Argentina

Buenos Aires in piazza contro le deregulation di Milei, scontri e arresti

Il provvedimento voluto dal neo presidente ultraliberista mira ad abrogare più di 300 norme, rimuovendo i controlli pubblici su affitti, lavoro e prezzi dei prodotti essenziali. Le foto

Non si arrestano le proteste di piazza in Argentina contro il decreto di deregolamentazione massiccia dell'economia, fortemente voluto dal nuovo presidente ultraliberista, Javier Milei. 

Diverse migliaia di persone hanno manifestato a Buenos Aires. La protesta è partita davanti al Palazzo di Giustizia dove è stato depositato un ricorso da parte delle organizzazioni in difesa dei diritti dei lavoratori, che rifiutano la conformità costituzionale di questo "mega-decreto", come battezzato dalla stampa. 

"Non mettiamo in discussione la legittimità del presidente Milei, ma vogliamo che rispetti la separazione dei poteri. I lavoratori devono difendere i loro diritti in caso di incostituzionalità", ha detto ai giornalisti il leader del sindacato edile Gerardo Martinez, uno degli organizzatori. Il decreto voluto dal neo presidente infatti riduce il diritto di sciopero, riforma le leggi che regolano i contratti collettivi, le liquidazioni, i licenziamenti senza giusta causa e apre le porte alla privatizzazione di tutte le imprese statali.

Al termine della manifestazione - durante la quale si sono registrati incidenti con le forze dell'ordine - alcuni attivisti hanno continuato a fronteggiare la polizia, schierata in gran numero, che cercava di evacuare un ampio viale, dando luogo a scontri e spintoni. Sei persone sono state arrestate, secondo media locali. 

Javier Milei ha pubblicato la settimana scorsa, dieci giorni dopo il suo insediamento, un "DNU" (decreto di necessità e di emergenza), che mira a modificare o abrogare più di 300 norme, in particolare rimuovendo i controlli sugli affitti e l'intervento dello Stato per proteggere i prezzi dei prodotti essenziali, indebolendo la tutela dei lavoratori e aprendo la porta alla privatizzazione. 

Il decreto entrerà in vigore venerdì, ma il Parlamento potrà abrogarlo con la maggioranza assoluta di entrambe le Camere, che nessun partito politico detiene. Il partito di Milei, Libertad Avanza, è solo la terza forza del Paese, anche se può contare sull'appoggio del blocco di centrodestra, il secondo più grande.