Alle porte di Bakhmut: l'ultimo check point ucraino

L’ultimo punto di controllo dell’esercito di Kiev prima della città contesa nel Donbass è in prossimità dell’unico ponte ancora in piedi e che permette ai militari di Kiev di approvvigionare le truppe impegnate dentro la cittadina

L’ultimo check point dell’esercito ucraino prima di Bakhmut, nel Donbass è in prossimità dell’unico ponte ancora in piedi e che permette ai militari di Kiev di approvvigionare le truppe impegnate dentro la cittadina.

Oltre questo posto di blocco c’è la zona grigia, l’area dove infuria la battaglia e dove ogni giorno opera l’unità che seguiamo. Il gruppo di soldati, sei in tutto, porta lungo il fronte un cannone di artiglieria con l’obiettivo di distruggere, ogni volta che entra in azione, un target nemico. L’unità si chiama “Monica”, dal nome che gli stessi soldati ucraini hanno voluto dare al cannone che ora aspetta, nascosto sotto alcuni alberi, in un cortile di un quartiere residenziale.

I soldati trascorrono gran parte del tempo in attesa: “dormienti”, nel gergo militare. Ore e ore ad aspettare un ordine dal comando che a volte può pure non arrivare.

Sono i droni a indicare la via ai pezzi di artiglieria come “Monica”. Apparecchi volanti e a guida remota, manovrati da unità di intelligente che dall’alto scovano postazioni nemiche e poi passano immediatamente le coordinate esatte a chi si occupa dei cannoni. In questo caso, il via libera arriva dopo due ore di attesa nel cortile di un quartiere periferico di Bakhmut, pesantemente bombardato e praticamente deserto.

L’unità mette in moto il camion e si posiziona a ridosso delle linee nemiche, in mezzo a un campo aperto, pericolosamente esposto al fuoco nemico. I soldati preparano il cannone in pochi minuti e poi sparano due colpi alla volta, ricaricando con rapidità. Dopo circa cinque minuti di attività, il capitano riferisce che l’obiettivo è stato distrutto. I militari, allora, predispongono ancora più velocemente il mezzo alla ripartenza, e poi si allontanano dall’area. Il rischio, in questi casi, è che i nemici rispondano al fuoco. Un’eventualità piuttosto probabile e che in più di una occasione ha determinato il ferimento o la morte in unità di questo tipo.