Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Migranti-summit-a-Bruxelles-Slovacchia-contro-le-decisioni-Ue-Ungheria-rispettare-Schengen-aa25c478-a631-421d-80a2-ff0e70a2a1fc.html | rainews/live/ | true
MONDO

L'emergenza

Migranti, summit a Bruxelles. Slovacchia contro le decisioni Ue. L'Ungheria: rispettare Schengen

Vertice dei capi di Stato e di governo sulla crisi in corso. La Slovacchia intende ricorrere alla Corte Ue contro la ripartizione dei rifugiati. Renzi positivo: "Fatto un passettino in avanti"

Condividi
Martin Schulz e Jean-Claude Juncker (Lapresse)
Bruxelles
La parola passa ai leader europei. Mentre l’ondata di migranti prosegue senza sosta, i capi di Stato e di governo si sono riuniti a Bruxelles per cercare una soluzione condivisa. Il vertice è iniziato alle 19 con una cena informale, dopo la quale non sono attese conclusioni ufficiali a parte, probabilmente, una dichiarazione del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.

Procedure di infrazione per 19 Stati
Il vertice informale si è riunito dopo che Bruxelles ha aperto una quarantina di procedure di infrazione contro 19 Stati per mancanze nell'applicazione dei regolamenti sul sistema comune d'asilo (registrazioni, raccolta di impronte, accoglienza e rimpatri). L'Italia non è nel gruppo. 

La Slovacchia si rivolge alla Corte Ue 
Nel corso dell’incontro si cerca una soluzione politica condivisa che vada oltre il ricollocamento obbligatorio dei rifugiati, approvato ieri a larga maggioranza dai ministri dell'Interno Ue, con l'opposizione di Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania. Un segnale di apertura è arrivato da Praga, con il premier Bohuslav Sobotka che ha annunciato la decisione di non impugnare davanti alla Corte di giustizia Ue il meccanismo di ricollocamento di 120mila profughi. Intende andare avanti e portare le "quote obbligatorie" alla Corte Ue, invece, la Slovacchia, che però appare isolata. Proprio a causa del voto contrario di Bratislava, il capogruppo dei Socialdemocratici al Parlamento europeo, Gianni Pittella, ha proposto la sospensione dal Pse del premier slovacco, Robert Fico.
 
Orban: "Rispettare Schengen"
Non arretra neanche il premier ungherese, Viktor Orban, che non ha sposato l’iniziativa della Slovacchia ma che è intenzionato a proporre agli altri leader dei 28 un incremento dell'1% nei contributi che i singoli Paesi membri versano all'Ue e un taglio alla spesa comunitaria complessiva pari ugualmente all'1%, in modo da accantonare 3 miliardi di euro per far fronte alla crisi. Orban, entrando al summit di Bruxelles, ha affermato che la crisi non è colpa della Germania, ma ha invitato tutti a rispettare il patto di Schengen. “È un accordo firmato da tutti, che dice chiaramente come fare (a difendere i confini, ndr), è un obbligo, devo rispettare Schengen e ristabilire l'ordine – ha dichiarato - Se non seguiamo le regole, tutta l'Ue piomba nel caos". "Se la Grecia non sa come difendere i suoi confini – ha aggiunto - dobbiamo dirle con gentilezza allora lascia che altri difendano i loro".

Renzi: "Un passettino in avanti"
Le posizioni dei Paesi che hanno votato contro l'accorso sui rifugiati appaiono comunque non semplici da conciliare con quelle degli altri partecipanti al vertice. Se il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha parlato di "un passettino in avanti" evidenziando che "con tre mesi di ritardo tutti sono ora sulle posizioni" dell'Italia, il premier greco, Alexis Tsipras ha sottolineato che "Europa unita significa anzitutto condivisione, condivisione delle responsabilità, degli oneri, delle capacità, del futuro comune". Il presidente francese, Francois Hollande, ha invece ribadito che "l'Europa è costituita da principi, e chi non li rispetta deve porsi la domanda sulla sua presenza in seno all'Ue".  

Indiscrezioni: conferenza Balcani-Turchia l'8 ottobre
Da fonti Ue si apprende che la conferenza con i Paesi del Balcani occidentali e la Turchia - già prevista dalle conclusioni del consiglio di luglio - per analizzare la
situazione della rotta migratoria, è stata organizzata per l'8 ottobre, nel quadro di un consiglio in formato jumbo Affari interni e Esteri. 

Germania proroga i controlli
Nel frattempo, per consentire una gestione ordinata del flusso di migranti, la Germania ha deciso di prorogare i controlli alle frontiere. Andranno avanti per altri venti giorni, hanno riferito fonti Ue.

Erdogan: la crisi una "vergogna per l'umanità"
Parole dure nei confronti dell’Europa sono arrivate da Mosca dal presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan. Il leader turco ha denunciato la crisi dei profughi nel Vecchio Continente come una "vergogna per l'umanità" e ha esortato la comunità internazionale a risolvere il problema, ristabilendo la sicurezza e la pace nei Paesi da dove queste persone sono state costrette a scappare.