IL PUNTO ALLE 6

Guerra in Ucraina, cos'è successo questa notte 5 marzo

Nottata più tranquilla del solito in Ucraina, salvo che per la città portuale di Mariupol che è circondata dai russi. Le forze russe stanno dirigendosi anche verso un'altra centrale nucleare

Guerra in Ucraina, cos'è successo questa notte 5 marzo
twitter @mikegalsworthy
Manifestazione pro Ucraina a Tbilisi, Georgia
  • È un po' come coi postumi di una sbronza: il giorno dopo aver esagerato si è un più tranquilli, si parla a voce più bassa e ci si muove più lentamente. Così sembra la notte successiva all'attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhya. Ieri qualcuno ha esagerato e ha fatto correre un rischio enorme a tutto il mondo. Sia che fosse calcolo o sia che fosse insipienza è stata una follia. La fusione di un reattore nucleare nel cuore dell'europa e le inevitabili conseguenze militari, non solo sanitarie, di un atto così sconsiderato sarebbero state incalcolabili. 


  • Alla fine, ieri, non è successo quasi nulla; a parte il fatto che i russi hanno posto sotto controllo la principale centrale nucleare del paese. Stanno pure continuando: l'ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield ha detto che le forze russe sono ora a poco più di 30 km dal secondo più grande impianto nucleare dell'Ucraina, la centrale nucleare di Yuzhnoukrainsk nel sud dell'Ucraina. Per ora non sono partite le bombe, ma vedremo domani notte.


  • Si stringe la morsa su Mariupol. La città portuale sul mare di Azov è assolutamente strategica: occupandola i russi collegherebbero la Crimea con il Donbass, di fatto escludendo l'Ucraina dallo sbocco sul Mare di Azov. Il sindaco, Vadim Boichenko, dice che la resistenza è agguerrita: "Mariupol è difesa da unità dell'esercito ucraino, della Guardia Nazionale, e poi dal reggimento ultra-nazionalista e neo-fascista Azov, dalle guardie di frontiera e dalla fanteria marina"


  • Sul terreno, inevitabilmente, gli ucraini perdono terreno, ma nel sostegno internazionale sono imbattibili. Ieri sera sono state organizzate diverse manifestazioni a sostegno dell'Ucraina nell'Europa dell'Est, in particolare a Praga e Tbilisi. Repubblica Ceca e Georgia che ricordano dolorosamente cosa significhi un'invasione russa i primi nel 1968 e i secondi nel 2008. Volodymyr Zelensky si è rivolto direttamente alla folla che lo seguiva sui maxischermi, tramite la piattaforma Zoom. "Non state in silenzio, sostenete l'Ucraina. Perché se l'Ucraina non sopravvive, l'intera Europa non sopravviverà. Se cade l'Ucraina, cadrà tutta l'Europa", ha ricordato il presidente ucraino.


  • Putin invece continua ad avere grandi problemi con opinione pubblica e stampa (quella libera). Ieri Mosca ha adottato una legge che, tra l'altro, prevede fino a 15 anni di carcere per chi diffonde notizie sgradite al Cremlino, e quindi frettolosamente definite 'false'. Criminalizzare la copertura giornalistica è un classico per ogni dittatura, e Putin non si esime. Per i giornalisti diventa dura lavorare, e dopo la Bbc, questa notte anche i giornalisti di Bloomberg, dell'emittente canadese Cbc e la Cnn hanno temporaneamente sospeso il proprio lavoro in Russia. Oggi dovrebbe succedere lo stesso con la maggior parte delle testate europee, ma lo vedremo. Ma forse non quelle serbe. A Belgrado, unico paese europeo, ieri sera si era in piazza con la parola d'ordine: giù le mani dal compagno Putin.


  • Una notizia passata quasi inosservata viene, anche questa da Mosca: i dirigenti di importanti istituzioni culturali in Russia si sono dimessi sulla scia dell'invasione dell'Ucraina. Lo riporta il sito Artnet che parla di un esodo "in massa" e cita in particolare due casi, il vicedirettore del Pushkin Vladimir Opredelenov e il direttore artistico della Fondazione Vac a Mosca, Francesco Manacorda. 


  • Nobili gesti da un lato, e piuttosto ignobili dall'altro. Lo denuncia la senatrice democratica americana Elizabeth Warren che attacca Wall Street e le sue banche colpevoli di "compromettere" le sanzioni alla Russia acquistando i bond delle aziende legate a Mosca. Dato che il loro valore è ora crollato, le banche realizzeranno lauti guadagni quando un domani le relazioni si dovessero ristabilirsi.


  • Non sono solo i paesi europei a progettare una maggiore spesa militare. La Cina continua ad espandere le sue forze armate e lo fa ad un ritmo che solo lei può permettersi: la spesa militare è destinata ad aumentare nel 2022 del 7,1%, a 1.450 miliardi di yuan (circa 230 miliardi di dollari). I dati di bilancio statale sono stati diffusi oggi in vista dell'assemblea plenaria del congresso nazionale del popolo.