La guerra di Gaza, giorno 183

Israele si ritira da Gaza sud, ma Rafah resta nel mirino. Nuova protesta a Gerusalemme

In 50mila davanti alla Knesset. Alcuni parenti degli ostaggi domani incontrano il Papa.La guerra entra nella fase tre, "intelligence e raid mirati". Negoziati al Cairo
Israele si ritira da Gaza sud, ma Rafah resta nel mirino. Nuova protesta a Gerusalemme
AFP
Un giovane palestinese vende verdure fresche davanti a un edificio distrutto dagli attacchi israeliani, prima delle celebrazioni dell'Eid al-Fitr che concludono il sacro mese di digiuno musulmano del Ramadan, a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza

Una delegazione di Hamas è arrivata al Cairo per incontrare il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel

Una delegazione di Hamas, come dichiarato in un comunicato, è arrivata al Cairo per incontrare il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel, e ha ribadito le richieste avanzate dal gruppo in una proposta del 14 marzo, prima della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, approvata il 25 marzo. Le richieste includono un cessate il fuoco permanente, il ritiro delle forze israeliane da Gaza, il ritorno degli sfollati e lo scambio di prigionieri palestinesi con gli ostaggi israeliani trattenuti a Gaza. Lo riporta l'agenzia Reuters.

 

Il capo dell'esercito, il tenente generale Herzi Halevi: "La guerra a Gaza continua, e siamo ben lontani dal fermarci"

"La guerra a Gaza continua, e siamo ben lontani dal fermarci". Lo ha detto il capo dell'esercito, il tenente generale Herzi Halevi, dopo l'annuncio del ritiro delle truppe di terra dal sud della Striscia di Gaza. Ufficiali militari, che hanno parlato a condizione di anonimato secondo la politica dell'esercito, hanno detto che una "forza significativa" è rimasta a Gaza con "libertà di azione" per continuare le operazioni mirate, anche a Khan Younis, una roccaforte di Hamas e città natale del leader del gruppo, Yehya Sinwar.

Manifestanti israeliani chiedono al governo di garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza

Manifestanti israeliani chiedono al governo di garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza ApPhoto
Manifestanti israeliani chiedono al governo di garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza

Gerusalemme: almeno 50.000 manifestanti sono fuori dal palazzo della Knesset

Almeno 50.000 manifestanti sono fuori  dal palazzo della Knesset a Gerusalemme, alla manifestazione di massa  di stasera per i sei mesi di prigionia per i 133 ostaggi ancora a  Gaza. Lo ha riferito un portavoce del Forum sugli ostaggi e le  famiglie scomparse che ha organizzato l'evento.

Manifestanti israeliani chiedono al governo di garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza ApPhoto
Manifestanti israeliani chiedono al governo di garantire il rilascio degli ostaggi detenuti nella Striscia di Gaza

Anna Tognotti, tesoriere Ugei, Unione giovani ebrei d'Italia:" Non ci sentiamo sicuri all'interno dellenostre università"

Anna Tognotti, tesoriere Ugei, Unione giovani ebrei d'Italia, durante un incontro alla Sinagoga di Milano, ha citato un sondaggio Ugei, da dove si evince che la stragrande maggioranza dei giovani ebrei ha dovuto cambiare il proprio stile di vita dopo il 7 ottobre per il timore di minacce. E poi sottolineando che "anche i giovani ebrei d'Italia, che io rappresento, stanno combattendo la loro battaglia sottile e non violenta. Una battaglia di democrazia e diritti civili - ha spiegato - che ha luogo nelle aule e nelle strade quando dobbiamo nascondere le nostre abitudini, rivedere le nostre amicizie e quando non ci sentiamo sicuri all'interno delle nostre università".

L'emittente israeliana Channel 13 tv ha riferito che Israele si sta preparando a iniziare l'evacuazione di Rafah

L'emittente israeliana Channel 13 tv ha riferito che Israele si sta preparando a iniziare l'evacuazione di Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza, entro una settimana e che il processo potrebbe richiedere diversi mesi. Dopo il ritiro parziale delle truppe, l'emittente riporta che il ministero della Difesa di Tel Aviv sta pubblicando una gara d'appalto per l'acquisto di decine di migliaia di tende. Si prevede l'acquisto di circa 40mila tende, ciascuna adatta a 12 palestinesi. Le tende saranno consegnate a organizzazioni internazionali, per realizzare una grande tendopoli a cui arriveranno gli sfollati da Rafah diretti a nord.

Yoav Gallant: " Hamas ha smesso di funzionare militarmente a Gaza"

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha detto che Hamas ha "smesso di funzionare come organizzazione militare in tutta la Striscia di Gaza". A seguito di una valutazione presso il Comando meridionale dell'esercito, Gallant ha affermato: "I risultati della 98ª Divisione e delle sue unità sono estremamente impressionanti: hanno preso di mira i terroristi, hanno distrutto obiettivi nemici, magazzini, armi, siti sotterranei, quartieri generali e sale di comunicazione" e ha specificato però che Israele ha ancora intenzione di affrontare i battaglioni di Hamas a Rafah, nell'estremo sud della Striscia. Lo riporta il Times of Israel

Soldati israeliani all'opera nella Striscia di Gaza Israel Defense Forces/Handout via Reuters
Soldati israeliani all'opera nella Striscia di Gaza

Migliaia di manifestanti si sono ritrovati vicino al parlamento israeliano a Gerusalemme per ricordare i sei mesi dal massacro di Hamas del 7 ottobre

Migliaia di manifestanti si sono ritrovati vicino al parlamento israeliano a Gerusalemme per ricordare i sei mesi dal massacro di Hamas del 7 ottobre e chiedere al governo di garantire il rilascio degli oltre 100 ostaggi rimasti in mano dei gruppi terroristici nella Striscia di Gaza. Lo riporta il quotidiano israeliano The Time of Israel.I manifestanti chiedono anche le dimissioni del primo ministro Benjamin Netanyahu. All'evento hanno partecipato le famiglie degli ostaggi.

Israele: fuori da Khan Younis per prepare missione su Rafah. Lo dichiara il ministro della Difesa

Il Ministro della Difesa isareliano annuncia che il ritiro da Khan Younis serve a prepare la missione su Rafah. Lo riporta AFPnello stesso momento in cui il portavoce della Casa Bianca per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha dichiarato all'emittente Abc che gli Stati Uniti ritengono che il parziale ritiro israeliano dal sud della Striscia di Gaza "sia in realtà solo un momento di riposo e di rifornimento per queste truppe che sono state sul terreno per quattro mesi e non necessariamente, a quanto ci risulta, indicativo di una nuova operazione in arrivo per queste truppe"

Il ministro israeliano Katz, alla Farnesina, con i alcuni familiari degli ostaggi incontra il titolare della Farnesina, Antonio Tajani X/@Israel_katz
Il ministro israeliano Katz, alla Farnesina, con i alcuni familiari degli ostaggi incontra il titolare della Farnesina, Antonio Tajani

Il ministro israeliano Katz dopo l'incontro con il vice premier Tajani ribadisce che la priorità è rilascio dei rapiti e la distruzione di Hamas

"Sono stato felice di incontrare il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a Roma. Gli ho chiesto di agire e di sostenere lo Stato di Israele per garantire che non venga presa alcuna decisione sul cessate il fuoco senza la condizione del rilascio immediato di tutti gli ostaggi. Insieme alle famiglie dei rapiti che mi accompagnavano,gli ho detto che gli obiettivi principali davanti ai nostri occhi sono il rilascio incondizionato di tutti i 133 rapiti e lo smantellamento dell'organizzazione terroristica Hamas". Lo scrive su X il ministro israeliano Israel Katz, postando una foto dell'incontro con Antonio Tajani

I camion degli aiuti arrivano a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza (Video)

Il Ministro Tajani:"Israele ribadisce che se c'è la consegna e la liberazione degli ostaggi c'è anche il cessate ilfuoco"

"Israele ribadisce che se c'è la consegna e la liberazione degli ostaggi c'è anche il cessate il fuoco. E' la posizione che loro hanno e certo non si più prescindere dalla liberazione degli ostaggi". In ogni caso, "la reazione deve essere sempre proporzionata quindi mi auguro chesi possa arrivare al cessate il fuoco ed evitare un attacco a Rafah ma allo stesso tempo mi auguro che ci possa essere la liberazione degli ostaggi. La liberazione dei rapiti contemporanea alla decisione di non attaccare Rafah è una soluzione che può rappresentare un passo importante verso la pace". Così Antonio Tajani dopo l'incontro con l'omologo Katz.

Uno dei portavoce della Casa Bianca ha parlato di "crescente frustrazione" del presidente degli Stati Uniti rispetto alla strategia di Netanyahu

Uno dei portavoce della Casa Bianca ha parlato di "crescente frustrazione" del presidente degli Stati Uniti Joe Biden riguardo il modo con cui Israele sta portando avanti le sue operazioni militari a Gaza. In un'intervista a Abc, il portavoce sulla sicurezza nazionale John Kirby ha commentato in questo modo, rispondendo alla conduttrice che citava una serie di dichiarazioni di Biden fatte negli ultimi mesi e che mostravano un cambio di tono rispetto al 7 ottobre, giorno del massacro di israeliani da parte di Hamas. "Sono contento - ha spiegato Kirby - che tu abbia fatto vedere quella scansione perchè mostra il crescente livello di frustrazione che abbiamo riguardo il modo con cui queste operazioni vengono portate avanti e il modo in cui Israele sta agendo in termini di vittime civili". "Siamo sempre più frustrati - ha aggiunto - e quello è anche ciò che il presidente ha detto al primo ministro Netanyahu nella loro telefonata, la scorsa settimana. Devono fare di più, devono attuare cambiamenti". Biden ha parlato con Netanyahu dopo l'attacco israeliano che ha ucciso sei operatori umanitari di World Central Kitchen e il loro autista palestinese, mentre stavano lasciando un edificio a Gaza. Biden ha detto al premier israeliano che la posizione degli Stati Uniti dipenderà dalle misure concrete che Israele adotterà per proteggere i civili e gli operatori umanitari. L'avvertimento ha rappresentato un drammatico cambiamento nei toni usati da Washington rispetto ai messaggi lanciati a ottobre dopo l'attacco di Hamas che ha provocato la morte di più di 1200 israeliani.

Netanyahu ha affermato: "Siamo a un passo dalla vittoria, ma il prezzo che ci viene imposto è doloroso e straziante"

A 6 mesi dall'inizio della guerra tra Hamas e Israele, il primo ministro israeliano Bejamin Netanyahu ha affermato: "Siamo a un passo dalla vittoria, ma il prezzo che ci viene imposto è doloroso e straziante". Lo riporta Ynet. "Siamo determinati a porre fine alla guerra con una vittoria completa", ha aggiunto, "a restituire tutti i nostri rapiti, a completare l'eliminazione di Hamas nell'intera Striscia di Gaza, compresa Rafah, e a garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele".

Oggi riunione Food for Gaza a Roma con Antonio Tajani e Israel Katz Ansa
Oggi riunione Food for Gaza a Roma con Antonio Tajani e Israel Katz

Iniziata, alla Farnesina, la riunione su 'Food for Gaza' con il ministro Tajani e quello israeliano Katz

È iniziata poco fa alla Farnesina la riunione operativa sull'iniziativa italiana 'Food for Gaza', preceduta da un bilaterale tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo omologo israeliano Israel Katz, in visita in Italia. Alla riunione partecipano anche la vicedirettrice della Fao Beth Bechdol, il vicedirettore esecutivo del World Food program Carl Skau, il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e il presidente della Croce rossa italiana Rosario Velastro anche in rappresentanza della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa.

Katz: "Grazie Papa Francesco, il suo sostegno aiuterà il ritorno degli ostaggi"

“Ringrazio il Papa per aver risposto alla richiesta di incontrare le famiglie dei rapiti per rafforzarle e sostenere il ritorno dei sequestrati a casa. Il sostegno del Papa ha un grande peso morale e pratico, e sono convinto contribuirà al ritorno a casa dei sequestrati” afferma in una nota il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, da oggi in visita a Roma.

Domani Katz incontrerà il segretario vaticano per i Rapporti con gli Stati, Paul Richard Gallagher, con cui “discuterà dell'importanza di aumentare la pressione per liberare tutti i 133 rapiti rimasti prigionieri di Hamas” scrive il Ministero degli Esteri israeliano. L'incontro in Vaticano “si terrà dopo l'incontro di oggi con il ministro degli Esteri italiano e la comunità ebraica e gli incontri previsti per domani con i ministri della Difesa e dell'Interno. Scopo della visita è aumentare la consapevolezza sulla questione del rilascio dei sequestrati e garantire il continuo sostegno dell'Italia agli obiettivi di guerra di Israele e condizionare l'eventuale cessate il fuoco al rilascio degli ostaggi” ha affermato Katz nella nota.

Domani Papa Francesco riceve cinque famigliari degli ostaggi

Domani mattina, intorno alle 8:30, papa Francesco riceverà in Vaticano i familiari di cinque ostaggi israeliani nelle mani di Hamas. Lo si apprende da fonti diplomatiche. I familiari degli ostaggi sono giunti oggi a Roma con il ministro degli Esteri Israel Katz che, sempre a quanto si apprende, domani incontrerà a sua volta in Vaticano il segretario per i Rapporti con gli Stati, monsignor Paul Richard Gallagher. L'incontro col Papa è invece riservato ai soli familiari.

I parenti che parteciperanno all'incontro col Santo Padre sono quelli dei seguenti ostaggi: famiglia Bibas (Shiri, Yarden, Ariel, Kfir); Omri Miran; Agam Berger; Guy Gilboa Dalal; Tamir Nimrodi. Già lo scorso 22 novembre, a margine dell'udienza generale, Papa Francesco aveva incontrato, in due momenti distinti, alcune famiglie di ostaggi israeliani nelle mani di Hamas e un gruppo di familiari di palestinesi che soffrono per il conflitto a Gaza, a loro volta prigionieri in Israele.

Una persona tiene una manciata di bossoli esauriti a Khan Younis il 7 aprile 2024 AFP
Una persona tiene una manciata di bossoli esauriti a Khan Younis il 7 aprile 2024

Fonte qatariota: possibile tregua per la fine del Ramadan

Il quotidiano del Qatar Al-ArabiAl-Jadid, ripreso dai media israeliani, ha riferito da fonti egiziane di un possibile cessate il fuoco temporaneo a Gaza per la festa imminente di Eid al-Fitr, che chiude il Ramadan. La festa dura tre giorni e comincia la sera di martedì 9 aprile.

Fonte israeliana: "Dato un mandato significativo al team negoziale che stasera sarà al Cairo per le trattative con Hamas"

Il Gabinetto di guerra ha conferito “un mandato significativo” alla squadra negoziale israeliana per le trattative che da stasera ripartono al Cairo, per una tregua e il rilascio degli ostaggi. Lo ha detto una fonte israeliana, citata dai media. Della squadra dovrebbero far parte il capo del Mossad David Barnea, quello dello Shin Bet Ronen Bare e il generale Nitzan Alon, responsabile dello sforzo di intelligence per liberare i rapiti.

La Casa Bianca: le truppe israeliane si ritirano "probabilmente solo per un periodo di riposo"

Il ritiro delle truppe israeliane dal sud di Gaza è probabilmente solo un periodo di “riposo” per le truppe israeliane. Lo afferma la Casa Bianca.

Il ritiro parziale dal Sud di Gaza non è necessariamente indicativo di nuove operazioni, afferma poi il portavoce del Consiglio alla sicurezza nazionale. “Le truppe sono sul terreno da quattro mesi, sono stanche” spiega Kirby in un'intervista a Abc, mettendo in evidenza che è difficile al momento dire cosa il ritiro significa esattamente.

Domani a Roma incontro con la stampa di alcuni parenti degli ostaggi israeliani

I familiari di alcuni ostaggi israeliani da sei mesi nelle mani di Hamas a Gaza terranno domani una conferenza stampa a Roma. Lo ha reso noto l'Ambasciata di Israele in Italia. Nella delegazione, accompagnata dal ministro degli Esteri Israel Katz, ci sono parenti dei due bambini ancora nella Striscia, Kfir (il più piccolo tra gli ostaggi, ha compiuto un anno in prigionia), il fratellino di 4 anni Ariel, la madre Shiri e il padre Yarden. Nei mesi scorsi, in un video diffuso dai miliziani, Yarden Bibas veniva informato in diretta della morte dei suoi familiari. Sulla circostanza non c'è stata finora alcuna conferma e non si conosce il destino dei due bambini e dei genitori, rapiti il 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz.

All'incontro con i giornalisti italiani prenderanno parte anche i familiari di Agam Berger, soldatessa di 19 anni, rapita nella base militare di Nahal Oz: di lei i terroristi hanno diffuso un filmato, insieme con altre ragazze, in cui appariva sporca di sangue e terrorizzata. Nessuna notizia invece sembrerebbe essere arrivata ai parenti (anche loro domani a Roma) del soldato 19enne Tamir Nimrodi, portato via da Hamas dalla base del Cogat, di Guy Gilboa Dalal, 22 anni, sequestrato al Festival Supernova, e Omri Miran, 46 anni, rapito a Nir Oz.

Netanyahu: "Israele è pronto per un accordo, Israele non è pronto ad arrendersi"

“Arrendersi alle richieste di Hamas - ha continuato il premier, ricordando i sei mesi dall'attacco - gli permetterà di provare a ripetere ancora e ancora i crimini del 7 ottobre, come aveva promesso di fare”. Poi ha sottolineato che Hamas “spera che le pressioni esterne ed interne spingano Israele a cedere a queste richieste estreme. Non succederà. Israele è pronto per un accordo, Israele non è pronto ad arrendersi. Invece di dirigere la pressione internazionale contro Israele, cosa che porta solo Hamas a irrigidire le sue posizioni, la pressione della comunità internazionale dovrebbe essere diretta - ha denunciato il premier - contro Hamas. Ciò favorirà il rilascio dei rapiti”. “Siamo determinati alla vittoria completa per il rilascio di tutti i nostri rapiti, per completare l'eliminazione di Hamas nell'intera Striscia di Gaza, compresa Rafah, e garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele”.

Netanyahu: "Restiamo uniti, siamo vicini alla vittoria"

Il premier israeliano Netanyahu ha fatto un appello “all'unità del Paese” denunciando, in riferimento alle manifestazioni in tutta Israele contro la politica del governo, che “in queste ore una minoranza estrema e violenta sta cercando di trascinare il Paese nella divisione. Non c'è niente che i nostri nemici desiderino di più. Vorrebbero che la divisione interna e l'odio gratuito ci fermassero poco prima della vittoria” ha aggiunto.

Netanyahu: "C'è l'Iran dietro al 7 ottobre, siamo pronti a ogni attacco"

“Questa guerra ha rivelato al mondo ciò che Israele ha sempre saputo: l'Iran è sta dietro all'attacco contro di noi attraverso i suoi delegati” ha aggiunto Netanyahu, precisando “dal 7 ottobre siamo stati attaccati su molti fronti dagli affiliati dell'Iran: Hamas, Hezbollah, gli Houthi, le milizie in Iraq e Siria. Israele - ha concluso il premier - è pronto, in difesa e in attacco, a qualsiasi tentativo di colpirci, da qualsiasi luogo”.

Netanyahu: "Non ci sarà cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi, è Hamas a impedire un accordo"

“Ho detto chiaramente alla comunità internazionale: non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno degli ostaggi” ha chiarito il premier israeliano Benyamin Netanyahu nella riunione di governo. “Questa - ha aggiunto - è la politica del governo israeliano e accolgo con favore il fatto che l'amministrazione Biden abbia chiarito l'altro giorno che questa è anche la sua posizione. Vorrei chiarire ancora una cosa: non è Israele a impedire un accordo ma Hamas. Le sue richieste estreme hanno lo scopo di porre fine alla guerra e lasciare intatta” la fazione islamica, ha aggiunto.

Un alto funzionario iraniano: "Nessuna ambasciata israeliana è più sicura"

Un alto funzionario iraniano, Yahya Rahim Safavi, ha dichiarato che nessuna delle ambasciate israeliane nel mondo è più sicura, come riferisce l'agenzia di stampa Tasnim, citata dalla Reuters sul suo sito. Il funzionario, un consigliere della guida suprema, ha parlato in seguito all'attacco attribuito a Israele al consolato iraniano a Damasco del primo aprile.

Media: "Il ritiro da Khan Yunis per una terza fase dell'azione di guerra, con raid più mirati"

Il ritiro della 98ma Divisione - ultima tra quelle di terra combattenti che operava nel sud della Striscia, nell'area di Khan Yunis - di fatto significa la fine “della manovra di terra cominciata il 27 ottobre scorso”, a favore della cosiddetta Terza Fase programmata dall'esercito israeliano, che prevede un'altra strategia di guerra. Lo hanno riferito fonti militari ai media, sottolineando che l'esercito “è ora in attesa di una decisione da parte dei vertici politici sulla possibile azione militare a Rafah” (a ridosso dell'Egitto), dove ci sono gli ultimi battaglioni di Hamas, ma anche centinaia migliaia di sfollati palestinesi. Questo non vuol dire - hanno detto fonti militari a Ynet - che “se necessario, l'esercito non potrà tornare a Khan Yunis”.

Delegazione di Hamas arrivata al Cairo per i colloqui

Una delegazione di Hamas è arrivata questa mattina al Cairo da Doha per una visita in Egitto che durerà diversi giorni, in risposta all'invito dell'Egitto a proseguire i negoziati per raggiungere un accordo sulla Striscia di Gaza. Lo riferiscono fonti aeroportuali. La delegazione è stata accolta all'aeroporto del Cairo, come di consueto, da alti funzionari dell'intelligence egiziana e accompagnata sotto scorta nel luogo dei negoziati. Ieri sera era arrivato al Cairo anche il capo della Cia William Burns.

Tajani: "Ora soluzione per civili palestinesi e ostaggi Israele"

"Mi auguro che si possa trovare una soluzione positiva per aiutare la popolazione civile palestinese: c'è una situazione gravissima che nessuno vuole che prosegua. Serve anche il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani". Lo ha detto Antonio Tajani arrivando all'Ergife Palace a Roma

Gb schiera nave Royal Navy per portare aiuti a Gaza

Il Regno Unito schiererà una nave della Royal Navy per fornire aiuti ai palestinesi a Gaza attraverso il corridoio umanitario da Cipro. Lo ha annunciato il governo britannico. La nave "è in rotta verso il Mediterraneo orientale per sostenere gli sforzi internazionali volti a fornire aiuti vitali a Gaza", ha detto in una nota il ministro della Difesa Grant Shapps. "Sosterrà la creazione del corridoio marittimo umanitario internazionale da Cipro a Gaza, sostenuto da molti dei nostri partner e dalle Nazioni Unite", ha aggiunto il ministro degli Esteri David Cameron. Proprio Cameron ha parlato della creazione, con gli Stati Uniti, Cipro e altri partner, di "un nuovo molo temporaneo sulla costa di Gaza per consegnare gli aiuti nel modo più rapido e sicuro possibile". Londra ha impegnato "fino a 9,7 milioni di sterline (11,30 milioni di euro) per la consegna degli aiuti, per competenze logistiche e per attrezzare il corridoio umanitario con carrelli elevatori e unità di stoccaggio". L'obiettivo è "massimizzare la quantità di aiuti che raggiungono le persone che ne hanno disperatamente bisogno".

Idf: "Soldatessa ferita in un attacco in Cisgiordania"

È una soldatessa israeliana di19 anni la persona ferita in modo grave in un attacco a colpi d'arma da fuoco lunga la strada 55 in Cisgiordania all'altezza di due villaggi palestinesi. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui "il terrorista è arrivato in auto allo svincolo di Nabi Ilyas, ha lasciato il veicolo ed ha aperto il fuoco verso una serie di mezzi che erano nell'area". "Come risultato della sparatoria - ha aggiunto - la soldatessa è stata gravemente ferito e portata in ospedale". L'altro ferito - ha spiegato ancora - è un civile le cui condizioni non sono gravi. L'esercito ha circondato l'area di Nabi Ilyas in caccia dell'autore dell'attacco.

Tajani: "Chiederò al ministro di Israele aiuto per Food for Gaza"

"Oggi chiederò al ministro degli Esteri di  Israele di aiutare in questa operazione che noi stiamo  concretizzando". Lo ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri,  Antonio Tajani, in vista della riunione operativa che avrà luogo oggi  pomeriggio alla Farnesina sull'iniziativa 'Food for Gaza' presieduta  dallo stesso Tajani e alla quale parteciperà, tra gli altri, anche il suo omologo israeliano, Israel Katz. "Mi auguro che si possa ottenere un risultato positivo per aiutare la  popolazione civile palestinese, facendole arrivare il cibo necessario  perché c'è una situazione gravissima che nessuno di noi vuole che  prosegua", ha proseguito Tajani, ribadendo l'appello al cessate il  fuoco e alla liberazione degli ostaggi israeliani.

"Mi auguro che nel confronto tra le parti, con il sostegno americano,  egiziano, qatarino e con il nostro appoggio, si possa arrivare a un  cessate il fuoco che possa aiutare i civili palestinese a ottenere  cibo e gli ostaggi israeliani ad essere liberati", ha evidenziato il  titolare della Farnesina.

La guerra di Gaza in cifre

La guerra di Gaza scoppiata esattamente sei mesi fa ha avuto un bilancio umano spaventoso. Almeno 33.137 persone sono state uccise nel territorio palestinese assediato nella campagna di rappresaglia di Israele per l'attacco di Hamas del 7 ottobre, secondo il ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas. 

Il raid senza precedenti di Hamas nel sud di Israele ha ucciso 1.170 israeliani e stranieri, la maggior parte dei quali civili, secondo un conteggio dell'Afp basato su dati ufficiali israeliani. Mentre Hamas si è rifiutato di dire quanti combattenti ha perso, Israele sostiene di averne uccisi più di 12.000. Come molte delle cifre sulle vittime della guerra, anche questa è impossibile da confermare in modo indipendente.

PERDITE IN ISRAELE L'attacco di Hamas del 7 ottobre ha causato la morte di 1.170 israeliani e stranieri, la maggior parte dei quali civili. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver perso circa 600 soldati dall'inizio della guerra, 260 dei quali uccisi nella stessa Gaza da quando è entrato in azione il 27 ottobre. Diciassette israeliani - soldati, coloni e civili - sono stati uccisi nelle violenze nella Cisgiordania occupata da Israele. Otto civili e 10 soldati israeliani sono morti nel nord a causa di attacchi missilistici e di razzi di Hezbollah dal Libano, con decine di migliaia di sfollati. Dei circa 250 ostaggi israeliani e stranieri rapiti da Hamas il 7 ottobre, 129 rimangono a Gaza, di cui 34 sono morti secondo i militari. I corpi di 12 ostaggi sono stati restituiti a Israele. L'esercito israeliano ha dichiarato che dal 7 ottobre sono stati lanciati in Israele 9.100 razzi da Gaza. Ha richiamato 300.000 riservisti, il 17% dei quali sono donne. 

Due persone ferite in attacco con spari in Cisgiordania

Due persone sono state ferite -una in modo grave - in un attacco a colpi d'arma da fuoco lungo la strada 55 che passa per la Cisgiordania, all'altezza dei villaggi palestinesi di Azzun e Nabi Ilyas. Lo hanno riferito i medici del pronto soccorso citati dai media. Il ferito grave è una donna di 19 anni. L'esercito israeliano sta setacciando la zona.

Israele ritira truppe da Sud Gaza tranne una brigata

Nella notte, l'esercito israeliano ha ritirato tutte le truppe di terra dal Sud della Striscia di Gaza, dopo quattro mesi consecutivi di combattimenti nell'area di Khan Younis.    Si è ridotta notevolmente dunque la presenza delle truppe a Gaza. Per il momento, rimane a operare nell'area la Brigata Nahal, che tiene in sicurezza il 'corridoio Netzarim', la strada che divide la Striscia di Gaza.

Il corridoio in questione consente all'esercito - secondo i media - di condurre raid nel nord e nel centro della Striscia, impedisce ai palestinesi sfollati di rientrare nel nord dell'enclave palestinese e permette alle organizzazioni umanitarie di consegnare gli aiuti direttamente nel nord di Gaza.

Missile sfiora cargo in navigazione a sud di Aden

Un missile lanciato dai ribelli Houthi è caduto non lontano da un cargo in navigazione a sudest del porto di Aden: lo ha reso noto l'ente per la navigazione commerciale britannico (Ukmto). Secondo quanto reso noto dall'Ukmto, che ha invitato le navi in transito nella zona ad "esercitare cautela", non si sono registrati danni all'imbarcazione e l'equipaggio è illeso. L'attacco arriva poche ore dopo il lancio di due missili contro un cargo in navigazione a sud del porto yemenita di Hodeidah: il primo è stato intercettato da un'unità della Marina militare statunitense, il secondo è caduto in mare. I ribelli yemeniti degli Houthi hanno lanciato decine di missili e droni contro le navi in  transito nel Mar Rosso, per rappresaglia contro le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza.

Unicef: "Guerra a Gaza ha ucciso oltre 13mila bambini"

"Secondo le notizie, la guerra a Gaza ha ucciso oltre 13.000 bambini e ne ha feriti molti di più. In rovina case, scuole e ospedali.  Uccisi insegnanti, medici e umanitari.  La carestia è imminente.  Il livello e la velocità della distruzione sono sconvolgenti.  I bambini hanno bisogno di un cessate il fuoco ora". Lo scrive su X la direttrice generale dell'Unicef Catherine Russell, a proposito dei bambini di Gaza. "I due bambini ancora in ostaggio a Gaza, Kfir e Ariel, devono ancora essere rilasciati - comunica sempre L'Unicef - Sono passati più di 180 giorni di angoscia per gli ostaggi e le famiglie. I bambini hanno perso i familiari e mancano loro i genitori e i loro cari ancora in ostaggio. Tutti gli ostaggi devono essere rilasciati ora".

Gallant: "Pronta risposta per qualsiasi scenario con l'Iran"

"L'apparato della Difesa ha completato i preparativi di risposta in caso di qualsiasi scenario che si possa sviluppare con l'Iran". Lo ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant dopo tutte le valutazioni della situazione in atto.

La dichiarazione è arrivata in seguito ad una valutazione con il capo della direzione delle operazioni dell'esercito, generale Oded Basiuk, e il capo della direzione dell'intelligence militare, generale Aharon Haliva dopo le minacce di reazione da parte dell'Iran per l'attacco a Damasco attribuito a Israele in cui è stato ucciso il comandante delle Guardie della rivoluzione islamica in Siria, insieme ad altri cinque ufficiali.

In Farnesina oggi riunione "Food for Gaza" con ministro Katz. Tajani: "Presenterò l'iniziativa e chiederò cessate il fuoco"

Avrà luogo oggi pomeriggio alla Farnesina una riunione operativa sull'iniziativa "Food for Gaza" presieduta dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, alla quale parteciperà il Ministro degli Affari Esteri israeliano, Israel Katz. Alla riunione saranno presenti, oltre ai due Ministri, rappresentanti di FAO e PAM, assieme al capo dipartimento della Protezione Civile italiana Fabrizio Curcio e al Presidente della Croce Rossa italiana Rosario Valastro che rappresenterà anche la Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (FICROSS) Parteciperanno anche il Rappresentante Permanente presso la FAO e il Direttore Generale della Cooperazione allo Sviluppo, responsabili dell'iniziativa per il Ministero degli Esteri. 

"Sono trascorsi 6 mesi dal 7 ottobre, dal brutale assalto di Hamas alla popolazione israeliana. Ho invitato a Roma il Ministro Katz e con lui incontrerò un gruppo di parenti degli ostaggi, per i quali l'Italia chiede la liberazione immediata. Non cesseremo mai di condannare la brutale decisione di Hamas di condurre un vero pogrom contro i cittadini israeliani che vivevano intorno alla Striscia", ha dichiarato Tajani, aggiungendo che "al ministro Katz presenterò "Food for Gaza" e chiederò che Israele adotti un cessate-il-fuoco, apra i valichi terrestri e renda subito operativo il corridoio marittimo per facilitare l'arrivo nella Striscia di Gaza di beni essenziali per la popolazione, in particolare aiuti alimentari, oltre a beni sanitari di prima necessità". "Siamo estremamente allarmati  per la gravissima situazione sul terreno", prosegue il Vicepremier, "e l'iniziativa che abbiamo messo in campo ha l'obiettivo di contribuire fattivamente a evitare una catastrofe umanitaria a Gaza".

Valastro, Cri: "Servizi sanitari siano garantiti anche a Gaza"

"I conflitti e i disastri che scuotono il mondo al giorno d'oggi si traducono troppo facilmente in vittime, morti, carestia, malattie, difficoltà di ogni tipo. Davanti a sfide come queste, l'accesso ai servizi sanitari spesso non è garantito. Penso a quanto accade da sei mesi a questa parte nella Striscia di Gaza, da quel 7 ottobre dello scorso anno: a causa delle conseguenze del conflitto, non è possibile fornire aiuti sanitari alla popolazione o garantire l'accesso di apparecchiature mediche al valico di Rafah. La mancanza di un adeguato supporto sanitario, unito agli attacchi a operatori, ambulanze e strutture mediche, sta incrementando le proporzioni di questo grave disastro umanitario. Tutto ciò non è accettabile. L'accesso ai servizi sanitari deve essere garantito a tutte le persone, senza alcuna distinzione, in ogni luogo o contesto. Per ribadirlo a gran voce, sensibilizzando la comunità internazionale, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto come tema della Giornata mondiale della salute, che ricade oggi, 'My health, my right', ovvero 'la mia salute, il mio diritto'. Tutti hanno diritto ad accedere ai servizi sanitari ma anche ad acqua potabile, aria pulita, buona alimentazione, condizioni ambientali, lavorative e, più in generale, sociali, dignitose.

6 mesi da attacco Hamas, Israele pubblica nuovi dati guerra

L'esercito israeliano ha diffuso nuovi dati relativi alle operazioni compiute a Gaza e in Libano, dopo il 7 ottobre.    Dal giorno del sanguinoso attacco di Hamas, sono rimasti uccisi un totale di 604 tra soldati, riservisti e agenti di sicurezza; e altri 3.193 sono stati feriti. I soldati morti durante l'offensiva a Gaza sono stati 260, 41 dei quali uccisi dal fuoco amico. Israele sostiene di aver ucciso, nel corso dell'offensiva, piu' di 13mila uomini di Hamas e di altri gruppi terroristici, oltre a circa un migliaio di terroristi morti all'interno di Israele il 7 ottobre. Il ministero della Sanità gestito dal movimento islamista sostiene che nell'enclave sono morte oltre 33mila persone, ma probabilmente nel bilancio inserisce anche i civili.  Israele sostiene infine di aver colpito 4.700 postazioni di Hezbollah e ucciso 330 "operativi" in Libano, tra cui 30 comandanti.

Media, ministro Esteri Israele a Roma vedrà anche Salvini

l ministro degli Esteri israeliano,  Israel Katz, è partito per Roma insieme a una delegazione di familiari degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas a Gaza. Secondo quanto riporta il sito del Jerusalem Post, che cita il ministero degli Esteri dello Stato ebraico, Katz vedrà diversi rappresentanti del governo  italiano inclusi il titolare della Farnesina, Antonio Tajani, ed il  ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Katz incontrerà anche i leader della comunità ebraica a Roma. Secondo il sito di Maariv, invece, il ministro israeliano incontrerà anche il titolare della Difesa, Guido Crosetto  ed il ministro dell'Interno, Matteo Piantadosi.

Israele, 'colpiti obiettivi Hezbollah nella zona di Baalbek'

L'aviazione israeliana ha colpito "un complesso militare e altre infrastrutture terroristiche della difesa aerea degli Hezbollah nell'area di Baalbek", all'interno del territorio libanese. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui il raid è stato compiuto "in risposta all'abbattimento di un drone israeliano la scorsa notte". In precedenti raid erano state colpite, secondo la stessa fonte, "infrastrutture del terrore e un complesso militare" nelle aree di Ayta Ash Shab, Odaisseh e Yater.

Idf: 4 soldati israeliani uccisi a sud di Gaza

Quattro soldati israeliani sono morti nel corso degli scontri con Hamas avvenuti ieri a sud della Striscia di Gaza. Lo rendono noto le stesse Forze di difesa israeliane. I militari hanno tutti età compresa tra i 20 e i 21 anni. I quattro sono stati colpiti a Khan Yunis da uomini armati usciti da un tunnel situato in un edificio distrutto aprendo il fuoco contro una pattuglia. Sono 260 i militari israeliani morti dall'inizio dell'offensiva nella Striscia di Gaza.

Tank israeliano lungo la Striscia di Gaza

Conflitto Israelo-Palestinese Getty
Conflitto Israelo-Palestinese

La guerra entra nel settimo mese, negoziati attesi al Cairo

La devastante guerra nella Striscia di Gaza entra nel suo settimo mese oggi, giornata in cui i negoziatori di Stati Uniti, Egitto, Qatar, Israele e Hamas si incontreranno di nuovo al Cairo nel tentativo di raggiungere una tregua e il rilascio degli ostaggi.    Innescata il 7 ottobre da un sanguinoso attacco di Hamas in Israele, l'offensiva israeliana non conosce tregua. Secondo il Ministero della Sanità del movimento islamista palestinese, ha provocato 33.137 morti, la maggior parte dei quali civili, e ha causato un disastro umanitario senza precedenti nell'enclave dove la gran parte dei 2,4 milioni di abitanti è minacciata dalla carestia. 

Secondo i media americani, il capo della Cia, Bill Burns, sarà al Cairo per incontrare il capo del Mossad israeliano, David Barnea, nonché funzionari egiziani e del Qatar. La Casa Bianca ha confermato i colloqui. Delegazioni israeliane e di Hamas visiteranno la capitale egiziana domenica, insieme a Burns e al ministro degli Esteri del Qatar, secondo quanto riferito sabato dai media egiziani filogovernativi Al-Qahera News.

Keret: "Israele come un bus guidato da un irresponsabile"

"La preoccupazione è generale: Israele è su un autobus che viaggia da mesi con un autista irresponsabile. I soldati siedono in posti più rischiosi di altri: ma in pericolo c'è l'intero autobus. Chi guida l'autobus sta usando i soldati e i loro sacrifici per condurre l'autobus in un posto più sicuro? A me non pare". Così a Repubblica lo scrittore israeliano Etgar Keret.  "Andrò alle manifestazioni per chiedere le dimissioni del governo - aggiunge - Accanto a me ci saranno familiari degli ostaggi e riservisti appena tornati da Gaza. Facce diverse della società. Fra di noi c'è solidarietà, la stessa che c'è fra le diverse anime della società che in questo momento combattono in prima linea. Ma io so l'unità è solo di facciata: perché dietro c'è un vulcano di divisioni. C'è gente che parla di ricostruire insediamenti a Gaza, gente che è felice guardando la morte e la distruzione. Non ho mai pensato che potessero essere le minacce esterne a mettere a rischio Israele: né Hamas, né Hezbollah, né l'Iran. Ma il fanatismo e le divisioni".   

Dopo il 7 ottobre il Paese "non è cambiato ed è questo il problema. Abbiamo ancora Netanyahu al potere che parla di' vittoria definitiva'. Gallant che parla del rumore dei nostri carri armati sulla testa di Sinwar. Ma nessuno ha un piano per domani. La gente di Gaza paga un prezzo altissimo e lo paghiamo anche noi, con soldati morti, decine di migliaia di sfollati, ostaggi che muoiono. Siamo in mano a due estremismi - conclude -Quello di Hamas che non può accettare l'esistenza di Israele. E quello dell'estrema destra, che controlla il governo, e non può accettare nessuna forma di convivenza con i palestinesi".

Protesta contro il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Protesta contro il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ApPhoto
Protesta contro il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu

Raid Israele in Libano orientale, Idf conferma

I raid vengono confermati anche dalle Forze di difesa israeliane che - secondo quando riporta "The Times of Israel" affermano di aver preso di mira alcuni siti appartenenti all'unità di difesa aerea di Hezbollah a Baalbek, nel nord-est del Libano. Gli obiettivi includevano un complesso e tre infrastrutture aggiuntive relative alle difese aeree di Hezbollah, sottolinea l'Idf secondo cui - come riporta sempre "The Times of Israel" - gli attacchi arrivano in risposta all'abbattimento da parte di Hezbollah di un drone militare nel Libano meridionale con un missile terra-aria.

Guterres: nulla giustifica orrore scatenato da Hamas

"Il 7 ottobre è un giorno di dolore per Israele e per il mondo. Niente può giustificare l'orrore scatenato da Hamas". Lo scrive su X il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, nella giornata che coincide con i sei mesi trascorsi dall'attacco di Hamas a Israele. "Condanno ancora una volta l'uso della violenza sessuale, della tortura e del rapimento di civili e chiedo il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi", conclude. 

 

Israele, manifestazione a Tel Aviv

Israele, manifestazione a Tel Aviv Rainews24
Israele, manifestazione a Tel Aviv

Fonti Hezbollah, raid Israele nel Libano orientale

Raid israeliani hanno preso di mira, questa mattina all'alba, il Libano orientale, dove Hezbollah ha una forte presenza. Lo riferisce una fonte vicina al gruppo sostenuto dall'Iran precisando poi che non sono state segnalate vittime. "Gli attacchi israeliani hanno colpito due aree nella valle della Bekaa, Janta e Sifri", ha detto la fonte all'AFP nella regione di Baalbek, nell'est del Libano.
Janta èuna regione arida e montuosa vicino al confine con la Siria, mentre Sifri si trova al centro della valle della Bekaa. Una fonte del dipartimento della Protezione civile libanese ha detto che non ci sono state vittime negli attacchi. Israele e Hezbollah si sono scontrati quasi quotidianamente al confine dopo l'attacco di Hamas a Israele, il 7 ottobre scorso.     
Hezbollah prende di mira le postazioni israeliane vicino al confine, mentre Israele risponde con raid che si spingono sempre più in profondità nel territorio libanese. Gli ultimi attacchi nel Libano orientale sono avvenuti dopo che Hezbollah aveva annunciato di aver abbattuto un drone israeliano sul territorio libanese.  L'esercito israeliano ha confermato che "un drone operante nello spazio aereo libanese è stato abbattuto" da quello che viene ritenuto un missile terra-aria.

 

Israele lancia attacchi sul Libano orientale

Nella notte Israele ha lanciato attacchi aerei sulla Valle della Bekaa, nel Libano orientale, lo hanno riferito due fonti di sicurezza libanesi alla Reuters. Poche ore prima Hezbollah aveva dichiarato di aver abbattuto un drone israeliano sul Libano. Le fonti di Reuters hanno detto che l'attacco israeliano ha preso di mira un campo di addestramento di Hezbollah nel villaggio di Janta, vicino al confine con la Siria. Uno degli attacchi era diretto alla città di Safri, vicino alla città orientale di Baalbek. Non sono state segnalate vittime.

Israele, proteste a Tel Aviv contro il primo ministro Benjamin Netanyahu

Israele, proteste a Tel Aviv contro il primo ministro Benjamin Netanyahu AP
Israele, proteste a Tel Aviv contro il primo ministro Benjamin Netanyahu

Wp: Gli Stati Uniti hanno difficoltà nella realizzazione del porto a Gaza

Si complica il piano degli Stati Uniti per la realizzazione di un porto a Gaza per la consegna di aiuti umanitari. Lo evidenzia il Washington Post spiegando che le difficoltà dipendono anche dalla precaria situazione di sicurezza nell'area con le minacce dell'Iran che accrescono i rischi per i militari statunitensi. Il progetto prevede la costruzione di un molo galleggiante al largo della costa di Gaza per gestire le consegne di cibo e altri aiuti umanitari per la popolazione civile. "Quattro navi dell'esercito - spiega il Washington Post  - dovrebbero arrivare nel Mediterraneo orientale entro pochi giorni. Ma l'evoluzione delle condizioni nel corso della guerra ha gettato nuove incertezze su come si svilupperà questo progetto". Funzionari statunitensi hanno negato che Washington sia  coinvolta nel raid al consolato iraniano a Damasco, ma Teheran sostiene che, in quanto principale sostenitore di Israele, gli Stati Uniti "devono essere ritenuti responsabili".

 

Hezbollah rivendica l'abbattimento di un drone israeliano

"Il drone dell'esercito israeliano, abbattuto dai combattenti della resistenza islamica sul territorio libanese la sera di sabato 6 aprile 2024, è del tipo Hermes 900", ha dichiarato Hezbollah in un comunicato. Il portavoce dell'esercito israeliano in lingua araba, Avichay Adraee, ha dichiarato che il drone è precipitato in territorio libanese dopo essere stato colpito da un missile terra-aria. L'incidente è oggetto di indagine, ha aggiunto in un post su X.
 

Proteste in Israele, "Netanyahu dimettiti"

Decine di migliaia di israeliani hanno protestato ieri sera contro il primo ministro Benjamin Netanyahu. Gli organizzatori della manifestazione hanno affermato che "circa 100mila" persone si sono radunate in un incrocio di Tel Aviv ribattezzato "Piazza della Democrazia" dopo le contestazioni di massa contro le controverse riforme giudiziarie dello scorso anno. Gridando "elezioni adesso", i manifestanti hanno chiesto le dimissioni Netanyahu. Proteste anche in altre città, con il leader dell'opposizione israeliana Yair Lapid che ha preso parte a una manifestazione a Kfar Saba prima della sua partenza per i colloqui a Washington. "Non hanno imparato nulla, non sono cambiati", ha detto aggiungendo che "finché non li manderemo a casa, non daranno a questo Paese la possibilità di andare avanti". I media israeliani hanno riferito che sono scoppiati scontri tra manifestanti e polizia nel raduno di Tel Aviv conclusi con un arresto. Successivamente si sono unite alla protesta anche le famiglie degli ostaggi prigionieri di Hamas a Gaza.