Un congedo e due nomine

L'ultimo Csm di Mattarella conferma i vertici della Cassazione

Il Consiglio superiore della Magistratura vota a grande maggioranza per Pietro Curzio, la cui nomina era stata annullata dal Consiglio di Stato. Il Presidente: "L'attività proseguirà con un nuovo Capo dello Stato"

L'ultimo Csm di Mattarella conferma i vertici della Cassazione
ANSA
Il Capo dello Stato Sergio Mattarella presiede il Consiglio Superiore della Magistratura

"Colgo l'occasione per ripetere a distanza di pochi giorni gli auguri più intensi al Consiglio e a ciascuno dei suoi membri per l'attività che il Consiglio svolgerà con la presidenza di un nuovo Capo dello Stato". Il Capo dello Stato Sergio Mattarella, presiedendo il plenum del Csm, non ha perso l'occasione di sfilarsi una volta in più dal toto-Quirinale, mentre l'ipotesi di un suo bis continua a tenere banco nei retroscena.

Il Consiglio superiore della magistratura ha confermato con 19 voti favorevoli, tre contrari e tre astenuti con nuove motivazioni la nomina di Pietro Curzio a presidente della Cassazione. Risaliva al 2020, ma era stata annullata dal Consiglio di Stato, che con due sentenze rese pubbliche il 14 gennaio scorso lo aveva fatto decadere insieme alla presidente aggiunta Margherita Cassano, anch'ella confermata oggi nella sua carica. Domani Curzio sarà regolarmente alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario e terrà la consueta relazione sullo stato della giustizia.


"Non abbiamo disatteso le indicazioni del Consiglio di Stato"

I componenti del plenum che hanno votato la conferma di Curzio negano che ci sia un conflitto con il Consiglio di Stato: è stata una scelta "pienamente rispettosa delle sentenze del giudice amministrativo" , ha detto la consigliera Alessandra Del Moro, che "è sbagliato, leggere aprioristicamente in termini di scontro tra poteri o di schiaffi tra le istituzioni". Secondo il consigliere laico del M5S Filippo Donati "non abbiamo criticato, o peggio ancora disatteso, le indicazioni del Consiglio di Stato. Abbiamo preso doverosamente atto delle carenze che il Consiglio di Stato ha riscontrato e effettuato una nuova comparazione tra i candidati, senza alcuna preclusione e senza alcuna riserva". E i tempi così stretti sono stati dovuti anche dall'"esigenza simbolica di assicurare la partecipazione del Primo Presidente alla cerimonia solenne di inaugurazione dell'anno giudiziario alla presenza del Capo dello Stato".


Il vicepresidente Ermini: riforme indifferibili

"Sono stati tre anni e mezzo assai difficili, travagliati, dolorosi. Per questo Csm e per la magistratura, la cui credibilità e prestigio sono stati colpiti in profondità compromettendo il rapporto di fiducia con i cittadini che è alla base della legittimazione democratica della funzione giurisdizionale". Lo ha detto il vice presidente del Csm David Ermini, affermando che "l'ordine giudiziario saprà superare il discredito", "ma è necessario soprattutto l'impegno quotidiano di tutti i magistrati. Abbiamo bisogno di regole e comportamenti nuovi". E servono ora le riforme, "indifferibili e irrinunciabili", a cui il Consiglio si adeguerà "in questi mesi conclusivi, i regolamenti interni per consentire a chi verrà dopo noi il pieno funzionamento dell'Istituzione".