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POLITICA

Palazzo Madama

Riforme, in Senato riparte la discussione sul ddl Boschi. Grasso taglia il tempo degli interventi

Dopo la direzione Pd di ieri che ha aperto ad una soluzione condivisa sul modello del 'Tatarellum', torna oggi in Aula il dibattimento sulla contestata riforma costituzionale. Polemiche per la decisione del presidente Grasso di applicare la 'tagliola'

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Riprende nell'Aula del Senato l'esame della riforma costituzionale e, aprendo la seduta, il presidente Pietro Grasso, in considerazione del gran numero di richieste di intervento (110 in tutto), ha ridotto a dieci minuti il tempo a disposizione per ciascun oratore, scatenando le proteste delle opposizioni, che hanno parlato di "tagliola".

"Tutto avrei potuto immaginare, tranne che una decisione che è frutto di prerogative presidenziali potesse essere interpretata come un cedimento a eventuali pressioni", ha detto Grasso rispondendo a chi contestava la sua decisione di "armonizzare" i tempi della discussione generale. "Risultano ancora 110 iscritti in discussione generale, per un totale di 33 ore e 55 minuti. Al fine di consentire la conclusione del dibattito entro la seduta di domani, come stabilito dalla Capigruppo, ritengo necessario armonizzare i tempi degli interventi che non potranno, pertanto, superare i 10 minuti", ha spiegato Grasso.

Contro la decisione di Grasso si sono espressi Roberto Calderoli (Lega), Sara Paglini (M5S) e Loredana De Petris (Sel). Giorgio Tonini (Pd) ha invece condiviso l'armonizzazione del dibattito decisa dal presidente del Senato, che ha invitato i senatori a non usare "il termine 'tagliola' non adatto a questa situazione. Sarà la conferenza dei capigruppo a decidere", ha concluso.

La conclusione della discussione generale è prevista per domani.

Intanto, nella direzione Pd di ieri, è arrivata per bocca del premier-segretario Matteo Renzi una possibile soluzione in grado di sanare la frattura tra maggioranza e minoranza dem che, da mesi, portavano avanti un dialogo tra sordi sull'articolo 2 del ddl, quello che riguarda l'elettività dei senatori. Soluzione che potrebbe essere raggiunta sul modello del cosiddetto 'Tatarellum', la legge elettorale delle regioni italiane, introducendo un listino per la scelta dei futuri senatori.