La guerra a Gaza, giorno 206

Hamas lascia il Cairo, ancora attesa su accordo. Tajani a Riad: "Negoziati a un punto di svolta"

Bliken al WEF a Riad: "Hamas decida in fretta su una proposta molto generosa". Biden chiama al-Sisi. Usa: violati diritti umani in Cisgiordania anche prima del 7 ottobre
Hamas lascia il Cairo, ancora attesa su accordo. Tajani a Riad: "Negoziati a un punto di svolta"
AFP
Striscia di Gaza, bombardamento israeliano su Rafah

Reuters, Houthi: abbiamo attaccato due navi e un cacciatorpediniere statunitensi

Gli Houthi dello Yemen hanno preso di mira due navi statunitensi, un cacciatorpediniere e la nave CYCLADES nel Mar Rosso così come la MSC Orion nell'Oceano Indiano, ha detto il portavoce militare del gruppo allineato all'Iran, Yahya Sarea, in un discorso televisivo martedì mattina presto. Le forze Houthi hanno organizzato attacchi alle rotte marittime per mesi in solidarietà con i palestinesi che combattono Israele nella guerra di Gaza. 

Media arabi: "Hamas lascia il Cairo, tornerà con una risposta sulla tregua"

La delegazione di Hamas ha lasciato il Cairo e ritornerà con la risposta alla proposta di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha reso noto la televisione egiziana al Qahera. La fazione palestinese tornerà con una risposta scritta, aggiunge l'emittente. Sul sì di Hamas all'ultima proposta di tregua sul tavolo premono gli occidentali e diversi paesi arabi. 

I colloqui di oggi erano incentrati su un accordo in 2 fasi che porterebbe a una prima interruzione dei combattimenti con il rilascio di alcuni dei circa 100 ostaggi che si ritiene Hamas detenga ancora in cambio della liberazione dei palestinesi imprigionati da Israele, mentre colloqui si dovrebbero poi tenere per una seconda fase per il rilascio degli altri ostaggi, compresi soldati. 

Un funzionario egiziano, che ha parlato a condizione di anonimato, ha dichiarato che Israele ha abbassato il numero di ostaggi che vuole siano liberati nella prima fase, rispetto alle precedenti richieste di 40, senza però specificare il nuovo numero. Secondo la fonte, Israele ha anche mostrato flessibilità nel permettere ai residenti di tornare nel nord di Gaza e gli israeliani "hanno mostrato disponibilità" a discutere di stabilire un cessate il fuoco sostenibile a Gaza come parte della seconda fase dell'accordo. "Hanno mostrato disponibilità ma non impegno", ha detto. 

Usa, 5 unità dell' Idf hanno violato i diritti umani in Cisgiordania prima del 7 ottobre

Cinque unità dell'esercito israeliano hanno commesso "macroscopiche violazioni dei diritti umani", prima del 7 ottobre in Cisgiordania. Lo ha detto il vice portavoce del dipartimento di stato Usa Vedant Patel in un briefing con la stampa. 

Secondo Patel, riguardo alle recenti misure della Corte penale internazionale (CPI) contro alti funzionari dello Stato ebraico, le azioni di Israele nella Striscia di Gaza non sono paragonabili all'invasione militare della Russia in Ucraina. "Non esiste alcuna equivalenza morale tra il tipo di cose che vediamo fare da Putin e il Cremlino rispetto al governo israeliano", ha risposto Patel quando gli è stato chiesto se Washington fosse contraria a una possibile azione della suddetta Corte contro Israele, nonostante sostenesse iniziative simili contro la Russia. 

Il funzionario ha affermato che gli Stati Uniti non credono che la Corte penale internazionale abbia giurisdizione sulla situazione palestinese e ha ricordato che Washington non è parte del trattato che ha istituito tale corte. Lunedì scorso, i media statunitensi hanno riferito che la Corte penale internazionale potrebbe emettere mandati di arresto per funzionari israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant.

I funerali di un palestinese ucciso in un raid israeliano nel campo per rifugiati palestinesi di Nur Shams nella Cisgiordania occupata afp
I funerali di un palestinese ucciso in un raid israeliano nel campo per rifugiati palestinesi di Nur Shams nella Cisgiordania occupata

Teheran critica la repressione dei manifestazioni pro-Gaza sugli studenti in Usa

L'Iran, teatro nel settembre del 2022 di violente repressioni delle manifestazioni studentesche, ha criticato il giro di vite della polizia statunitense sui manifestanti pro-Gaza nelle università americane.

La Repubblica islamica "non accetta affatto il comportamento violento della polizia" contro gli studenti che nei campus americani da giorni protestano contro la guerra di Israele a Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Nasser Kanani, secondo cui il governo degli Stati Uniti ha "ignorato" i principi di democrazia e di diritti umani che "professa". "Ciò che abbiamo visto nelle università americane negli ultimi giorni è un risveglio dell'opinione pubblica mondiale nei confronti della questione palestinese", ha affermato Kanani nel corso di un punto stampa. 

"Non è possibile mettere a tacere, attraverso l'azione della polizia e politiche violente, le voci rumorose dei manifestanti contro questo crimine e genocidio", ha aggiunto. Ieri, intanto, centinaia di persone hanno manifestato a Teheran e in altre città dell'Iran in solidarietà con le proteste nei campus statunitensi. 

Usa, Studenti Columbia sfidano ultimatum, "non ce ne andiamo"

Gli studenti filo-palestinesi hanno sfidato l'ultimatum delle autorità della Columbia University, che avevano intimato loro di sgomberare l'accampamento entro le 14 (le 20 in Italia), votando per rimanere sui terreni del campus. In base all'ultimatum, gli studenti che si rifiutano di sgomberare l'accampamento verranno sospesi e soggetti a procedimenti disciplinari. "Non ce ne andremo fino a quando la Columbia non accetterà le nostre richieste", hanno dichiarato gli studenti che fanno riferimento al Columbia University Apartheid Divest (Cuad), il gruppo che chiede che l'università disinvesta tutte le attività con aziende che abbiano qualsiasi tipo di rapporti con Israele. Gli studenti, riporta la Cnn, hanno annunciato una conferenza stampa per le 14.30 (ora locale). 

Esercito di Israele: nostre forze di difesa operano secondo il diritto internazionale

"Le Forze di Difesa Israeliane operano secondo il diritto internazionale. Facciamo enormi sforzi per ridurre al minimo i danni ai civili dietro cui Hamas si nasconde, perché consideriamo la sofferenza dei civili come una tragedia, mentre Hamas vede la sofferenza dei civili come una strategia. Ecco perché Hamas si nasconde intenzionalmente tra i civili; ecco perché Hamas conduce la guerra dai civili; ed è per questo che Hamas ruba gli aiuti destinati ai civili di Gaza. Continueremo a perseguire Hamas ovunque a Gaza. Continueremo a fare tutto ciò che è in nostro potere per riportare a casa i nostri ostaggi. Continueremo a compiere la nostra missione: liberare i nostri ostaggi da Hamas e liberare Gaza da Hamas", le parole del portavoce dell'Esercito di Israele, Daniel Hagari.

 

Egitto, Sisi riceve telefonata da Biden, focus su Rafah Al Jazeera: "I due ribadiscono soluzione a due Stati"

La presidenza egiziana ha fatto sapere che Abdel Fattah Al Sisi ha ricevuto una telefonata dal presidente americano Joe Biden in cui è stato sottolineato il pericolo di un'escalation militare a Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. La presidenza egiziana ha aggiunto che Sisi e Biden hanno riaffermato l'importanza della soluzione dei due Stati per raggiungere la pace nella regione.  

I militari italiani sulla nave Fasan: "Siamo lo scudo dei traffici marittimi" - Esclusiva Tg1

Tajani da Riad: "Insieme agli alleati, l'Italia sta lavorando a una soluzione per la tregua"

Da Riad dove è in visita Tajani: "I negoziati per la tregua ad un punto di svolta"

"Nelle ultime ore molti segnali indicano che il negoziato indiretto fra Israele ed Hamas potrebbe essere a un punto di svolta": lo afferma il ministro degli esteri Antonio Tajani che è da oggi in Arabia Saudita dove partecipa a una serie di incontri sulla guerra a Gaza e in generale sulla crisi in Medio Oriente. "Il movimento islamico ha ricevuto una proposta di mediazione che se accettata permetterebbe di abbassare il tono dello scontro militare con la contemporanea liberazione di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi", ha aggiunto il titolare della Farnesina. 

La guerra nella Striscia sarà al centro anche del trilaterale di lunedì prossimo a Parigi tra Macron, Ursula von Der Leyen e il presidente cinese Xi Jinping. Approfondisci qui

 

Egitto, ministro degli esteri Sameh Shoukry dal WEF di Riad si dice fiducioso su tregua a Gaza

Il ministro degli Esteri egiziano si è detto "fiducioso" riguardo a una nuova proposta di tregua a Gaza, mentre una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per i colloqui. "Siamo fiduciosi", ha dichiarato Sameh Shoukry a Riad in occasione del World Economic Forum, aggiungendo che "la proposta ha preso in considerazione le posizioni di entrambe le parti e ha cercato di estrarre la moderazione". 

Trump: "Pochi ostaggi vivi, per Hamas arduo arrivare a accordo" "la situazione non può che peggiorare"

"Israele scoprirà, molto tristemente, che ci sono molti meno ostaggi di quanto si pensi attualmente. Ecco perché è difficile per Hamas raggiungere un accordo". Lo ha scritto l'ex presidente degli Stati Uniti e attuale candidato presidenziale repubblicano, Donald Trump, sulla piattaforma Truth. "Non sono più in grado di produrre le persone, perché molti di loro se ne sono andati. Hamas non è in grado di detenere gli ebrei per un lungo periodo di tempo senza ucciderli, e la situazione non potrà che peggiorare!", ha aggiunto. Il post continuava: "Leadership ZERO da parte di Biden. Il 7 ottobre NON SAREBBE MAI ACCADUTO SE FOSSI STATO PRESIDENTE - NEMMENO UNA PICCOLA POSSIBILITÀ!!!" 

Per il New York Times la Corte dell'Aja sta preparando i mandati arresto per i leader di Hamas e Israele

La Corte Penale Internazionale (Cpi) dell'Aja potrebbe far spiccare a breve dei mandati d'arresto per i leader di Hamas e d'Israele direttamente implicati nelle violenze commesse a Gaza. A scriverlo è il New York Times dopo aver interpellato “funzionari israeliani e stranieri” secondo cui - si legge - la Corte penale internazionale “sta preparando” tali mandati.

Israele, 15 missili caduti in alta Galilea in aree aperte

Le forze armate israeliane hanno reso noto che sono stati intercettati 15 lanci di missili dal sud del Libano verso l'Alta Galilea e che sono caduti in aree aperte. Non è stato registrato nessun danno a cose o a persone. Lo riporta Haaretz.

Israele: "Colpiti obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano"

Le forze armate israeliane (Idf) hanno reso noto che aerei da combattimento hanno attaccato obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano. Lo scrive Harretz. L'Idf ha precisato di avere preso di mira postazioni di lancio dei missili, una struttura militare e altre infrastrutture utilizzate da Hezbollah.

Media Israele, allarmi per lancio di razzi nella Galilea occidentale

Allarmi per il lancio di razzi e missili sono stati attivati negli insediamenti di Arab El Aramsha e Gornot Ha Gilil, nella Galilea occidentale, nord di Israele. Lo riporta Ynet.

Borrell: "Diversi Stati europei riconosceranno lo Stato palestinese a maggio"

Diversi Stati membri europei riconosceranno entro maggio lo Stato palestinese: lo ha detto il capo della politica estera dell'Ue, Josep Borrell, a margine di una riunione speciale del Forum economico mondiale a Riad, come riporta il Guardian. Irlanda e Spagna all'inizio di questo mese hanno ribadito la loro intenzione di stringere un'alleanza di Paesi che presto riconosceranno la Palestina come Stato nazionale. 140 dei 193 Stati membri dell'Onu hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina.

Iran: "Contro Israele non abbiamo ancora usato armi sofisticate"

Contro Israele l'Iran non ha ancora usato armi sofisticate: lo ha detto oggi a Damasco l'ambasciatore iraniano in Siria, Hossein Akbari, parlando ai media siriani. “È certo che risponderemo a ogni aggressione nemica... e comunque finora non abbiamo usato le nostre armi sofisticate” ha detto Akbari.

Hezbollah respinge le mediazioni straniere per un accordo separato con Israele

Gli Hezbollah libanesi respingono i tentativi diplomatici francesi e statunitensi di trovare un accordo bilaterale tra Libano e Israele per un cessate il fuoco separato da quello tra Hamas e Stato ebraico. Hasan Fadlallah, deputato di Hezbollah nel Parlamento libanese, ha oggi partecipato a una commemorazione di combattenti uccisi in raid di Israele. E ha affermato che “tutti i tentativi stranieri” di trovare un accordo per il cessate il fuoco “mirano in realtà ad allentare la pressione sul governo israeliano”. Il riferimento di Fadlallah è alla recente visita in Libano del ministro degli esteri francese, Stéphane Séjourné, che ha sondato gli animi rispetto alla mediazione di Parigi e di Washington per un cessate il fuoco, e il conseguente ritorno alle loro case in Alta Galilea di decine di migliaia di sfollati israeliani, così come il ritorno alle abitazioni nel sud del Libano di altrettante decine di migliaia di sfollati libanesi. Hezbollah ribadisce la sua volontà di mediare attorno alla prospettiva di un accordo quadro che parta dalla cessazione delle attività militari israeliane nella Striscia di Gaza. Per il Partito di Dio, il fronte del sud del Libano serve a mettere pressione a Israele perché cessi le operazioni a Gaza.

Iran: "Dieci Paesi hanno aiutato Israele durante il nostro attacco"

“Dieci Paesi hanno aiutato il regime sionista a respingere l'operazione dell'Iran, con droni e missili, contro Israele del 13 aprile, che è stata portata avanti come risposta all'attacco di Israele contro i locali del consolato iraniano a Damasco”. Lo ha affermato il portavoce delle Guardie della Rivoluzione, Ramazan Sharif. “Nonostante il sostegno di questi Paesi, l'operazione punitiva ha avuto successo, dimostrando la superiorità della forza di combattimento dell'Iran rispetto al loro sistema di difesa” ha aggiunto il portavoce, come riporta Irna. “Durante l'operazione, un Paese sciita (l'Iran) è riuscito a schiaffeggiare il regime israeliano dopo 50 anni” ha aggiunto Sharif. “Le terre palestinesi sono occupate da circa ottant'anni da Israele, che è sostenuto dagli Stati Uniti e dalle sue navi da guerra”, ha dichiarato il portavoce.

Riad: "Molto vicina intesa con gli Usa anche sul governo di Gaza"

Le nuove intese bilaterali tra l'Arabia Saudita e gli Stati Uniti sono “molto, molto vicini” anche sul futuro governo a Gaza dopo la fine del conflitto tra Israele e Hamas: lo ha detto il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan dopo l'incontro con il segretario di stato Usa Antony Blinken, come riporta Sky News. “La maggior parte del lavoro è già stata fatta” ha detto il ministro saudita, parlando in un panel durante una riunione speciale del World Economic Forum a Riad, aggiungendo che “abbiamo le grandi linee di ciò che pensiamo debba accadere sul fronte palestinese”.

Nave maltese "sarebbe stata colpita da tre missili" tra Gibuti e Gedda

Una nave portacontainer battente bandiera di Malta sarebbe stata presa di mira con tre missili mentre era in rotta da Gibuti alla città saudita di Gedda: lo ha riferito la società britannica di sicurezza marittima Ambrey.

I ribelli Houthi sostenuti dall'Iran hanno ripetutamente lanciato droni e missili contro le navi commerciali internazionali nella regione del Mar Rosso da metà novembre, affermando di agire in solidarietà con i palestinesi contro le azioni militari di Israele a Gaza.

Il ministro degli Esteri egiziano si dice fiducioso sulla proposta di tregua a Gaza

Il ministro degli Esteri egiziano si è detto “fiducioso” riguardo a una nuova proposta di tregua a Gaza, mentre una delegazione di Hamas è attesa al Cairo per i colloqui. "Siamo fiduciosi", ha dichiarato Sameh Shoukry a Riyadh, in occasione del World Economic Forum, aggiungendo che “la proposta ha tenuto conto delle posizioni di entrambe le parti”.

Blinken: "Su Rafah non abbiamo visto ancora un piano per i civili"

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, oggi a Riad, ha ribadito l'opposizione degli Stati Uniti a un'offensiva israeliana su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. “Non abbiamo ancora visto un piano che ci permetta di credere che i civili possano essere efficacemente protetti” ha detto Blinken a una riunione del World Economic Forum.

Bliken: "Hamas decida in fretta su una proposta molto generosa"

“Hamas ha davanti a sé una proposta straordinariamente generosa da parte di Israele. E in questo momento, l'unica cosa che si frappone tra il popolo di Gaza e un cessate il fuoco è Hamas. Devono decidere e devono decidere in fretta. Spero che prenderanno la decisione giusta, possiamo avere un cambiamento fondamentale nella dinamica”. Lo ha detto, intervenendo all'incontro del World Economic Forum in Arabia Saudita, il segretario di Stato Usa Antony Blinken, come riporta il Guardian.

Hamas, il bilancio dei morti a Gaza sale a 34.488

Il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha dichiarato che almeno 34.488 persone sono state uccise nel territorio palestinese durante i quasi sette mesi di guerra tra Israele e Hamas. Il conteggio include almeno 34 morti nelle ultime 24 ore, ha dichiarato un comunicato del Ministero, aggiungendo che 77.643 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dallo scoppio della guerra, quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre.

Blinken: "Progressi umanitari a Gaza, ma Israele faccia di più"

Gli Stati Uniti hanno visto “progressi misurabili” nella situazione umanitaria a Gaza nelle ultime settimane, ma ha esortato Israele a fare di più. Lo afferma il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, oggi a Riad, citato da Sky News. Blinken ha aggiunto che il modo più efficace per alleviare la crisi umanitaria è raggiungere un cessate il fuoco.

20 razzi dal sud del Libano verso Israele, Hamas rivendica

Le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato la responsabilità di un attacco dal sud del Libano in direzione di una postazione militare nel nord di Israele. Il gruppo, riporta al-Jazeera citando informazioni diffuse via Telegram, ha affermato di aver preso di mira una base con una "raffica di missili". Le forze israeliane (Idf) avevano segnalato in precedenza il lancio di una ventina di razzi dal Libano, la maggior parte dei quali sono stati intercettati, come hanno riportato i media israeliani. 

Blinken: Iran principale fonte di instabilità in Medio Oriente

Il segretario di Stato americano Antony Blinken, dopo l'incontro con il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita a Riad, il principe Faisal bin Farhan, ha affermato che l'Iran è la principale fonte di instabilità nella regione. Lo riporta il Guardian. 

Secondo Blinken gli eventi degli ultimi mesi hanno mostrato che ci sono due possibili strade da percorrere. Una, ha detto, è "lacerata da divisioni, distruzione, violenza e insicurezza permanente". Incontri come quello di oggi hanno dimostrato che ci sono molte più nazioni nella regione interessate alla seconda via, quella di "maggiore integrazione, maggiore sicurezza, maggiore pace".

Media: "Gli Houthi temono un'offensiva in Yemen orchestrata dagli Usa e affidata a forze locali"

I ribelli yemeniti filo-iraniani Houthi stanno monitorando gli Stati Uniti, temendo che questi stiano preparando una "vasta offensiva militare aerea e anche terrestre contro lo Yemen" affidata a forze locali, secondo quanto scrive il quotidiano libanese Al Akhbar, citato dal sito israeliano Ynet.

Secondo quanto scrive il giornale, l'assalto verrebbe condotto da "fazioni locali, fedeli agli Emirati Arabi Uniti, su più di un fronte". Al Alkhbar, scrive Ynet, afferma inoltre che di recente Israele avrebbe condotto manovre militari presso la base aerea di Al Dhafra, negli Emirati, “coinvolgendo l'Arabia Saudita e altri Paesi arabi”.

Tajani a Riad vedrà Blinken: su Gaza "agire subito"

Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, questo pomeriggio sarà a Riad, in Arabia Saudita, per una serie di incontri e riunioni sulla guerra a Gaza e in generale sulla crisi in Medio Oriente. A Riad ci sarà anche il Segretario di Stato americano Antony Blinken. Tajani condividerà con i Ministri arabi ed europei i risultati della riunione G7 di Capri e avrà con i colleghi europei diversi momenti di confronto, così come con gli altri colleghi della regione, tra cui i ministri di Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania. Per Tajani "lo scopo è premere per un cessate il fuoco immediato, per il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e per far entrare al più presto, massicciamente, gli aiuti per la popolazione civile di Gaza. L'emergenza è insostenibile, va affrontata immediatamente".

Hamas: la proposta di accordo è ancora in fase di studio

Il funzionario del politburo di Hamas, Izzat al-Risheq, ha negato fonti anonime dell'organizzazione terroristica che ieri sera sul tardi alla Afp riferivano di non aver riscontrato grossi problemi sull'ultima proposta per la tregua. In una dichiarazione, ripresa da Haaretz, al-Risheq ha chiarito che "la proposta è ancora in fase di studio".

Sirene anti-razzi risuonano in Galilea al confine con il Libano

Sirene anti-razzo sono suonate in Galilea, nel nord d'Israele vicino al confine con il Libano. A essere minacciati di attacco sono i villaggi di Maayan Baruch, Kfar Yuval, Metula, Kfar Giladi, Kiryat Shmona, Tel Hai, Beit Hillel and HaGoshrim, scrive Ynet.

Al Jazeera: il bilancio dei raid su Rafah è salito a 27 morti

Sarebbe salito ad almeno 27 palestinesi uccisi, il bilancio dei raid aerei condotti dalle forze israeliane su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta Al Jazeera. A Rafah, dove hanno trovato rifugio migliaia di sfollati palestinesi, è imminente un'operazione di terra israeliana ma un eventuale accordo fra Tel Aviv e Hamas per una tregua in cambio del rilascio di ostaggi potrebbe scongiurare l'attacco.

Esercito israeliano: colpite infrastrutture di Hezbollah nel sud del Libano

L'aeronautica israeliana ha colpito questa notte obiettivi del movimento sciita libanese Hezbollah nella regione di Jabal Blat, nel sud del Libano: lo hanno annunciato oggi le forze di difesa israeliane, citate dalla stampa locale. Tra gli obiettivi colpiti dall'aeronautica figurano infrastrutture ed edifici militari utilizzati da Hezbollah, ha aggiunto l'Idf.

Blinken è arrivato in Arabia Saudita per colloqui su Gaza

Il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato oggi in Arabia Saudita, la prima tappa di un viaggio più ampio in Medio Oriente volto a discutere con i partner arabi della situazione a Gaza e a sollecitare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a compiere passi concreti e tangibili per la fine delle ostilità. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto questo mese di migliorare la terribile situazione umanitaria nella Striscia.

A Riad, Blinken dovrebbe incontrare gli alti leader sauditi e tenere un incontro più ampio con le controparti di cinque Stati arabi - Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Giordania - per promuovere le discussioni su quale sarà la governance della Striscia di Gaza dopo la guerra, secondo un alto funzionario del Dipartimento di Stato.

L'arrivo di Antony Blinken in Arabia Saudita (video)

Negoziati, l'Egitto invita una delegazione israeliana al Cairo

L'Egitto ha invitato una delegazione israeliana a recarsi oggi al Cairo nell'ambito dei negoziati in corso per garantire un accordo per la restituzione degli ostaggi detenuti da Hamas, a cui dovrebbe partecipare anche lo stesso gruppo terroristico: lo riporta il Times of Israel, che cita il quotidiano londinese Al-Arabi Al-Jadid del Qatar.

L'invito, scrive Al-Arabi Al-Jadid, "mira ad accelerare il processo e a fornire i necessari chiarimenti sulle osservazioni che saranno presentate dalla delegazione di Hamas che si recherà al Cairo". 

La delegazione israeliana, ha detto una fonte al giornale, "sarà autorizzata a fornire risposte alle richieste sollevate da Hamas, ma non sarà autorizzata a prendere decisioni o a presentare posizioni ufficiali".

Ancora proteste nei campus americani, 275 arresti nel fine settimana

Continuano le proteste nelle università americane contro la guerra di Gaza. La polizia ha arrestato circa 275 persone in quattro campus durante il fine settimana. "Rispettiamo certamente il diritto alle proteste pacifiche", ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Kirby al programma "This Week" della ABC. Ma, ha aggiunto, "condanniamo assolutamente il linguaggio antisemita e certamente condanniamo tutti i discorsi di odio e le minacce di violenza". 

L'ondata di manifestazioni è iniziata alla Columbia University di New York, ma si è diffusa rapidamente in tutto il Paese. La polizia ha risposto con raid negli accampamenti della protesta e numerosi arresti. 100 alla Northeastern University di Boston, 80 alla Washington University di St Louis, 72 all'Arizona State University e 23 all'Indiana University. Tra gli arrestati alla Washington University c'è anche la candidata presidenziale del Partito Verde Jill Stein, che ha incolpato la polizia per le tattiche aggressive che hanno provocato i problemi che avrebbero dovuto sedare. "Si tratta di libertà di parola... su una questione molto critica", ha detto alla Cnn poco prima del suo arresto sabato. Domenica i manifestanti dell'Università di Yale hanno allestito un nuovo accampamento, dopo che un precedente era stato smantellato dalla polizia giorni prima, con decine di persone arrestate e accusate di violazione di domicilio. Con gli esami finali nelle prossime settimane, alcuni campus, incluso il campus Humboldt della California State Polytechnic University, hanno chiuso e hanno chiesto agli studenti di completare le lezioni online.

Bombe israeliane su Rafah, almeno 13 persone uccise

L'ennesimo raid aereo israeliano su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, ha ucciso stanotte almeno 13 persone - secondo fonti mediche locali. 
Altre fonti legate ad Hamas fissano il bilancio a 18 morti. Il bombardamento sembra aver colpito tre case della città che ospita quasi due milioni di sfollati dal nord della Striscia. 

Hamas: "Non ci sono problemi importanti sulla proposta di tregua"

Un alto funzionario di Hamas ha detto all'Afp che il gruppo palestinese "non ha grossi problemi" con l'ultima proposta di Israele ed Egitto per un cessate il fuoco a Gaza. "L'atmosfera è positiva, a meno che non vi siano nuovi ostacoli da parte di Israele. Non ci sono grossi problemi nelle osservazioni e nelle richieste che Hamas presenterà riguardo ai contenuti" della proposta, ha detto il funzionario, che ha parlato a condizione di anonimato, alla vigilia dell'incontro al Cairo con Egitto e Qatar in cui è attesa una risposta di Hamas.

La World Central Kitchen riprende oggi l'attività umanitaria a Gaza

La World Central Kitchen annuncia che riprenderà oggi la sua attività nella Striscia di Gaza con la consegna di aiuti umanitari alla popolazione palestinese, anche nel nord dell'enclave. Gli aiuti della Wck a Gaza sono stati sospesi per quattro settimane in seguito all'uccisione di 7 suoi operatori in un raid israeliano il primo aprile. Prima di fermare le sue operazioni, la Wck distribuiva più di 43 milioni di pasti a Gaza e forniva il 62% di tutti gli aiuti delle Ong internazionali.        '

“La situazione umanitaria a Gaza rimane disastrosa", dice Erin Gore, amministratore delegato di World Central Kitchen. ''Stiamo riprendendo la nostra attività con la stessa energia, dignità e attenzione nel nutrire quante più persone possibile. Ad oggi abbiamo distribuito più di 43 milioni di pasti e siamo ansiosi di distribuirne altri milioni. Il cibo è un diritto universale e il nostro lavoro in Palestina è stata la missione più salvavita nei nostri 14 anni di  storia organizzativa. Continueremo a far arrivare quanto più cibo possibile a Gaza, inclusa la parte settentrionale di Gaza, via terra, aria o mare''.

Trenta riservisti israeliani rifiutano di partecipare all'attacco di Rafah

Trenta paracadutisti riservisti israeliani si sono rifiutati di rispondere alla chiamata dell'esercito in vista dell'imminente operazione militare su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta l'emittente Channel 12, spiegando che i  trenta hanno riferito di non essere più in grado di svolgere i loro compiti. Secondo l'emittente, i loro comandanti non costringeranno i paracadutisti a partecipare all'operazione.

Hamas: "Oggi al Cairo la risposta sulla proposta di tregua"

Una delegazione di Hamas sarà oggi al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco a Gaza. Lo ha detto un funzionario di Hamas all'agenzia AFP, aggiungendo che la delegazione darà una risposta sulla proposta di cessate il fuoco offerta dai mediatori e da Israele. "Una delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya arriverà in Egitto e darà la risposta del movimento" alla proposta israeliana durante un incontro con funzionari dell'intelligence egiziana, ha detto il funzionario.

Abu Mazen: Israele attaccherà Rafah "nei prossimi giorni"

Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas ha detto - nel corso di una riunione speciale del World Economic Forum a Riad - che "Israele entrerà a Rafah nei prossimi giorni". Abu Mazen ha aggiunto di essere "preoccupato che Israele cercherà di rimuovere i palestinesi dalla Cisgiordania dopo che lo avrà fatto con la Striscia di Gaza". "Gli Stati Uniti - ha proseguito - sono l'unico Paese che può impedire a Israele di attaccare Rafah. Chiediamo la fine dei combattimenti e la fornitura di aiuti alla Striscia di Gaza". "Se Israele invaderà Rafah, provocherà la più grande catastrofe nella storia del popolo palestinese. L'America è l'unico Paese in grado di impedire a Israele di commettere questo crimine", ha aggiunto il presidente palestinese che ha anche detto che occorre una soluzione politica che riunisca la Striscia di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme in uno Stato palestinese indipendente, soluzione che deve essere attuata attraverso la convocazione di una conferenza internazionale.

Gaza, il nuovo bilancio è di 34.454 morti

Il ministero della Sanità di Hamas ha annunciato un nuovo bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dall'inizio della guerra tra Israele e il movimento islamista palestinese, il 7 ottobre: i morti sono stati 34.454 e 77.575 i feriti, in ormai oltre 200 giorni di guerra.