Nuova udienza l'11 aprile

Giulio Regeni, il giudice chiede l'intervento del Governo. Il Ministero: "Studiamo nuove strade"

Incaricati inoltre i Ros di trovare gli indagati per le notifiche mancanti. La legale della famiglia: "Esecutivo scelga da che parte stare, se da quella di chi tortura e uccide o con chi chiede il rispetto di diritti inviolabili"

Giulio Regeni, il giudice chiede l'intervento del Governo. Il Ministero: "Studiamo nuove strade"
(Rainews)
I genitori di Giulio Regeni e altri sostenitori, questa mattina al presidio durante l'udienza a piazzale Clodio

Sono due le decisioni del giudice per l'udienza preliminare di Roma, al termine della camera ci consiglio di oggi nell'ambito del procedimento a carico di sette agenti dei servizi segreti egiziani accusati a vario titolo di omicidio volontario, lesioni e sequestro di persona in relazione alla vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore italiano dell'Università di Cambridge trovato morto alla periferia del Cairo il 3 febbraio 2016.

La prima riguarda l'affidamento al Ros dei Carabinieri di nuove ricerche per la notifica degli atti agli indagati. I militari per avere riscontro dei luoghi di lavoro e di residenza degli imputati potranno avvalersi di banche dati, elenchi telefonici, social network, fonti confidenziali. In parallelo, il gup ha trasmesso gli atti al Governo per verificare eventuali esiti della rogatoria inoltrata all'Egitto nell'aprile 2019 e se ci sono margini per una interlocuzione con le autorità egiziane.

Il giudice ha così accolto le richieste della Procura, le difese chiedevano invece la sospensione del processo. In una nuova udienza, fissata per l'11 aprile, si verificheranno gli esiti degli accertamenti disposti oggi. Il caso è di nuovo all'attenzione del gup dopo l'annullamento del precedente decreto di rinvio a giudizio, nell'ottobre scorso, deciso dalla terza corte d'Assise per l'assenza dei quattro 007 egiziani imputati.

"Siamo soddisfatti che la nostra battaglia di giustizia possa proseguire", ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia Regeni, "noi e con noi il 'popolo giallo' e la scorta mediatica in sei anni non abbiamo mai avuto tentennamenti. Adesso chiediamo al governo di fare la sua parte e di rispondere alle istanze del giudice e alle nostre pretese di giustizia. Il nostro governo scelga da che parte stare, se dalla parte di chi tortura e uccide e invoca impunità, o di chi chiede il rispetto di diritti inviolabili". 

Un sit-in si è tenuto in contemporanea all'udienza in piazzale Clodio, fuori dal tribunale capitolino, alla presenza dei genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, che hanno mostrato uno striscione giallo con la scritta "Verità per Giulio". Era presente anche il presidente della Federazione nazionale della stampa Beppe Giulietti.


Il Ministero della Giustizia: "Studiamo nuove strade"

Sul caso "il Ministero della Giustizia continuerà a fare la sua parte in ogni modo, in collaborazione con le altre articolazioni del Governo coinvolte, studiando nuove strade e le modalità operative più efficaci, per assicurare il corso della giustizia, in linea e in piena collaborazione con le richieste avanzate dall'autorità giudiziaria procedente". Lo sottolinea una nota di via Arenula