Giornata della Memoria

Laurea honoris causa a Liliana Segre, alla Statale di Milano racconta il campo di concentramento

Il 27 gennaio si celebra il ricordo della tragedia della Shoah. La senatrice a vita è stata intervistata da Enrico Mentana

"Viviamo un tempo in cui mi è difficile far parte degli ottimisti". Lo ha detto la senatrice a vita Liliana Segre, in un dialogo con Enrico Mentana in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Scienze storiche dall'Università Statale di Milano in occasione del Giorno della Memoria."C'è qualche cosa di già sentito, di già sofferto. Ho delle amiche carissime che mi dicono 'in questo momento di forte recrudescenza dell'antisemitismo, stai a casa'. No, non è vero, io non posso rivivere dei tempi in cui nella sala da pranzo piccolo borghese, io bambina sentivo dire 'meglio non uscire, meglio non farsi notare'. 'Perché?', dicevo io, che per carattere ero sempre portata ad andare fuori. E dopo tanti anni sentirmi dire 'non farti vedere'" riporta a "quel 'perché lì, quel perché intimo, umano, tragico, di tempi che credevo perduti, quel perché lì io adesso che sono così vecchia, sono io che lo grido. Ma siccome di solito non grido, sono una persona tranquilla, una donna di pace e sono anche molto vecchia, io lo porto dentro di me quel perché".Ricordando di essere "nata a Milano in via San Vittore, da genitori milanesi, con un nonno che qualche volta parlava in dialetto dicendo parole che sono stampate nella mia testa, io che sono una milanese da sempre, quando mi sento dire 'stai a casa, non uscire, non farti vedere', mi chiedo 'perché?'".