Che fine hanno fatto?

C'è vita dopo il calcio. Lanzafame al Borgaro e Rosina... in buca

C'è chi, come l'ex ala di Juventus, Parma e Palermo, non riesce a fare a meno dell'adrenalina della domenica e torna in panchina. E chi, come "Rosinaldo", gestisce ora un campo da golf a Grugliasco

C'è vita dopo il calcio. Lanzafame al Borgaro e Rosina... in buca
Ansa
Davide Lanzafame nel 2010 e Alessandro Rosina nel 2009.

Vita dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. Due storie. Quelle di Davide Lanzafame, che ora allega il Borgaro. E Alessandro Rosina, gestore, a Grugliasco, di un golf club.

Lanzafame. Ogni maledetta domenica

Nato a Torino, le giovanili nella Juventus. Poi una carriera da giramondo: Bari, Palermo, Parma, Perugia. L'Ungheria, la Turchia. E la chiusura, lo scorso anno, a Vicenza. Ora, Davide Lanzafame, torna a casa. Sulla panchina del Borgaro, campionato di Eccellenza. Perchè senza quella maledetta domenica, o giù di lì, la vita non è più la stessa. “Non è facile, un calciatore vive per quello: la preparazione della partita, poi l'adrenalina quando si scende in campo. Facendo l'allenatore ritrovi un po' quelle sensazioni. Qui a Borgaro, nelle giovanili, ho giocato diverse volte, vincendo anche un torneo importante. Dopo tanto girovagare, è stato un po' come tornare a casa”. Il ricordo più bello? “Il mio primo gol, quando giocavo a Parma, contro il Chievo: segnai al mio amico Stefano Sorrentino”. Al Bari, in panchina, Antonio Conte. “Un allenatore straordinario, che ai giocatori chiede tantissimo. Uno che ti segna. Per un calciatore è il massimo. E i risultati, poi, si vedono”. La seconda giovinezza, in Ungheria, coll'Honved del torinese Marco Rossi,un'icona per il calcio ungherese. E il bello è che ha fatto tanta gavetta, è partito dal basso. E ora si merita il successo”. Consigli non richiesti alla nuova Juve dei giovani. “E' un bene, ma bisogna sapere che il riscontro non è immediato. Serve pazienza”.


 

Rosina: "Basta calcio, ora penso solo al golf"

Alessandro Rosina, al Torino dal 2005 al 2009: 148 presenze e 39 gol. Nel Toro di Di Biasi, appena risorto dalle ceneri, lui era l'idolo dei tifosi: "Rosinaldo". Ora, ha cambiato vita. La passione per il golf. Gestisce il campo pratica di Grugliasco: 36 postazioni e, all'interno, la scuola di Edoardo Molinari.Il calcio? Mi manca pochissimo. Quando ho smesso, dopo 30 anni di carriera, ho detto basta. Manca l'adrenalina della domenica, il pubblico che grida il tuo nome, è vero. Ma giocando a golf, immersi nella natura, le sensazioni sono le stesse”. Dopo Torino, una carriera da giramondo: lo Zenit San Pietroburgo di Spalletti, la chiusura, nel 2019, con la Salernitana. Poi, il ritorno a Torino. E una laurea in Gesitone d'impresa. Lui, calabrese di nascita e parmigiano d'adozione. “A Torino ho vissuto gli ani più belli, 60mila spettatori al Comunale, sensazioni incredibili. I Piemontesi? Popolo di golfisti. Secondi in Italia dopo la Lombardia, paesaggi e natura tra pianura e montagna, a due passi dalla città. E campi splendidi".