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MONDO

La vicenda

Libia. rimandato a domani pomeriggio il rientro delle salme dei due tecnici italiani uccisi

Un portavoce del governo insediato nella capitale libica, Jamal Zubia ha annunciato che le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano "non lasceranno Tripoli  perché deve essere rispettata una procedura legale. Si spera lascino Tripoli domani pomeriggio" 

 

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I due tecnici rimasti uccisi in Libia
Le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano "non lasceranno Tripoli stasera perché deve essere rispettata una procedura legale. Si spera lascino Tripoli domani pomeriggio": lo ha detto all'ANSA un portavoce del governo insediato nella capitale libica, Jamal Zubia. I corpi dei due italiani "adesso sono a Tripoli", ha confermato Zubia, Direttore del dipartimento media stranieri dell'esecutivo.


I due feretri sono stati trasportati a Tripoli da Sabratha, dove i due connazionali sono stati tenuti in ostaggio per 8 mesi assieme a Gino Pollicardo e Filippo Calcagno, prima di essere uccisi in circostanze poco chiare alla vigilia della liberazione dei due colleghi. 

Dopo essere rimasti per sei giorni 'prigionieri' della burocrazia e delle richieste di riconoscimento politico che arrivano dalle autorità della città come dal governo di Tripoli, 007 e diplomatici italiani hanno portato a casa il risultato al termine di faticose trattative, come sempre con i libici. 

Ieri il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, rispondendo a una domanda proprio sul rientro in patria delle salme, aveva detto: "Stiamo lavorando affinché rientrino in Italia il più presto possibile. Se possibile entro e non oltre la giornata di domani". 

Ministro libico: pagato un riscatto? Illegale
"Se un riscatto è stato pagato senza che le nostre autorità lo sapessero, è stato commesso un atto illegale. Un'entità straniera ha pagato elementi terroristici o criminali senza il nostro consenso e violando la nostra sovranità". E' quanto ha detto il ministro degli Esteri del governo di Tripoli, Ali Ramadan Abuzaakouk, in un'intervista al Corriere della Sera, sull'ipotesi del pagamento di un riscatto per il rilascio dei dipendenti della Bonatti, rapiti in Libia.

"Attendiamo gli esiti dell'inchiesta. Ma attenzione a fare certe accuse! È vero che il nostro Paese si trova nelle difficoltà della fase post-rivoluzione. Però i nostri ragazzi stanno perdendo la vita nella battaglia contro Isis. Combattono in prima linea anche per difendere voi italiani ed europei. A Sabratha sono presenti polizia e forze armate, la municipalità funziona e permette alla popolazione di continuare a vivere e lavorare", ha aggiunto il ministro.