La crisi Mosca-Kiev al Consiglio di Sicurezza Onu

Ucraina, Blinken: "La Russia potrebbe anche usare armi chimiche"

"O inventare attacchi terroristici e usare droni contro civili" per giustificare un attacco, avvisa il segretario di Stato americano. Il Cremlino invia agli Usa un documento con i temi chiave a cui Washington "non ha dato una risposta costruttiva"

Ucraina, Blinken: "La Russia potrebbe anche usare armi chimiche"
AP Photo/Richard Drew
Antony Blinken oggi al Consiglio di sicurezza dell'Onu. "Sono qui non per iniziare una guerra, ma per prevenirla", ha detto il segretario di Stato americano

"La Russia potrebbe inventare attacchi terroristici, inscenare attacchi con droni contro i civili, un attacco con armi chimiche, rivelare false fosse comuni". Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken alla riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, di cui è presidente di turno la Russia, sull'Ucraina. Mosca, ha aggiunto, "potrebbe teatralmente convocare riunioni di emergenza" per "rispondere" a operazioni sotto falsa bandiera e poi cominciare l'attacco.

"Sono qui oggi non per iniziare una guerra, ma per prevenirla", ha detto il segretario di stato americano e ha aggiunto che "mentre la Russia ha ripetutamente deriso i nostri avvertimenti e allarmi definendoli melodramma e sciocchezze, ha costantemente accumulato più di 150.000 soldati ai confini dell'Ucraina, oltre alle capacità per condurre massicci assalti militari. Il rispetto degli accordi di Minsk, "condiviso con la Russia", è la base per una soluzione pacifica della crisi in Ucraina così ha dichiarato il segretario di Stato.

"La Russia intende creare un pretesto per il suo attacco in Ucraina. Le forze russe stanno preparando un attacco nei prossimi giorni. Il pretesto russo potrebbe includere un vero o finto attacco con armi chimiche", ha aggiunto Blinken specificando che gli obiettivi della Russia "includono anche la capitale ucraina, Kiev".

"Gli obiettivi sono già stati identificati e mappati", ha aggiunto. "Questo è un momento di pericolo per la vita e la sicurezza di milioni di persone, così come per la fondazione della Carta delle Nazioni Unite e dell'ordine internazionale basato su regole che preserva la stabilità in tutto il mondo - ha aggiunto - Questo è l'esatto momento di crisi che l'Onu e il Consiglio di Sicurezza sono stati creati per prevenire"

Il segretario di stato ha detto di aver inviato una lettera al ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov proponendo di incontrarsi la prossima settimana in Europa, "per discutere i passi che possiamo intraprendere per risolvere questa crisi senza conflitti. Stiamo anche proponendo incontri al Consiglio NATO Russia e al Consiglio permanente dell'OCSE" per aprire la strada a " un vertice tra i leader", un momento chiave per riduzione l'escalation di tensioni.

"Questi incontri possono aprire la strada ad un summit dei leader chiave nel contesto della de-escalation per raggiungere un'intesa sulle preoccupazioni reciproche di sicurezza", ha detto il segretario di Stato. "Come guide delle diplomazie dei nostri Paesi - ha aggiunto - abbiamo la responsabilità di fare ogni sforzo perché la diplomazia abbia successo, non lasciare nulla di intentato".

Il vice ministro degli Esteri russo al Consiglio di sicurezza dell'Onu ha denunciato che : "L'Ucraina dimostra un crescente senso di impunità porta '"e teste calde" ucraine a formulare nuove scuse per lanciare azioni militari contro la loro stessa gente, e questo è quello che abbiamo: ci sono migliaia di vittime del conflitto armato interno, diversi milioni di persone nel Donbass continuano a essere presentati come stranieri nel loro Paese, ci sono armi automatiche, fucili di precisioni, droni armati, artiglieria pesante puntate contro di loro mentre i rappresentanti ucraini continuano a presentare scuse per non attuare gli Accordi di Minsk", ha denunciato il vice ministro degli Esteri russo al Consiglio di sicurezza dell'Onu. 

La Russia ha presentato al Consiglio di sicurezza dell'On un documento nel quale si sostiene che l'esercito ucraino ha commesso crimini di guerra contro contro i residenti nell'Est dell'Ucraina. Lo riferisce il Wall Street Journal, che ha potuto visionare il rapporto, che denuncia il "genocidio della popolazione russofona del Donbass".

La Russia continua a pensare "che non ci sia una alternativa agli Accordi di Minsk per risolvere la crisi in Ucraina, ma siamo sempre più convinti che la loro attuazione non rientri nei piani del nostro Paese vicino", ha affermato il Vice ministro esteri russo, Sergei Vershinin, nel corso della riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu, dedicata alla crisi in corso, una riunione convocata dalla presidenza russa, "non casualmente" proprio a sette anni dall'approvazione della risoluzione dell'Onu con gli Accordi. 

E il vice ministro ha respinto come "un'accusa infondata" le affermazioni degli Stati Uniti e degli alleati europei secondo cui Mosca sta cercando un pretesto per invadere l'Ucraina. "Penso che abbiamo avuto abbastanza speculazioni su questo".

Un ritorno agli accordi di Minsk arriva anche dalla Cina: "La maggior parte dei punti degli Accordi di Minsk non sono stati fino a ora attuati", denuncia l'inviato di Pechino al Consiglio di sicurezza dell'Onu per cui la soluzione della crisi "deve tornare al punto di partenza, ovvero all'attuazione di una nuova road map". La Cina sostiene tutti gli sforzi per risolvere pacificamente la situazione, e ritiene che non ci sia una alternativa alla soluzione politica della crisi. 

E la Cina ha accusato gli Stati Uniti, senza mai nominarli, di aver alimentato la tensione sull'Ucraina con l'allargamento della Nato "che va contro i nostri tempi". L'ambasciatore di Pechino Zhang Jun ha sottolineato: "La Cina ritiene che tutte le parti interessate dovrebbero consentire alla ragione di prevalere e lottare per una soluzione politica astenendosi da qualsiasi azione che possa aggravare le tensioni o alimentare la crisi".  

E ha aggiunto:" Niente accade senza una ragione. L'allargamento della Nato è una questione che non può essere ignorata di fronte alle tensioni in Ucraina. La sicurezza regionale non può essere garantita attraverso l'espansione di un blocco militare. Questo vale per l'Europa come per altre regioni del mondo". E riferendosi implicitamente agli Stati Uniti, ha sottolineato che il mondo ha "un Paese che rifiuta di rinunciare alla sua mentalità da guerra fredda, che dice una cosa e ne fa un'altra per raggiungere la superiorità militare".


L'Unione Europea condanna il bombardamento dell'asilo

Intanto anche da Bruxelles arriva una ferma presa di posizione contro le manovre in Donbass. "L'Unione europea condanna fermamente la notizia del bombardamento di un asilo nido a Stanytsia Luhanska. Questo attacco indiscriminato ad infrastrutture civili è del tutto inaccettabile e rappresenta una chiara violazione del cessate il fuoco e degli accordi di Minsk". Lo afferma in una nota l'Alto rappresentante per politica estera Ue Josep Borrell.  L'Unione europea, "chiede la fine immediata dell'escalation di violenza in corso e loda l'Ucraina per la sua continua moderazione". Bruxelles ribadisce il "sostegno incrollabile alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti".


Gli eventi della giornata

Gli Stati Uniti hanno "ragione di credere" che la Russia sia "impegnata in un'operazione false flag", un'operazione per creare il pretesto per attaccare. Lo ha detto Joe Biden ai giornalisti lasciando la Casa Bianca per andare in Ohio. "Tutte le indicazioni sono che si stanno preparando ad entrare in Ucraina, ad attaccare l'Ucraina", ha aggiunto il presidente.    

"La mia sensazione è che questo avverrà nel giro di pochi giorni", ha detto ancora Biden, sottolineando di non avere ancora letto la lettera inviata da Mosca in risposta alle proposte Usa. E affermando di non aver "in programma di parlare con Putin". Riguardo poi all'intervento oggi al Palazzo di Vetro di Antony Blinken, il presidente ha detto che il segretario di Stato presenterà un percorso per una soluzione diplomatica, ribadendo che "questo percorso esiste".

La Russia ha espulso il secondo diplomatico presso l'ambasciata degli Stati Uniti a Mosca senza alcuna giustificazione. "Possiamo confermare che la Russia ha espulso il vice capo della missione (DCM) degli Stati Uniti in Russia, Bart Gorman. Il DCM Gorman è stato il secondo funzionario più anziano dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Mosca dopo l'Ambasciatore ed un membro chiave del gruppo dirigente dell'Ambasciata", ha affermato un portavoce del Dipartimento di Stato Usa.

"L'azione della Russia contro il nostro DCM non è stata provocata e stiamo valutando la nostra risposta", ha affermato il portavoce, chiedendo alla Russia di "porre fine alle sue espulsioni infondate di diplomatici e personale statunitensi e di lavorare in modo produttivo per ricostruire le nostre missioni". Gorman si trovava in Russia da 3 anni e il mandato non era ancora terminato. Il portavoce del dipartimento ha continuato dicendo che "Ora più che mai, è fondamentale che i nostri paesi dispongano del personale diplomatico necessario per facilitare la comunicazione tra i nostri governi". Negli ultimi anni la Russia ha costretto gli Stati Uniti a ridurre le dimensioni della propria presenza diplomatica nel paese.

Intanto la Russia anticipa che sarà costretta a una "risposta tecnico militare" alla mancanza di risposta da parte degli Stati Uniti alle richieste di garanzie sulla sicurezza in Europa. Nel messaggio di dieci pagine inoltrato agli Stati Uniti nel quadro di questo negoziato, si sottolinea che non è stata pianificata una invasione dell'Ucraina. ''In assenza di disponibilità da parte degli Stati Uniti a concordare garanzie solide e giuridicamente vincolanti per la nostra sicurezza da parte degli Stati Uniti e dei loro alleati, la Russia sarà costretta a rispondere, anche attuando misure tecnico militari", si legge nel documento, anticipato da Kommersant.

Il documento elenca i temi chiave a cui, secondo Mosca, gli Stati Uniti non hanno dato una risposta costruttiva: la richiesta di non espandere ulteriormente la Nato, del ritiro della "formula di Bucarest", secondo cui "Ucraina e Georgia diventeranno membri della Nato" e la richiesta di non creare basi militari sul territorio di Stati precedentemente parte dell'Urss e non membri dell'Alleanza, compreso l'uso delle loro infrastrutture per lo svolgimento di qualsiasi attività militare, nonchè il ritorno delle capacità militari e infrastrutture della Nato allo status del 1997, quando fu firmato l'atto costitutivo delle relazioni Russia-Nato. "Queste disposizioni sono di fondamentale importanza per la Federazione russa", ricorda il documento.

Se l'Ucraina si unisse alla Nato, Kiev probabilmente "cercherebbe di rivendicare la Crimea con la forza, trascinandoci in un conflitto". Lo afferma il ministero degli Esteri russo nella riposta agli Usa sulla sicurezza, secondo quanto riferisce la Tass.


Le reazioni

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha escluso che le truppe russe vengano al momento "ritirate" dal confine ucraino, nonostante le dichiarazioni del governo russo, e ha sottolineato che la situazione rimane "estremamente grave".    

"Ieri sera ho parlato con il presidente Biden. La situazione è estremamente grave e non c'è stato alcun segnale di ritiro della Russia. Accogliamo con favore qualsiasi gesto da Mosca che ci permetta di fare passi avanti attraverso i canali diplomatici '', ha affermato il capo del governo tedesco, come indicato sul suo account Twitter dalla rappresentanza permanente della Germania nell'UE. Le sue parole arrivano dopo il colloquio telefonico con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in cui entrambi hanno ribadito la loro posizione comune di fronte alla "continuo mobilitazione militare" russa al confine con l'Ucraina.

Il premier britannico Boris Johnson si è unito oggi al coro di accuse rivolte anche da Usa e Nato alla Russia di predisporre provocazioni per giustificare una futura eventuale invasione militare in Ucraina. Johnson ha imputato in particolare a Mosca, come già la sua ministra degli Esteri, Liz Truss, che si trova in visita a Kiev, di aver attribuito alle forze ucraine il bombardamento di un asilo nell'est del Paese controllato dai separatisti del Donbass, mentre si sarebbe trattato di "un'operazione sotto falsa bandiera per screditare" Kiev. "Temo che ne vedremo molte altre nei prossimi giorni", ha aggiunto.

Il Regno Unito inneggia alla "fortezza" e allo "stoicismo" dell'Ucraina "a dispetto dell'aggressione russa" e s'impegna a garantire "un irriducibile sostegno" a Kiev con la promessa di nuovi aiuti economici, oltre alle "armi difensive" già consegnate di recente e all'addestramento di 22.000 soldati ucraini realizzato nel recente passato. Lo ha detto oggi Liz Truss, ministra degli Esteri del governo di Boris Johnson, durante una conferenza stampa congiunta a Kiev a conclusione di un faccia a faccia con il collega ucraino Dmytro Kuleba.  "Siamo molto orgogliosi, come Regno Unito, di essere in prima fila nel sostegno all'Ucraina" e ha annunciato ulteriori stanziamenti in arrivo per "100 milioni".