Libreville

Le immagini dal Gabon, dopo il golpe i militari eleggono il generale Nguema presidente

Dopo il Niger, il Gabon: un altro Stato della galassia francofona cade sotto il controllo di quei militari che avrebbero dovuto vegliare sulla sicurezza dei propri presidenti

Il capo dei putschisti, il generale Brice Oliqui Nguema, è stato nominato "presidente della transizione".
A poche ore dalle contestate elezioni che avevano consegnato ad Ali Bongo Ondimba il terzo mandato da capo dello Stato con il 64,27 per cento dei voti contro il suo principale rivale Albert Ondo Ossa, che ha ottenuto solo il 30,77% delle preferenze, la guardia pretoriana ha annunciato in tv l'annullamento del voto, lo scioglimento di "tutte le istituzioni della Repubblica" e la "chiusura delle frontiere fino a nuovo ordine", con il presidente ai domiciliari. Il coprifuoco sarà mantenuto "fino a nuovo avviso".

Intanto c'è da registrare l'insolita velocità con cui la Cina, che ha grossi interessi nel Paese, ha reagito agli eventi di Libreville. "Chiediamo a tutte le parti nel Gabon di partire dagli interessi fondamentali del Paese e del popolo, di risolvere le differenze attraverso il dialogo e di ripristinare l'ordine normale il più presto possibile", ha detto nel briefing quotidiano il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin.


Il Cremlino si è detto "profondamente preoccupato", come pure gli Stati Uniti. La premier francese Elisabeth Borne ha affermato che Parigi segue "con la massima attenzione" la situazione. La Francia "condanna il colpo di stato", ha scandito a sua volta il portavoce Olivier Véran mentre il gruppo minerario francese Eramet, che in Gabon ha 8.000 dipendenti, ha prima interrotto le sue attività per poi annunciarne la ripresa parziale.


Preoccupazione e condanna sono venute da tutto il mondo, dalla Gran Bretagna al Commonwealth, dall'Unione africana all'Onu, all'Unione europea. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha sottolineato che "l'Italia continua a essere impegnata per una soluzione diplomatica della crisi in Niger e anche della più recente in Gabon" e ha rassicurato sul fatto che gli oltre 150 italiani che vivono nel Paese "sono al sicuro", invitando tuttavia "alla massima prudenza".
Intanto il deposto presidente Bongo - che nelle parole del nuovo uomo forte Oliqui Nguema "è stato messo a riposo" - con un video apparentemente registrato nella sua residenza ha invitato "tutti gli amici nel mondo" a "fare un po' di rumore". Appello che difficilmente sarà ascoltato. Niger docet.