L'intervista

Così muore un generale: un cecchino da 1,5 km di distanza ha ucciso Andrei Sukhovetsky. Ecco come

Il Generale Vincenzo Camporini ci spiega come sia stato possibile colpire uno dei militari più importanti dell'esercito russo attualmente impegnato nella guerra in Ucraina

Così muore un generale: un cecchino da 1,5 km di distanza ha ucciso Andrei Sukhovetsky. Ecco come
Ansa
Il Generale Vincenzo Camporini

Per giorni si sono rincorse notizie sulla morte in Ucraina del generale russo Andrei Sukhovetsky, comandante generale della settimana divisione aviotrasportata russa, tra gli uomini più legati al presidente russo Vladimir Putin. Tra smentite e successive conferme, ci concentriamo sulla modalità dell'uccisione avvenuta per mano di un cecchino ucraino che lo avrebbe colpito a 1500 metri di distanza. Per comprendere come sia possibile "cadere" in campo aperto abbiamo chiesto l'opinione del generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare e della difesa.

Andrey Sukhovetsky (WikipediaCommons)
Andrey Sukhovetsky

Il generale Sukhovetsky ha commesso un passo falso?

Da quello che si può dedurre dalle immagini trasmesse in tv, i russi stanno avanzando con una certa lentezza e con un assetto che non si rileva particolarmente prudente. La famosa colonna di 60 Km (Il riferimento è alle immagini satellitari del convoglio militare russo in fila da Pribyrsk, località vicina al confine tra Ucraina e Bielorussia, fino alla base aerea di Antonov, ndr) in avanzata verso Kiev costituisce una situazione ideale per un cecchino. Non appare un aspetto tattico a protezione e quindi il bersaglio può essere colpito senza grande difficoltà. Quello che sarebbe accaduto, usando le precauzioni del caso - sottolinea Camporini - e in base alle notizie trapelate, è un errore durante lo spostamento dell'unità di riferimento al generale. Sukhovetsky non avrebbe utilizzato quelle cautele che rendono difficoltoso il lavoro del cecchino.

 

Come è possibile colpire l'obiettivo a chilometri di distanza?

Ci sono ovviamente dei particolari cannocchiali accoppiati a distinti fucili che hanno una portata superiore rispetto alle normali armi da fuoco. Poi ci sono i tiratori scelti, che sono stati lungamente addestrati, e le condizioni di visibilità. L'obiettivo deve trovarsi in campo aperto e deve rimanere visibile, deve essere garantita la line of sight (Linea di vista). Nel caso specifico sarebbero state soddisfatte le condizioni e in particolare la copertura sul generale Sukhovetsky non sarebbe stata particolarmente attenta, facilitando così l'identificazione di un obiettivo attraverso un colpo di precisione.

 

Il cecchino è impiegato soltanto per colpire delle personalità?

Storicamente i cecchini non hanno mai fatto grande differenza, sono stati impiegati nella Prima Guerra Mondiale e sparavano da posizioni sicure con fucili particolarmente efficaci sia per ridurre la capacità di difesa dell'avversario sia per colpire i nemici e, quindi, ridurne la capacità di resistenza. Non è necessario colpire esclusivamente "obiettivi paganti".

 

Esiste un codice militare per i cecchini?

Anche i cecchini sono regolati dalla convenzione di Ginevra (Una serie di trattati internazionali che regolano i diritti umani). I soldati sono obiettivi legittimi mentre i civili non lo sono. Il generale Sukhovetsky ovviamente era un obiettivo. In questo caso parliamo di un alto militare. Insomma ci sono le regole della guerra che cercano di introdurre un "briciolo di umanità" in qualcosa di disumano. Alcuni rispettano le regole mentre altri non lo fanno e quest'ultimi rischiano il processo per crimini di guerra.

 

Si può identificare un cecchino? Quali sono gli accorgimenti necessari per evitare di essere colpiti

Il cecchino è un soldato come tanti altri, sperabilmente con indosso una divisa identificabile ma non distinguibile da un altro soldato. Può essere identificato attraverso dei telescopi. Per quanto riguarda gli accorgimenti è sempre opportuno restare in posizione protetta e garantirsi una protezione personale (Il giubbotto antiproiettile). Ma è chiaro, di fronte a un tiratore scelto se l'obiettivo non ha una posizione protetta - spiega Camporini - non ha altra protezione.

 

Ipotizziamo la cattura di un cecchino. Sarebbe meglio morire piuttosto che finire prigioniero?

Non vedo differenze tra un cecchino e un soldato semplice. In guerra fare gradazioni di crudeltà è un esercizio impervio.