Dopo anni di ritardi e la lievitazione esponenziale dei costi

Usa. Golden Gate Bridge, finalmente arrivano le reti anti-suicidio

Dalla sua costruzione nel 1937 sono circa 2.000 le persone che si sono tolte la vita lanciandosi dal ponte simbolo della Baia di San Francisco

La barriera anti-suicidio lungo il Golden Gate Bridge a San Francisco sta finalmente per essere completata. Dopo anni di pressioni da parte delle famiglie delle vittime e i ritardi accumulati che hanno fatto lievitare i costi dell'opera dai 76 milioni di dollari del progetto iniziale a più di 215 milioni, gli operai hanno quasi ultimato l'installazione degli oltre cinque chilometri e mezzo di reti in acciaio inossidabile. 

Sebbene sia difficile quantificare il numero delle tragedie che si verificano sul ponte, per la difficoltà di recuperare i corpi e certificare le scomparse, si stima che ogni anno, prima della costruzione della rete, si lanciassero dal Golden Gate Bridge dalle 30 alle 40 persone contro le 6 di quest'anno, nonostante i lavori ancora in corso.

Un deterrente che sembra funzionare anche se non mancano le voci contrarie che definiscono il progetto come emblematico di un "approccio sbagliato" alla prevenzione dei suicidi, e sostengono che sarebbe stato meglio investire i fondi nella rete delle strutture sanitarie che in città si occupano di salute mentale.

Si calcola che, da quando è stato costruito nel 1937, circa duemila persone abbiano scelto il ponte simbolo della Baia di San Francisco per mettere in atto la decisione di togliersi la vita.

I lavori per la costruzione delle reti di dissuasione sono iniziati nell'agosto del 2018 e recentemente il New York Times ha raccontato le traversie che hanno rallentato la conclusione dei lavori, prevista per la fine dell'anno.