Al via i Giochi, ma riflettori puntati sulle violazioni dei diritti umani

Pechino 2022. Il presidente del Comitato olimpico: incontrerò Peng Shuai

Thomas Bach vedrà la tennista di cui non si hanno avuto notizie per qualche tempo dopo che aveva denunciato sui social di aver subito abusi sessuali da parte dell'ex vicepremier cinese

Pechino 2022. Il presidente del Comitato olimpico: incontrerò Peng Shuai
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Shuai Peng

Le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 si apriranno tra poche ore con le stesse preoccupazioni che incombevano sui Giochi Olimpici del 2008: il tema sui diritti umani e il trattamento riservato ai tibetani e agli uiguri, minoranza di fede musulmana che vive nel nord-ovest del paese. Gruppi di diritti umani hanno documentato la detenzione, i lavori forzati e le torture a cui sono stati sottoposti almeno un milione di uiguri, in quello che è stato definito come un genocidio culturale.

Ombre che aleggiano sulla Cina e che hanno portato al boicottaggio diplomatico ai Giochi capeggiato dagli Stati Uniti e condiviso da Giappone, Regno Unito, Australia e Canada.

Il governo cinese però negli ultimi mesi è finito sotto accusa anche per il caso Peng Shuai, la tennista ex numero uno al mondo nel doppio di cui non si hanno avuto notizie per qualche tempo, subito dopo aver denunciato sui social di aver subito abusi sessuali da parte di Zhang Gaoli, ex vicepremier cinese e membro del partito comunista. Durante la conferenza stampa di oggi il Presidente del Cio, Thomas Bach, ha annunciato che con la tennista "è previsto un incontro": "Sono estremamente lieto e grato a Peng Shuai che verrà qui per potermi incontrare perché anche lei voleva questo incontro con me, come ne avevamo discusso a novembre".

Bach è tornato poi a parlare dell'indicazione data agli atleti di evitare manifestazioni durante le premiazioni: "Il regolamento del Cio contiene l'articolo 50 e la procedura è molto chiara - ha detto-. Le regole non sono cambiate e la posizione del Cio non è cambiata. Ho l'impressione che quando discutiamo dell'articolo 50, per cui non ci possono essere dimostrazioni sul campo di gara e durante le cerimonie delle medaglie, alcuni credono che si tratti di qualcosa di unico. Ma non è affatto così: nessuno si chiede se un attore impegnato in teatro, mentre recita Amleto, possa esprimere il proprio parere politico. Lo stesso vale per gli atleti".

"Quando si chiude il sipario, l'attore può tornare nel suo camerino e mandare un messaggio sui social: a nessuno verrebbe mai di dire che è un limite ingiustificato della libertà di espressione. Gli atleti possono avere delle opinioni politiche ma se uno si impegna per un evento, deve rispettare le regole definite nell'interesse generale dell'organizzazione in cui si opera. Il teatro funziona se l'attore recita e i Giochi funzionano solo se si fa sport e se le regole vengono rispettare. Poi durante la conferenza stampa gli atleti hanno assoluta libertà di espressione e questo è sancito in maniera implicita proprio dall'articolo 50".

Intanto, per evitare che qualche atleta durante la rassegna a cinque cerchi si esprima su argomenti legati ai diritti umani, funzionari del paese hanno paventato possibili azioni legali.

L'avvicinamento ai Giochi è stato turbato anche dalle accuse sull'app ufficiale utilizzata da atleti e giornalisti, che presenterebbe problemi in tema di sicurezza e tutela della privacy. Al punto che alcuni comitati olimpici nazionali hanno consigliato alle squadre di non portare telefoni personali o laptop a Pechino.