti alla massima corte delle Nazioni Unite è stata un'importante vittoria diplomatica per il Sudafrica, che ha a lungo sostenuto la causa dei palestinesi, paragonando la loro condizione a quella del proprio Paese sotto l'apartheid - un paragone che Israele respinge con forza. Israele aveva chiesto l'archiviazione del caso, negando che le accuse di genocidio del Sudafrica fossero "grossolanamente distorte" e affermando di impegnarsi per evitare vittime civili.

Borrell: Ue preoccupata per le accuse all'Unrwa relative al 7 ottobre

"Siamo estremamente preoccupati per le accuse di coinvolgimento del personale dell'Unrwa negli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele. L'Ue ribadisce la sua più ferma condanna degli attacchi dei terroristi di Hamas contro Israele, che non hanno alcuna giustificazione. L'Unrwa ha svolto per molti anni un ruolo fondamentale nel sostenere i rifugiati palestinesi vulnerabili nell'accesso a servizi vitali come l'istruzione e la salute, ed è un partner cruciale della comunità internazionale, compresa l'Ue. Siamo in contatto con l'Unrwa e ci aspettiamo che fornisca piena trasparenza sulle accuse e che prenda misure immediate contro il personale coinvolto. La Commissione valuterà gli ulteriori passi da compiere e trarrà insegnamenti in base ai risultati di un'indagine completa ed esaustiva". Lo riporta una dichiarazione della Commissione Ue e dell'Alto Rappresentante Borrell. 

Guterres: "Inorridito dalla notizia" di dipendenti Unrwa coinvolti negli attacchi del 7 ottobre

Il segretario generale Onu Antonio Guterres è stato informato dal commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini, delle accuse che coinvolgono diversi membri dello staff dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi negli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele. In una nota del portavoce Guterres si è detto "inorridito dalla notizia, ha chiesto a Lazzarini di indagare rapidamente sulla questione e garantire che qualsiasi dipendente Unrwa che ha partecipato o favorito gli attacchi venga immediatamente licenziato e deferito per un potenziale procedimento penale".

Il ministro degli Esteri iraniano: Israele affronti la giustizia

L'Iran ha chiesto che le autorità israeliane affrontino la giustizia dopo che il tribunale delle Nazioni Unite - Corte internazionale di giustizia (Cgi) - ha ordinato a Israele di adottare misure per prevenire atti di genocidio a Gaza. Lo ha dichiarato, come riporta Reuters, il ministro degli Esteri della repubblica islamica, Hossein Amirabdollahian. "Oggi, le autorità del falso regime israeliano... devono essere portate immediatamente di fronte alla giustizia per aver commesso un genocidio e crimini di guerra senza precedenti contro i palestinesi", ha scritto in un aggiornamento su X.

Netanyahu: combattiamo Hamas per evitare una nuova Shoah

''Alla vigilia della Giornata internazionale della memoria dell'Olocausto mi impegno da premier di Israele: 'Mai Più'. Israele continua a difendersi contro Hamas, un'organizzazione terroristica genocida'': lo ha affermato Benyamin Netanyahu dopo aver appreso le decisioni della Corte di giustizia dell'Aja. ''Il 7 ottobre Hamas si è macchiato delle peggiori atrocità contro il popolo ebraico dall'Olocausto e minaccia di ripetere altre atrocità una volta dopo l'altra''. ''La nostra guerra - ha ribadito, rivolto ai giudici dell'Aja - va contro i terroristi di Hamas, e non contro il popolo palestinese''.

Erdogan: dalla Corte dell'Aja una decisione preziosa

"Trovo preziosa la decisione di ingiunzione provvisoria presa dalla Corte internazionale di giustizia in merito agli attacchi disumani a Gaza e la accolgo con favore". È quanto scrive sui social il presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aia. "Continueremo a seguire il processo per garantire che i crimini di guerra commessi contro civili palestinesi innocenti non rimangano impuniti", aggiunge Erdogan, "ci auguriamo che questa decisione, vincolante per i Paesi firmatari della Convenzione sul genocidio, ponga fine agli attacchi di Israele senza discriminare donne, bambini e anziani". "Come Turchia, continueremo a lavorare con tutte le nostre forze per l'instaurazione di un cessate il fuoco e il cammino verso una pace duratura e a stare al fianco dei nostri fratelli e sorelle palestinesi", conclude il leader turco.

Gallant: non prendiamo lezioni di moralità dalla Corte dell'Aja

"Lo Stato di Israele non ha bisogno di lezioni di moralità per distinguere tra terroristi e popolazione civile a Gaza". Lo ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant, citato dalla Corte dell'Aja nelle sue decisioni. "La Corte - ha aggiunto - è andata ben oltre quando ha accolto la richiesta antisemita del Sudafrica di discutere l'accusa di genocidio a Gaza, e ora si rifiuta di respingere completamente la petizione. Quelli che cercano giustizia - ha aggiunto - non la troveranno sulle sedie di cuoio del tribunale dell'Aja, ma nei tunnel di Hamas a Gaza, dove sono tenuti 136 ostaggi e dove si nascondono coloro che hanno ucciso i nostri figli".

La ministra sudafricana della Giustizia: l'ordine della Corte dell'Aja implica un cessate il fuoco

La decisione della Corte di Giustizia Internazionale dell'Aia sulla Striscia di Gaza potrà essere messa in pratica solo dopo un cessate il fuoco: lo ha dichiarato la ministra degli Esteri sudafricana, Grace Naledi Mandisa Pandor. La Corte, interpellata dal Sudafrica, ha stabilito infatti come misura provvisoria che Israele deve astenersi da ogni azione che possa ricadere nella convenzione sul genocidio, senza tuttavia spingersi ad ordinare un cessate il fuoco. "Credo che l'applicabilità di quest'ordine debba implicare un cessate il fuoco: senza, l'ordine non potrebbe essere fatto rispettare" ha concluso la ministra. Il governo del Sudafrica ha accolto la misura cautelare come una “vittoria dello stato di diritto”.

Unrwa, agenzia dell'Onu, ha licenziato i dipendenti sospettati di essere stati coinvolti negli attacchi del 7 ottobre

L'agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai palestinesi (Unrwa) ha detto venerdì di aver aperto un'indagine su diversi dipendenti sospettati di essere coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele e di aver interrotto i rapporti con questi membri dello staff. "Le autorità israeliane hanno fornito all'Unrwa informazioni sul presunto coinvolgimento di diversi dipendenti dell'Unrwa nei terribili attacchi del 7 ottobre in Israele", ha dichiarato Philippe Lazzarini, Commissario generale dell'Unrwa. "Per proteggere la capacità dell'agenzia di fornire assistenza umanitaria, ho preso la decisione di rescindere immediatamente i contratti di questi membri del personale e di avviare un'indagine per stabilire la verità senza indugio". L'Unrwa, istituita nel 1949 a seguito della prima guerra arabo-israeliana, fornisce servizi tra cui l'istruzione scolastica, l'assistenza sanitaria di base e gli aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza, Cisgiordania, Giordania, Siria e Libano.

Media israeliani citano fonti del governo: "All'Aja il meglio che potessimo ottenere, il Sudafrica non ha fermato la guerra"

 Fonti politiche del governo israeliano, dopo la sentenza della Corte internazionale di giustizia dell'Aja in merito alla causa intentata dal Sudafrica contro Israele, hanno detto che si tratta del "meglio che Israele potesse ottenere, perché il Sudafrica non è riuscito a fermare la guerra". Le fonti, che hanno parlato con il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth, hanno aggiunto che "tutte le richieste" della Corte "sono cose su cui Israele è già impegnato"; ma nella sentenza "non c'è la fine alle ostilità, e non c'è nulla di pratico che ci vieti di fare qualcosa di quello che facciamo. I combattimenti continueranno come al solito".

Netanyahu: l'Aja non ci priva del diritto all'autodifesa

"La stessa affermazione che Israele compia un genocidio del popolo palestinese è non solo menzognera ma anche oltraggiosa. La disponibilità della Corte di prenderla in esame è un marchio di vergogna che non sarà cancellato per generazioni". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu secondo cui "Israele combatte una guerra giusta contro i mostri di Hamas e la Corte ha respinto giustamente la richiesta di privarci del diritto all'autodifesa".

Usa: abbattuto un missile degli Houthi sparato contro una nostra nave da guerra

Il Comando centrale dell'esercito statunitense ha detto che gli Houthi, sostenuti dall'Iran, hanno sparato un missile balistico antinave contro il cacciatorpediniere di classe USS Carney (DDG 64) nel Golfo di Aden. “Il missile è stato abbattuto con successo dalla USS Carney. Non sono stati segnalati feriti o danni”, ha scritto su “X”.

Netanyahu: "Oltraggiosa" l'accusa di genocidio, "Israele ha il diritto di difendersi"

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che l'accusa di genocidio rivolta a Israele dalla Corte mondiale è "oltraggiosa" e ha detto che farà tutto il necessario per difendersi. "Come ogni paese, Israele ha il diritto intrinseco di difendersi", ha dichiarato in una dichiarazione in inglese. "Il vile tentativo di negare a Israele questo diritto fondamentale è una palese discriminazione contro lo Stato ebraico, ed è stato giustamente respinto". 

Cameron: c'è la possibilità di una pausa nei combattimenti

"Penso che ci sia la possibilità di raggiungere una pausa in cui si interrompono i combattimenti e si inizia a pensare a come far entrare gli aiuti e far uscire gli ostaggi", ha detto il ministro degli Esteri britannico David Cameron alla Reuters e a un'emittente turca a Istanbul. Nell'intervista, ultima tappa di un tour diplomatico, Cameron ha detto che Israele sta prendendo in considerazione anche la proposta britannica di aprire il porto di Ashdod alle spedizioni di aiuti a Gaza, ma che "ci vorranno molte pressioni" per raggiungere un accordo. Cameron ha incontrato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e i politici della Cisgiordania occupata da Israele, dove ha sede l'Autorità Palestinese sostenuta dall'Occidente, e del Qatar per discutere della situazione a Gaza.

Il governo sudafricano: all'Aja una vittoria decisiva per il diritto

"La giornata di oggi segna una vittoria decisiva per lo Stato di diritto internazionale e una pietra miliare significativa nella ricerca di giustizia per il popolo palestinese. Con una sentenza storica, la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che le azioni di Israele a Gaza sono plausibilmente genocidio e ha indicato misure provvisorie su questa base. Per l'attuazione dello Stato di diritto internazionale, la decisione è epocale. Il Sudafrica ringrazia la Corte per la sua rapida decisione". E' il commento del ministero degli esteri del Sudafrica pochi minuti dopo la fine della lettura del pronunciamento della ICj.

Il ministro israeliano di ultradestra Ben Gvir ha accusato la Corte dell'Aja di antisemitismo

Il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir, esponente del partito di estrema destra Otzma Yehudit, secondo la Radio di Israele, ha definito la Corte dell'Aja "antisemita" affermando che le sue decisioni "dimostrano ciò che era noto da tempo: il tribunale non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico". Su X ha scritto: 'Aja del cavolo'. Il commento del ministro non ha tenuto conto dell'ordine del premier Benyamin Netanyahu di non commentare le decisioni "in attesa di una posizione ufficiale di Israele" 

Hamas: la decisione della Corte internazionale di giustizia contribuisce a "isolare" Israele

 La decisione della Corte internazionale di giustizia (CIG) è un importante sviluppo che contribuisce a isolare Israele e a smascherare i suoi crimini a Gaza, ha dichiarato venerdì a Reuters il portavoce di Hamas Sami Abu Zuhri."Chiediamo di costringere l'occupazione ad applicare le decisioni della Corte", ha aggiunto

Corte dell'Aja: i palestinesi sono un gruppo protetto dalla convenzione sul genocidio

La presidente della Corte di Giustizia dell'Aja, l'americana Donoghue, ha affermato di riconoscere il diritto dei palestinesi di Gaza ad essere protetti da atti di genocidio. "I palestinesi sembrano essere un gruppo protetto dalla convenzione sul genocidio", ha detto.

La Corte dell'Aja ha chiesto il rilascio incondizionato degli ostaggi

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato degli ostaggi israeliani a Gaza nelle sue dichiarazioni in merito alla richiesta di misure urgenti presentata dal Sudafrica. 

La Corte dell'Aja non ha chiesto il cessato il fuoco

La massima Corte di Giustizia delle Nazioni Unite ha ordinato a Israele di prevenire "atti di genocidio", ha chiesto di limitare morti e danni ai civili, ma non è arrivata a imporre la sospensione dell'operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, richiesta principale del Sudafrica che ha mosso il caso contro Israele per "genocidio".

Corte dell'Aja, Netanyahu ai ministri: non commentate prima della posizione ufficiale di Israele

Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato ai ministri di non commentare le decisioni della Corte di giustizia dell'Aja fino a quando non sia "stata elaborata una posizione ufficiale di Israele". La riferisce la radio pubblica Kan.

Anp: la Corte dell'Aja "si è pronunciata a favore dell'umanità e del diritto internazionale"

La Palestina accoglie con favore le misure provvisorie ordinate dalla Corte internazionale di giustizia (CIG), ha detto il ministro degli Esteri dell'Autorità nazionale palestinese, Riyad al-Maliki: "I giudici della Corte internazionale di giustizia hanno valutato i fatti e la legge e si sono pronunciati a favore dell'umanità e del diritto internazionale", ha detto.
Al-Maliki ha aggiunto che la Palestina chiede a tutti gli Stati di assicurare che le misure ordinate dalla Corte siano attuate "anche da Israele, la potenza occupante".

Corte dell'Aja: Israele deve punire chi incita al genocidio

"Israele deve prendere misure per prevenire e punire coloro che incitano al genocidio" dei palestinesi: lo hanno sancito i giudici della Corte internazionale di Giustizia dell'Aja.

La Corte dell'Aja: Israele prenda provvedimenti immediati" per fare arrivare aiuti a Gaza

 La Corte di giustizia internazionale dell'Aja ha stabilito che Israele deve prendere "provvedimenti immediati per consentire aiuti umanitari e beni di prima necessità alla Striscia di Gaza".

La Corte dell'Aja ordina a Israele di "prendere ogni misura per prevenire atti di genocidio a Gaza" e di riferire entro un mese

La Corte internazionale di Giustizia dell'Aja ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure in suo potere per prevenire atti di genocidio a Gaza. La Corte ha detto che Israele deve garantire che le sue forze non commettano genocidi e adottare misure per migliorare la situazione umanitaria. Entro un mese, Israele dovrà riferire alla Corte su cosa sta facendo per rispettare l'ordine.

Corte dell'Aja: Gaza è diventata un luogo di morte, ma i numeri non possono essere verificati in modo indipendente

La presidente della Corte Internazionale di Giustizia, l'americana Joan Donoghue, ha citato il coordinatore dei soccorsi d'emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths che ha affermato che "Gaza è diventata un luogo di morte e disperazione". Il giudice afferma che a Gaza sono state sfollate 1,7 milioni di persone e che l'enclave è diventata "inabitabile" ma osserva, tuttavia, che i numeri provenienti da Gaza non possono essere verificati in modo indipendente.

Corte dell'Aja: i palestinesi hanno diritto di essere protetti da atti di genocidio

La Corte Suprema delle Nazioni Unite ha stabilito che almeno alcuni diritti richiesti dal Sudafrica nel suo caso di genocidio contro la guerra di Israele a Gaza sono plausibili. Mentre la lettura ancora è  in corso, la corte ha detto di riconoscere il diritto dei palestinesi di Gaza a essere protetti da atti di genocidio. I palestinesi risultano essere un gruppo protetto dalla Convenzione sul genocidio, ha affermato la Corte. 

Folla di manifestanti pro Israele e filo Palestina all'Aja

Manifestazioni di sostenitori di Israele e gruppi filo-palestinesi si sono radunati davanti alla Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja mentre ha preso il via l'udienza in cui i giudici emetteranno la decisione provvisoria su nove misure di emergenza proposte dal Sudafrica, tra cui la sospensione  immediata da parte di Israele delle operazioni militari a Gaza. Lo riferiscono i media internazionali. Il procedimento all'Aja è stata aperto in seguito all'accusa di Pretoria secondo cui la guerra nella Striscia equivale a un genocidio contro i palestinesi. La polizia si sta assicurando che la marcia filo-israeliana sia tenuta lontana da quella filo-palestinese. I manifestanti filo-israeliani portano bandiere olandesi e israeliane e immagini di persone prese in ostaggio da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre in Israele. "Abbiamo bisogno che tutti gli ostaggi ritornino immediatamente", ha detto Rafael, un sostenitore filo-israeliano, come riporta il Guardian.

Manifestanti pro Israele a L'Aja AP Photo/Patrick Post
Manifestanti pro Israele a L'Aja
Manifestazione pro Palestina a L'Aja AP Photo/Patrick Post
Manifestazione pro Palestina a L'Aja

L'Aja, la Corte ha respinto la richiesta Israele di archiviare il caso

La Corte internazionale di Giustizia dell'Aja ritiene che esista una controversia tra Israele e Sudafrica e attribuisce alla corte la giurisdizione per pronunciarsi sul caso. Lo ha affermato la giudice americana Joan Donoghue, secondo cui "almeno alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio", e "la Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso". 

L'Aja, la giudice Donoghue: Corte consapevole della portata della tragedia umana a Gaza

La giudice Joan Donoghue ha affermato che la Corte internazionale di giustizia è "profondamente consapevole della portata della tragedia umana che si sta verificando nella regione ed è profondamente preoccupata per la continua perdita di vite umane e sofferenza umana". Donoghue ha aperto l'udienza all'Aja in cui la Corte è chiamata a emettere una sentenza preliminare del processo in cui il Sudafrica accusa Israele di genocidio e in cui potrebbe chiedere a Israele di fermare l'offensiva militare nella Striscia di Gaza.

Una famiglia segue l'udienza all'Aja,a Rafah, nella Striscia di Gaza AFP
Una famiglia segue l'udienza all'Aja,a Rafah, nella Striscia di Gaza

All'Aja in corso l'udienza su eventuali "misure urgenti" nei confronti di Israele

La presidente della Corte internazionale di Giustizia all'Aja ha iniziato a pronunciare una prima decisione provvisoria sulle misure urgenti richieste contro Israele dal Sudafrica, che lo accusa di "genocidio" a Gaza, un verdetto seguito da vicino in tutto il mondo. La Corte internazionale di giustizia potrebbe teoricamente ordinare a Israele una tregua e di fermare la sua campagna militare, innescata dall'attacco senza precedenti di Hamas del 7 ottobre, o di facilitare gli aiuti umanitari.

Media: Biden non appoggia una guerra di Israele che duri un anno

 Gli Usa non sosterranno una guerra israeliana che duri un anno a Gaza. Lo avrebbe detto, secondo il sito Walla controllato dal Jerusalem Post, il presidente Joe Biden nella conversazione avuta una settimana fa con il premier Benyamin Netanyahu, la prima dopo lungo tempo. Citando due fonti anonime Usa, i report a cui fa riferimento Walla hanno sottolineato che Biden avrebbe insistito con Netanyahu per il passaggio del conflitto ad una transizione a più bassa intensità contro Hamas in modo da preservare la popolazione civile. Secondo la stessa fonte, Biden ha detto al premier di non capire quale sia la strategia di Israele per ettere fine alla guerra mettendogli pressione su quale sia il piano per il dopoguerra.

Media: bombardamenti israeliani nel sud del Libano

 Bombardamenti aerei e di artiglieria israeliani si registrano nel sud del Libano nelle aree a ridosso del fronte di guerra tra gli Hezbollah libanesi e Israele. Secondo media locali, stamani sono state colpite le località di Naqura, Tayr Harfa, Blida, Aytarun, Marun ar Ras, Beit Lif, Halta e Hula, situate nella zona costiera mediterranea, nel settore centrale e in quello orientale della linea di demarcazione tra i due paesi. 

Media: otto razzi dal Libano alle Fattorie di Shebaa

Almeno otto razzi sono stati sparati dal sud del Libano verso le Fattorie di Shebaa, territorio conteso tra Israele, Libano e Siria ma da decenni controllato da Israele. Lo riferiscono media libanesi, secondo cui non è chiaro se a sparare siano stati combattenti di Hezbollah o loro alleati di altri gruppi armati che operano nel sud del Libano.

La "Resistenza islamica in Iraq", filo-iraniana, ha rivendicato attacchi a Erbil e a una base Usa vicino a Ramadi

La Resistenza islamica in Iraq, sigla che riunisce forze irachene filo-iraniane, ha rivendicato stamani due attacchi compiuti contro basi militari Usa in Iraq. Lo si apprende da un comunicato della stessa coalizione di gruppi armati sciiti iracheni sostenuti da Teheran. Secondo il comunicato, nella notte è stata presa di mira una base Usa vicino all'aeroporto di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno e già presa di mira nelle scorse settimane da un attacco missilistico iraniano. Un secondo attacco è avvenuto stamani contro la base militare Usa di Ain Asad a ovest di Baghdad, nella regione di Anbar.

Washington Post: gli Stati Uniti avevano avvisato l'Iran della minaccia di attentato Isis

Gli Stati Uniti avevano avvisato l'Iran del potenziale rischio che l'Isis  realizzasse un attacco nella Repubblica Islamica. Un rischio poi concretizzatosi nell'attentato costato la vita ad 84 persone e il ferimento di altre 284 lo scorso 3 gennaio a Kerman, presso la tomba del comandante Pasdaran Qassem Soleimani. A riportare la notizia il Washington Post, che cita come fonte funzionari americani e specifica che l'informazione era stata fornita a Teheran segretamente. L'intelligence americana era venuta a conoscenza di un piano di attacco dell'Isis e ha agito, informando privatamente i servizi iraniani. Un atto in linea con il "dovere di informare" cui l'amministrazione americana si attiene sia nei confronti degli alleati che dei paesi avversari. La notizia assume rilevanza sia perché svela l'esistenza di canali di comunicazione tra due paesi storicamente antagonisti sia alla luce dei recenti scambi di colpi tra Washington e Teheran in Iraq e Siria. Milizie sostenute dalla Repubblica Islamica hanno più volte minacciato e colpito i marines Usa dislocati in Siria e Iraq, gli americani hanno risposto con attacchi di droni diretti a colpire le stesse milizie e sostenendo le operazioni che Israele ha condotto in Siria e Libano. Rimane poco chiaro attraverso quali canali la comunicazione sia effettivamente avvenuta, visto che i due paesi hanno rotto le relazioni diplomatiche nel 1979. Secondo Middle East Eye negli ultimi mesi grazie al riavvicinamento tra Arabia Saudita e Iran, proprio la monarchia saudita, storico alleato della Casa Bianca, avrebbe agito da intermediario nelle comunicazioni tra Washington e Teheran. "Prima dell'attacco Isis avvenuto il 3 gennaio scorso gli Stati Uniti hanno avvisato, tramite canali privati, il governo iraniano del rischio di una minaccia terroristica all'interno dei loro confini", ha rivelato il funzionario al Washington Post. "Le amministrazioni americane hanno sempre mantenuto fede al dovere di informazione, quest'ultimo prevede di avvisare qualsiasi governo riguardo potenziali minacce letali. Uno dei fini di questo modo di operare è cercare di evitare la morte di civili innocenti", ha ribadito la fonte al quotidiano americano. Un avviso che non è servito a prevenire il brutale attentato, costato la vita ad almeno 84 persone radunatesi presso la tomba del comandante Soleimani, ucciso proprio dagli americani con un raid effettuato da un drone a Baghdad il 20 gennaio 2020. L'attacco ha colpito nella città di Kerman, a sud del Paese, ed è stato poi rivendicato dall'Isis il giorno seguente. 

Ukmto: udite esplosioni e avvistati missili al largo dello Yemen

La United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), una struttura della Marina britannica il cui scopo principale è quello di fornire un canale di informazione tra le forze armate e il commercio marittimo internazionale in senso lato,  ha dichiarato  che un'imbarcazione posizionata a circa 60 miglia nautiche dalla città yemenita di Al Hudaydah ha riferito di aver udito un'esplosione e avvistato dei missili a poche miglia dalla sua posizione. Ukmto ha aggiunto che un'altra esplosione in mare è stata avvistata a circa 0,5 miglia nautiche dalla nave che ha riferito. L'equipaggio e la nave sono al sicuro, ha dichiarato l'Ukmto

Onu: Gaza resa inabitabile da freddo e distruzione

Gli attacchi incessanti contro le infrastrutture e il freddo a Gaza stanno rendendo l'enclave palestinese "completamente inabitabile", ha avvertito venerdì l'ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unit nei Territori palestinesi occupati.  "Temo che molti altri civili moriranno", ha dichiarato Ajith Sunghay, capo dell'Ufficio, "continui attacchi a strutture altamente sensibili, come gli ospedali, uccideranno i civili, e ci sarà un ulteriore, massiccio impatto sull'accesso all'assistenza sanitaria, sulla sicurezza e sulla protezione in generale dei palestinesi".

Mezzaluna Rossa palestinese: bombardato l'ospedale Al Amal

I carri armati israeliani stanno bombardando l'ospedale Al Amal a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, e ci sono persone ferite, ha riferito la Mezzaluna Rossa palestinese su X: "Urgente: i carri armati di occupazione israeliani stanno prendendo di mira il cancello orientale dell'ospedale Al Amal, causando la dispersione di schegge all'interno dell'edificio. L'ospedale è sotto assedio con pesanti colpi di arma da fuoco, ci sono diversi feriti nelle vicinanze. Sfortunatamente, le nostre squadre non sono in grado di raggiungerli".

Ukmto: "incidente" 60 miglia al largo di Aden

United Kingdom Maritime Trade Operations (Ukmto), una struttura della Marina britannica il cui scopo principale è quello di fornire un canale di informazione tra le forze armate e il commercio marittimo internazionale in senso lato, ha dichiarato di avere ricevuto la segnalazione di un incidente a 60 miglia nautiche a sud-ovest del porto di Aden, nello Yemen, dove il gruppo Houthi ha attaccato navi. L'Ukmto ha aggiunto che le autorità stavano indagando sull'incidente e non sono stati forniti ulteriori dettagli.

Un altro soldato israeliano morto a Gaza, sono 220

Un soldato israeliano è rimasto ucciso ieri nel corso di combattimenti avvenuti nel sud della Striscia. Si tratta, ha reso noto il portavoce militare, del riservista del genio Eliran Yeger, 38 anni. Sale così a 220 - secondo i media - il numero complessivo dei soldati morti sul campo di battaglia con l'inizio delle operazioni terrestri contro Hamas a Gaza, alla fine di ottobre.

Borrell: l'aiuto umanitario a Gaza non sia una trattativa politica

"Durante il Consiglio Affari Esteri dell'Ue, io e tutti i ministri abbiamo ribadito ancora una volta la nostra comune condanna, nei termini più forti possibili, delle atrocità commesse da Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre. Tuttavia, l'attuale situazione a Gaza non può essere un prezzo accettabile da pagare per la lotta contro Hamas. L'assistenza umanitaria non può essere oggetto di negoziati politici. Abbiamo esortato il ministro israeliano a fare molto di più per garantire la protezione dei civili e del personale e delle infrastrutture umanitarie, comprese quelle dell'Unrwa, ad aprire nuovi punti di accesso e ad accelerare il controllo dei camion". Lo scrive l'alto rappresentante Ue Josep Borrell in un post sul suo blog.

Financial Times: compagnie di navigazioni cinesi puntano sul Mar Rosso per sfruttare l'immunità dagli attacchi Houthi

“Diverse compagnie di navigazione cinesi hanno riassegnato le loro navi per servire il Mar Rosso e il Canale di Suez, in quello che secondo gli analisti è un tentativo di sfruttare la percepita immunità della Cina dagli attacchi degli Houthi, che hanno allontanato la maggior parte degli altri operatori dall'area. Queste linee cinesi minori stanno servendo porti come Doraleh a Gibuti, Hodeidah nello Yemen e Jeddah in Arabia Saudita, tutti porti che hanno subito un forte calo del traffico a causa del dirottamento delle linee di navigazione internazionali per evitare potenziali attacchi da parte dei ribelli Houthi dello Yemen”. Lo scrive oggi il quotidiano britannico Financial Times, ricordando che “gli Houthi, che godono dell'appoggio dell'Iran, a fine novembre hanno iniziato ad attaccare navi commerciali che secondo loro avevano legami con Israele, dichiarando di agire a sostegno dei palestinesi di Gaza durante la guerra tra Israele e Hamas. Il gruppo ha attaccato anche altre navi, in particolare quelle legate agli Stati Uniti. I leader del gruppo hanno dichiarato che non attaccheranno navi associate alla Cina o alla Russia, entrambe alleate dell'Iran, purché non abbiano legami con Israele”.

Le forze di difesa israeliane hanno chiamato l'evacuazione dei quartieri occidentali di Khan Younis

- L'esercito israeliano ha invitato i residenti di diversi quartieri a ovest della città di Khan Younis a evacuare le loro case e recarsi nella vicina area di Al-Mawasi, nel sud della Striscia. "Ai residenti della zona di Khan Younis nei quartieri di Al-Nasr, al-Amal, del centro città e del campo profughi negli isolati 107-112: per la vostra sicurezza dovete spostarvi immediatamente nella zona umanitaria di Al-mawasi via Al-Bahr Street", ha detto l'esercito in un post su X. Il portavoce dell'esercito israeliano, Avichay Adraee, ha pubblicato, oltre all'annuncio, una mappa delle zone che dovranno essere evacuate. 

Forze di difesa israeliane: intense battaglie in corso a Khan Younis

 Intense battaglie sono ancora in corso a Khan Younis, nel sud della striscia di Gaza ed Israele continua a colpire decine di "obiettivi terroristici di Hamas".  Lo ha reso noto il portavoce militare. Nel corso di una serie di operazioni svolte a Khan Younis, aggiorna il sito delle forze armate, sono stati scoperti 200 imbocchi di tunnel militari, sono state distrutte 130 "infrastrutture di Hamas" e sono state bombardate dieci postazioni di lancio di razzi. Nel nord della Striscia altre "infrastrutture terroristiche di Hamas" sono state colpite grazie ad una attività combinata di forze di terra aiutate dall'aviazione. In particolare un velivolo militare ha centrato un edificio "pieno di esplosivi'". Secondo il quotidiano Israel ha-Yom in oltre tre mesi di combattimenti le scorte di razzi di Hamas si sono quasi esaurite del tutto, dopo che ne ha lanciati oltre 9.000 verso Israele e dopo che quasi altrettanti sono stati distrutti a terra dalle forze israeliane. Il giornale stima che Hamas abbia adesso solo alcune centinaia di razzi.

Gaza, le incursioni dei militari israeliani: a piedi, con i cani, e coi blindati (Video)

Gaza, Al Jazeera: “Raid di Israele sul campo profughi: 11 morti, tra loro anche un giornalista”

L'emittente araba Al Jazeera afferma che almeno undici persone sarebbero morte in un attacco aereo israeliano che avrebbe colpito il campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Tra le vittime ci sarebbe un giornalista e alcuni membri della sua famiglia.

Verdetto Aja, il Segretario di Stato Usa chiama omologa sudafricana

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato al telefono con la sua omologa sudafricana Naledi Pandor, prima che la Corte internazionale di giustizia (Cij) emetta il suo verdetto contro Israele nell'ambito della sua guerra contro Hamas. Il verdetto che è atteso oggi alle 14, ora di Israele, dal tribunale dell'Aia, alla presenza di Pandor, fornirà una risposta alle accuse del Sudafrica secondo cui Israele sta commettendo un “genocidio” nella Striscia di Gaza. Tra le misure richieste dal Sudafrica figura la fine immediata dell'operazione militare israeliana contro Hamas. Una dichiarazione del dipartimento di Stato Usa afferma che nella telefonata di qualche ora fa, Blinken e Pandor hanno discusso “del conflitto a Gaza e della necessità di proteggere i civili, garantire la consegna di aiuti umanitari e stabilire una pace regionale duratura che garantisca la sicurezza di Israele e la creazione di uno Stato palestinese indipendente”.

Il presidente egiziano avrebbe rifiutato il colloquio telefonico con Netanyahu

Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi ha rifiutato un colloquio telefonico chiesto dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Lo riporta Channel 13 citando un funzionario dell'ufficio di Netanyahu a condizione di anonimato. Il quotidiano israeliano ‘Maariv’ ha descritto il rifiuto di Sisi di ricevere una telefonata da Netanyahu come “un segno dell'aggravarsi della crisi tra Egitto e Israele”. Si tratta di “una grave escalation” nel peggioramento dei rapporti tra i due Paesi dopo la guerra di Gaza. L'ultimo colloquio tra i due risale a giugno dopo uno scontro a fuoco a un posto di blocco nel deserto del Negev, a ridosso del confine tra Israele ed Egitto, costato la vita a tre militari israeliani e a un agente della polizia egiziana.

Blitz degli attivisti, 50 pietre di inciampo palestinesi davanti alla sede Unhcr di Roma

Cinquanta pietre d'inciampo con i nomi di vittime palestinesi, posizionate davanti alla sede dell'Unhcr a Roma, in occasione del Giorno della Memoria, che si celebra ufficialmente domani. È la provocatoria iniziativa di alcuni attivisti romani, che stamattina hanno dato vita all'installazione artistica “come pietra viva” in via Leopardi, di fronte alla sede dell'agenzia Onu per i rifugiati: cinquanta pietre d'inciampo, simili a quelle installate in Europa in prossimità delle abitazioni delle vittime del nazifascismo, che, spiegano gli attivisti “ci ricordano il genocidio in corso in Palestina, perpetrato da Israele con la complicità dei Paesi occidentali. Gli stessi che domani commemoreranno la Giornata della Memoria”.

Tv Israele: “Ogni israeliano è un obiettivo”

“Non c'è differenza fra uomini, donne, anziani e bambini. Tutti sono obiettivi legittimi per essere colpiti o prigionieri di guerra”: questa l'indicazione impartita dai miliziani di Hamas dal suo consiglio della Shura (la guida politico-religiosa). Lo ha riferito la televisione pubblica israeliana Kan citando un documento recuperato dall'esercito in una base di Hamas a Gaza. “L'intera società sionista - si legge - è un collettivo di coloni, responsabili del furto di terre, di stragi e di profanazioni di luoghi santi islamici”. Secondo l'emittente “la crudeltà di Hamas aveva un avallo religioso, era progettata fin dall'inizio”.

La compagnia aerea israeliana El Al: “Stop ai voli Tel Aviv-Johannesburg”

La compagnia aerea israeliana El Al ha annunciato che sospenderà i voli lungo la rotta Tel Aviv - Johannesburg, in Sudafrica, a partire dall'1 aprile a causa della diminuzione della domanda. L'annuncio della compagnia aerea arriva poco prima della sentenza della Corte internazionale di giustizia in merito alla causa per genocidio intentata dal Sudafrica contro Israele. El Al non ha detto, tuttavia, se ciò abbia influito sulla sua decisione. Lo riporta il Times of Israel.

La protesta dei familiari degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza, bloccato il valico di Kerem Shalom

Sta continuando, per il terzo giorno consecutivo, la protesta dei familiari degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza che, con i loro corpi, stanno bloccando l'ingresso di aiuti umanitari attraverso il valico di Kerem Shalom. E' previsto che centinaia di altri manifestanti raggiungano il valico nel corso della giornata. La protesta chiede che vengano interrotti tutti gli aiuti umanitari fino a quando gli ostaggi non saranno liberati e riportati in Israele.

“A Gaza più di 26mila morti”

Sarebbero più di 26.000 i morti nella Striscia di Gaza. Il ministero della Salute dell'enclave palestinese, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, riferisce un bilancio di 26.083 morti e 64.487 feriti. Nelle ultime 24 ore, secondo le stesse fonti, sono morte 183 persone e 377 sono rimaste ferite. A dare notizia del nuovo bollettino che arriva da Gaza è la tv satellitare al-Jazeera mentre proseguono le operazioni militari israeliane nella Striscia, scattate dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele.

Berlino: “Estrema preoccupazione per civili a Khan Yunis”

“Sono estremamente preoccupata per la situazione disperata della popolazione di Khan Yunis. Anche il diritto all'autodifesa ha delle regole e nella lotta contro il terrorismo si applica il diritto umanitario internazionale. Il governo di Israele deve rispettarlo come tutti gli altri stati del mondo, anche in un contesto difficile in cui Hamas sta violando tutte le regole e abusa delle persone come scudi”, ha dichiarato in una nota la ministra tedesca degli esteri Annalena Baerbock. Baerbock ha aggiunto che “molte centinaia di migliaia di persone hanno cercato rifugio nel sud di Gaza” su indicazione di Israele e ora “i civili non possono semplicemente sparire nel nulla. Per questo non basta l'invito a lasciare questi luoghi, ma è necessaria una pausa umanitaria”. Questo è utile anche perché vengano “liberati finalmente tutti gli ostaggi” israeliani di Hamas, sottolinea Baerbock.

Israele: “Hamas opera dall'interno degli ospedali di Khan Yunis”

Hamas sta operando “dall'interno e intorno agli ospedali Nasser e al-Amal a Khan Yunis” nel sud della Striscia. Lo ha denunciato l'esercito israeliano secondo cui “il sistematico uso degli ospedali da parte di Hamas è stato ripetutamente documentato”. A questo proposito, il portavoce militare ha ricordato che due settimane fa “il radar dell'esercito ha identificato un lancio di razzi dall'interno del compound dell'ospedale Nasser. I fatti sul campo - ha spiegato - smentiscono la palese disinformazione diffusa nelle ultime 72 ore secondo cui gli ospedali sono sotto assedio o attacco”.

“Stop alla guerra per 35 giorni”, si fanno insistenti le voci di un possibile accordo tra Israele e Hamas

Israele e Hamas avrebbero raggiunto un accordo sui principi fondamentali per un cessate il fuoco di 35 giorni. Lo riporta il quotidiano israeliano “Haaretz” citando come fonte funzionari israeliani. L'accordo prevede il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani detenuti a Gaza e il rilascio di un numero imprecisato di prigionieri e detenuti palestinesi dalle carceri israeliane. Il “Washington Post” invece ha riferito di una proposta israeliana che prevede una pausa di 60 giorni nei combattimenti in cambio del rilascio graduale di oltre 100 ostaggi: prima donne e bambini, poi uomini, soldati e i corpi degli ostaggi ancora detenuti da Hamas. Intanto il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sta inviando il capo della Cia, Bill Burns, in Europa per incontrare il capo del Mossad, il primo ministro del Qatar e il capo dell'intelligence egiziana nella speranza di mediare una nuova pausa nelle ostilità aprendo la strada al rilascio degli ostaggi ancora tenuti prigionieri da Hamas in Gaza, sempre secondo “Haaretz”.

Tajani: “Da Anp messaggio positivo. 100 bambini palestinesi da curare in Italia”

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato, in un'intervista a Mattino5, che nel corso della suo incontro con i vertici dell'Autorità nazionale palestinese ha “ricevuto un messaggio positivo a favore della liberazione totale degli ostaggi in mano ad Hamas, senza contropartita, messaggio che ho portato alle autorità di Israele”. “Siamo amici di Israele, che ha diritto ad esistere, deve poter vivere in pace, ha subito un attacco inimmaginabile però diciamo a Israele di fare attenzione alla popolazione civile palestinese. 100 bambini palestinesi in Italia per le cure, un segnale importante”.

Accoltellamento a Tel Aviv, uomo gravemente ferito

Un uomo di 43 anni è rimasto gravemente ferito in un accoltellamento in Yesod Ha'Maale Street a Tel Aviv. Lo riporta Ynet senza fornire ulteriori dettagli. L'uomo è stato ricoverato nell'ospedale Ichilov.

Cresce l'attesa, la Corte dell'Aja si pronuncerà su Gaza e Israele

La Corte internazionale di giustizia dell'Aja sta per pronunciarsi sull'opportunità di adottare misure provvisorie per sospendere temporaneamente la campagna militare israeliana a Gaza, ha affermato la stessa Corte in un comunicato. Il Sudafrica ha intentato una causa contro Israele presso il tribunale, sostenendo che sta con la sua operazione militare a Gaza si sarebbe reso responsabile del reato di genocidio a danno dei palestinesi. Israele ha respinto le accuse, definendole “false” e “grossolanamente distorte”.

Israele: “In corso operazioni mirate negli ospedali di Khan Younis”

Le truppe israeliane stanno conducendo “operazioni mirate” tra i principali ospedali di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferisce un portavoce dell'Idf. “Le forze di difesa di Israele stanno conducendo operazioni mirate contro l'organizzazione terroristica Hamas a Khan Younis. L'intelligence dell'esercito indica che i terroristi di Hamas stanno operando dall'interno e nei dintorni degli ospedali Naser e Al Amal”, riferisce il portavoce. Da tre giorni il Ministero della Salute di Hamas a Gaza denuncia che i soldati israeliani assediano gli ospedali di Khan Younis “paralizzandoli completamente mentre commettono crimini di genocidio e impediscono il movimento delle ambulanze”. Gli ospedali si troverebbero “senza cibo e senza sicurezza”. Una versione rigettata dall'Idf, secondo cui i soldati israeliani “sono stati in contatto con i direttori degli ospedali e col personale medico, per telefono e sul campo, per garantire che gli ospedali possano restare operativi e accessibili”, dando la facoltà di abbandonare le strutture attraverso un corridoio predisposto allo scopo.

Liberazione degli ostaggi, Usa contro le dichiarazioni di Netanyahu: “Qatar partner insostituibile”

“Il Qatar è stato un partner regionale fondamentale, integrale e insostituibile” per gli Stati Uniti da quando è scoppiato il conflitto tra Israele e Hamas, ha affermato il vice portavoce del dipartimento di Stato Vedant Patel. Il commento di Patel è arrivato in conferenza stampa in risposta a una domanda sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che avrebbe etichettato come “problematico” il ruolo del Qatar negli sforzi di mediazione nel tentativo di garantire il ritorno degli ostaggi israeliani dalla Striscia di Gaza. “Non ho alcuna valutazione da offrire su questi commenti: quello che posso solo dire è che non vediamo l'ora di continuare ad approfondire la nostra partnership e di lavorare” con il Qatar “su una serie di questioni chiave”, ha detto il funzionario Usa.

Ostaggi, Netanyahu chiede la mediazione del presidente della Colombia

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha chiesto al presidente della Colombia, Gustavo Petro, di intercedere per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas nella Striscia di Gaza, tra cui figura la cittadina colombiana Elkana Bohbot. “In quanto Paese che ha connazionali tra i 136 ostaggi nelle mani dei terroristi di Hamas a Gaza, la Colombia ha una causa comune con Israele per impegnarsi per la immediata e incondizionata liberazione di coloro che sono tenuti prigionieri sin dalle tremende circostanze dal 7 ottobre scorso”, ha scritto il premier israeliano in una lettera dell'11 gennaio scorso, ma appena resa nota dai media colombiani, al presidente Petro, il quale è un difensore dichiarato della causa palestinese.
Non si conosce ancora la risposta del presidente colombiano né dei membri del governo all'appello di Netanyahu.

Austin sente Gallant: “Evitare escalation regionale”

Il segretario alla difesa americano Lloyd Austin ha parlato con il suo omologo israeliano Yoav Gallant “per ribadire il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi e l'importanza di garantire una fornitura ininterrotta di assistenza umanitaria a Gaza”. In un comunicato, il Pentagono aggiunge che Austin “ha riaffermato l'impegno degli Stati Uniti a perseguire nello sforzo diplomatico per risolvere le tensioni lungo il confine tra Israele e Libano e nell'obiettivo condiviso di evitare un'escalation regionale”.

La Francia condanna l'attacco israeliano su un rifugio Onu

La Francia ha "condannato" l'attacco che ha colpito ieri un rifugio Onu a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, provocando 13 morti. "I siti delle Nazioni Unite e il personale umanitario, il cui lavoro è essenziale per le popolazioni civili di Gaza, devono essere assolutamente protetti", afferma il Quai d'Orsay, invitando Israele a "rispettare il diritto umanitario internazionale".

Tajani a Netanyahu: “Sostegno a Israele ma attenzione ai civili”

La solidarietà del governo italiano a Israele dopo gli attacchi di Hamas è stata ribadita dal ministro degli Esteri Antonio Tajani al premier israeliano Benyamin Netanyahu nel colloquio tra i due a Tel Aviv, durante il quale il titolare della Farnesina ha anche ricordato "la richiesta italiana di fare attenzione alla vita dei civili palestinesi" a Gaza.

Al primo ministro israeliano, il capo della diplomazia italiana ha ribadito la posizione di Roma a favore di "due popoli due Stati", auspicando che alla fine di un negoziato politico e diplomatico possa sorgere uno Stato palestinese che venga riconosciuto dalla comunità internazionale "senza fughe in avanti e con l'assenso dello Stato di Israele". Tajani ha affermato che per l'Italia è importante rafforzare chi ha intenzione di favorire un percorso di pace: "Intendiamo continuare a lavorare con Stati Uniti, Unione Europea, Egitto, Giordania, Emirati Arabi e Arabia Saudita" con l'obiettivo di arrivare ad "un vero Stato palestinese che possa vivere in pace con lo Stato israeliano, rispettando le esigenze di sicurezza di Israele".

Netanyahu ha risposto sostenendo che per il momento la priorità assoluta è smantellare ogni capacità militare di Hamas per arrivare ad una smilitarizzazione di tutta la Striscia, affinché non possa più essere una minaccia per il popolo israeliano. Il capo del governo israeliano, peraltro, ha apprezzato la posizione italiana che nega alle operazioni israeliane a Gaza il carattere di "genocidio", alla vigilia della pronuncia della Corte dell'Aja.

Il premier ha inoltre confermato che il suo governo accelererà tutte le procedure affinché l'Italia possa trasferire 100 bambini e giovani palestinesi fuori da Gaza perché possano essere operati o trattati in ospedali italiani: l'operazione dovrebbe essere conclusa nelle prossime ore. Tajani ha anche ricevuto rassicurazioni sul fatto che Israele farà entrare aiuti medici e umanitari a Gaza. Secondo quanto riferito da fonti ufficiali, Netanyahu ha garantito che il ruolo italiano verrà sostenuto in ogni fase, nello spirito dell'amicizia fra i due Paesi. Nel corso del colloquio è stata affrontata anche la tensione al confine fra Israele e Libano, dopo la missione di mercoledì del titolare della Farnesina a Beirut. Tajani ha riferito al leader israeliano le osservazioni del governo libanese, e in particolare gli inviti alla moderazione nell'uso della forza nel confronto con le milizie di Hezbollah.

Hamas: "Se il tribunale dell'Aja ordina la tregua la rispetteremo, ma deve farlo anche Israele"

In una dichiarazione pubblicata tramite il suo canale ufficiale Telegram, Hamas afferma che se la Corte internazionale di giustizia ordinerà un cessate il fuoco a Gaza, i miliziani palestinesi si atterranno alla decisione a patto che la rispetti anche Israele. La dichiarazione dice anche che Hamas rilascerà tutti gli ostaggi se Israele libererà i palestinesi attualmente detenuti. "Il nemico sionista deve porre fine al suo assedio di Gaza durato 18 anni e fornire tutti gli aiuti necessari per la popolazione", conclude la dichiarazione. 

Centinaia di palestinesi a Khan Yunis chiedono a Israele e Hamas la pace e il rilascio degli ostaggi

Palestinesi in piazza a Khan Younis per chiedere la fine della guerra

Molti abitanti della Striscia di Gaza sono tornati in piazza a Khan Younis, nel sud dell'enclave palestinese, per chiedere ad Hamas e Israele di mettere fine alla guerra. La Dpa parla di decine di persone scese in strada a protestare, mentre secondo il quotidiano israeliano Haaretz hanno manifestato in centinaia. I presenti hanno chiesto un cessate il fuoco sia al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, sia al leader di Hamas a Gaza Yehya al-Sinwar. Già il giorno prima alcuni palestinesi erano scesi in piazza a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza, per chiedere la fine del conflitto e il rilascio degli ostaggi.

Save the Children: “11.500 bambini morti a Gaza dal 7 ottobre”

"Almeno 11.500 bambini sarebbero stati uccisi a Gaza dal 7 ottobre". Lo afferma Save the Children riportando "gli ultimi dati del ministero della Salute di Gaza".
"Il drammatico bilancio dei morti ha fatto registrare altre 1.500 vittime tra i più piccoli solo nelle ultime 2 settimane.
Ogni giorno, senza un cessate il fuoco definitivo, significa la morte per i bambini" ha dichiarato Jason Lee, direttore di Save the Children per i Territori Palestinesi Occupati.

Media: presto incontro tra capi dell'intelligence di Usa, Israele ed Egitto con il premier del Qatar

l presidente americano Joe Biden invierà nei prossimi giorni il direttore della Cia William Burns in Europa per colloqui ad alto livello volti al rilascio degli ostaggi israeliani delle mani di Hamas. Lo riferiscono media americani e israeliani, secondo i quali Burns incontrerà i capi dell'intelligence israeliana ed egiziana, David Barnea e Abbas Kamel, insieme al primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani.

Gaza, il bilancio dei morti sale a quasi 26mila, i feriti sono oltre 64mila

Il ministero della Salute a Gaza, gestito da Hamas, ha riferito che il bilancio è salito ad almeno 25.900 morti nella Striscia, di cui 200 nelle ultime 24 ore. I feriti sono 64.110. 

Haaretz: C'è intesa di massima su un accordo di tregua e scambio di prigionieri

Fonti vicine ai negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas hanno reso noto che Israele e il movimento armato palestinese hanno raggiunto un accordo di base sulla maggior parte dei punti dell'intesa.

L'accordo, secondo le informazioni, durerà 35 giorni, durante i quali verranno rilasciati tutti gli ostaggi israeliani. In cambio, Israele rilascerà i prigionieri palestinesi e fornirà aiuti umanitari alla Striscia di Gaza. Le regole per il rilascio dei prigionieri palestinesi sarebbero state già determinate.
Secondo la fonte, l'unica questione che le parti non riescono a risolvere è se nell'accordo verrà dichiarato un cessate il fuoco completo, richiesta di Hamas che Israele rifiuta: "Potrebbero esserci altri piccoli cambiamenti nello schema, ma il problema principale da risolvere riguarda il cessate il fuoco assoluto su cui Hamas insiste".

Il 66% dei palestinesi di Gaza ha malattie trasmesse dall'acqua

L'Autorità palestinese per la qualità ambientale ha affermato che il 66% dei palestinesi nella Striscia di Gaza soffre della diffusione di malattie trasmesse dall'acqua come il colera, diarrea cronica e malattie intestinali, in seguito alla "mancanza di acqua potabile e la chiusura di tutti gli impianti di desalinizzazione dell'acqua a causa dell'aggressione in corso da parte dell'occupazione israeliana". Lo scrive l'agenzia palestinese Wafa.
In una dichiarazione rilasciata oggi, nell'ambito della campagna ambientale in corso, ha spiegato che il bombardamento israeliano delle linee fognarie e il conseguente allagamento delle stesse hanno provocato una catastrofe sanitaria e ambientale, in particolare il bacino Sheikh Radwan, il cui livello ha raggiunto un livello critico, a causa dell'accumulo di acqua piovana e della fuoriuscita di acque reflue al suo interno.
L'Autorita' per la Qualita' Ambientale ha confermato che l'aggressione dell'occupazione ha provocato lo sradicamento di circa 50.000 alberi e la demolizione di migliaia di acri di terreni agricoli, vivai e orti domestici, il che porta ad un aumento della desertificazione, alla perdita di biodiversita', al deterioramento della qualita' del suolo e all'aumento delle emissioni di anidride carbonica.

Israele: "Indaghiamo su chi ha sparato sulla folla a Gaza"

L'esercito israeliano ha detto che sta esaminando le accuse secondo cui le sue forze avrebbero aperto il fuoco su una folla di palestinesi in attesa di ricevere aiuti a Gaza City, nel nord della Striscia. Lo riporta Al Jazeera. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, più di 170 persone nell'attacco sono rimaste ferite e 20 uccise.