Il reportage

Chiamami col mio nome. Essere gay nell'esercito ucraino

Abusi, percosse, minacce. Ma anche una nuova consapevolezza: la guerra sembra accelerare l'inclusione delle persone Lgbtq+ in Ucraina, anche per marcare la differenza dall'omofobica Russia. Ma la strada per la parità dei diritti è ancora lunga

L'invasione russa e la guerra che da ormai quasi 500 giorni devasta l'Ucraina sembrano aver cambiato qualcosa nella realtà delle persone Lgbtq+, in un Paese di cultura conservatrice che nella propria Costituzione non riconosce unioni diverse da quelle fra uomo e donna. 
Gli abusi ora sono puniti, ma la via da percorrere contro le discriminazioni - nell'esercito e nella società - è ancora lunga: come raccontano due soldati, protagonisti del reportage dell'inviata di Rainews24 a Odessa, Raffaella Cosentino