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ITALIA

Procura di Roma

Caso Cucchi, inchiesta sull'operato dei carabinieri. La famiglia: "Verità sta venendo a galla"

Svolta nelle indagini: un militare sarebbe sotto inchiesta per falsa testimonianza, al vaglio le posizioni di altri due carabinieri per lesioni colpose. Soddisfazione della famiglia, Ilaria Cucchi: "Io l'avevo detto: non era finita"

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"Ho la sensazione che si stia arrivando alla verità sulla morte di mio fratello". Sono parole di soddisfazione quelle di Ilaria Cucchi che commenta le novità emerse nell'inchiesta bis della Procura di Roma sulla morte del geometra trentenne, deceduto il 22 ottobre del 2009, sei giorni dopo l'arresto per droga. Un maresciallo dei carabinieri sarebbe sotto inchiesta per falsa testimonianza, al vaglio anche le posizioni di altri due militari per lesioni colpose.

"La verità sta venendo a galla"
"In questi anni non ci siamo mai fermati, né io né il mio avvocato - dice Ilaria Cucchi - Questa è la prima delle novità che ci saranno sul caso della morte di mio fratello. Io l'avevo detto: non era finita''. Esprime soddisfazione anche il legale della famiglia Cucchi che lunedì incontrerà il procuratore Pignatone: "Prendiamo atto con soddisfazione della notizia che ci sarebbero tre carabinieri sotto inchiesta per la morte di Stefano Cucchi. Credo si tratti solo dell'inizio; la verità sta venendo a galla".



Inchiesta bis
ll pm Giovanni Musarò, cui il procuratore Giuseppe Pignatone ha assegnato un fascicolo-bis dopo un esposto della famiglia Cucchi (convinta che questo sia un caso da trattare come omicidio preterintenzionale), ha esaminato tutte le vecchie carte del processo e proceduto a raccogliere nuove testimonianze che offrirebbero una lettura diversa della vicenda. E così l'attenzione è caduta su quanto avvenne nella stazione dei carabinieri di Tor Sapienza dove Stefano Cucchi fu portato la notte dell'arresto.  

La sentenza d'Appello
La corte d'appello ha assolto dal reato di lesioni tre agenti della polizia penitenziaria e da quello di omicidio colposo nove persone tra medici e paramedici dell'ospedale "Sandro Pertini". La Corte ha sollecitato la procura, inviando una serie di atti, approfondimenti "al fine di accertare eventuali responsabilità di persone diverse". Il presidente Mario Lucio D'Andria, nelle motivazioni della sentenza si spinse a dire che Cucchi "fu sottoposto ad una azione di percosse e non puo' essere definita una 'astratta congettura' l'ipotesi prospettata in primo grado, secondo cui l'azione violenta sarebbe stata commessa dai carabinieri che lo hanno avuto in custodia nella fase successiva alla perquisizione domiciliare".