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MONDO

La Nigeria chiede il siero 'miracoloso' somministrato ai 2 missionari Usa

Ebola, l'Oms valuta l'uso di farmaci sperimentali in Africa. Intanto il numero dei morti sale a 932

Verrà istituito un team di esperti che valuterà gli aspetti etici della vicenda. L'epidemia di ebola in Africa occidentale  - riferisce l'Oms - ha contagiato già 1.711 persone, 932 di queste sono morte. Il 'siero' somministrato ai due missionari americani contagiati in Liberia non era mai stato usato prima con gli esseri umani, ma aveva dato buoni risultati sulle scimmie. Viene prodotto con la pianta del tabacco

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Centro per il controllo e la prevenzione della malattia (CDC) di Atlanta, Georgia (Ansa)
Ginevra (Svizzera)
E' sempre più emergenza ebola. I dati sono allarmanti: l'Organizzazione mondiale della Sanità ha riferito che i casi di contagio in Africa occidentale sono ormai già a quota 1.711 e 932 di questi hanno avuto come esito la morte. Dal 2 al 4 agosto, nei quattro Paesi interessati dall'epidemia - Guinea Conakry, Liberia, Sierra Leona e Nigeria - ci sono stati 108 casi nuovi e 45 decessi.

Non c'è più tempo, quindi. La massima autorità sanitaria mondiale ha infatti ha annunciato che valuterà l'uso di farmaci sperimentali per combattere l'epidemia del virus letale. In un comunicato l'agenzia Onu fa sapere che a partire dall'inizio della prossima settimana verrà istituito un panel di esperti incaricato di valutare gli aspetti etici della vicenda.

E anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama ha riferito di non avere abbastanza informazioni sul nuovo farmaco ant-ebola: "Non ho abbastanza informazioni per considerare la procedura accelerata per l'approvazione", ha detto. Ma è certo che il virus "si può controllare e contenere". Il presidente ha però definito "prematuro" ricorrere all'uso di un farmaco sperimentale da
inviare in Africa per combattere il virus e la sua diffusione. Il leader della Casa Bianca ha poi ricordato che ammontano a 37 miliardi di dollari gli investimenti americani in Africa. 

Circa il nuovo farmaco, si parla del cosiddetto 'siero miracoloso', (Zmapp, ndr) quel farmaco sperimentale grazie al quale sarebbero migliorate le condizioni dei due missionari della Samaritan's Purse Kent Brantley e Nancy Writebol ammalatisi in Liberia e ricoverati al centro sperimentale Usa di Atlanta per le cure. I due missionari, ora in isolamento, sono stati trattati con il ritrovato medico che avrebbe dato buoni risultati già a poche ore dalla somministrazione. 

La Nigeria prende contatti con Atlanta per il 'siero'
Anche il governo della Nigeria, uno dei paesi in ginocchio per l'epidemia, ha chiesto agli Stati Uniti l'acquisizione dello ZMapp. "Siamo in contatto con gli statunitensi. Martedì - ha detto il ministro della Salute - ho parlato per telefono con il direttore del Centro di Prevenzione e Controllo delle malattie di Atlanta, il dottor Tom Freiden. Abbiamo parlato a lungo e scambiato sms", ha aggiunto il ministro.

Gli specialisti inglesi agli Usa: date il siero anche all'Africa
E l'appello agli Stati Uniti arriva anche dagli specialisti di Ebola del Regno Unito. Un appello affinchè il siero "miracoloso", usato con i due americani rimpatriati lo scorso fine settimana, "venga dato a tutti nell'Africa occidentale". Ora i tre specialisti, Peter Piot, che scoprì il temibile virus nel 1976, David Heymann, direttore del Chatham House Centre on Global Health Security, e Jeremy Trust del Wellcome Trust dicono che "ai governi africani dovrebbe essere consentito di prendere decisioni informate sull'usare o meno questi prodotti sperimentali", riporta l'Independent. Proprio i tre scienziati avevano chiesto all'Oms di attivarsi per fornire all'Africa occidentale le nuove medicine in fase di sperimentazione, anche considerando il propagarsi dell'epidemia. Anche da Liberia, Sierra Leone, Guinea, intanto, scrive ancora l'Independent, iniziano ad arrivare appelli alla liberalizzazione di queste sostanze.

Le polemiche attorno al siero, prodotto con la pianta del tabacco
Lo ZMapp - ricordiamo -  è un siero che non era mai stato usato prima con gli esseri umani e che aveva dato risultati promettenti nei test realizzati sulle scimmie. Crescono, quindi, le polemiche attorno al vaccino sperimentale. Il farmaco, non ancora approvato dalla Food and Drug administration, l'ente americano preposto al controllo di medicine e alimenti - è prodotto con la pianta del tabacco. E sembra funzionare. Per la realizzazione del vaccino, l'azienda farmaceutica Mapp Biopharmaceutical si avvale della collaborazione di Kentucky bioprocessing, filiale del gruppo americano del tabacco Reynolds American.

La prima a diffondere il nome del farmaco è stata l'emittente televisiva americana Cnn. Il siero è prodotto da Mapp, con sede a San Diego, in California. "Si è cominciato a ipotizzare l'utilizzo del tabacco per sviluppare il vaccino perché questa pianta è in grado di produrre rapidamente anticorpi in caso di emergenza", ha detto Charles Arntezen, esperto di biotecnologia vegetale all'Arizona state university e che in passato ha collaborato con Larry Zeitlin e Kevin Whaley, i ricercatori che sono rispettivamente presidente e amministratore delegato di Mapp. Il processo di estrazione degli anticorpi "miracolosi" è lungo e complesso. Per produrre le proteine terapeutiche dentro la pianta del tabacco, i geni per gli anticorpi desiderati sono fusi assieme ai geni di un naturale virus del tabacco, ha aggiunto Arntezen. Le piante di tabacco sono poi infettate con questo nuovo virus artificiale. "La pianta, che a questo punto produce anticorpi per contrastare l'infezione - ha concluso - viene poi macinata e gli anticorpi vengono estratti". Un processo, questo, che richiede settimane.