Relazione dell'intelligence

Ucraina, 007: dagli attacchi cibernetici al gas, i rischi per l'Italia

Gli scenari geopolitici, il terrorismo internazionale, l'eversione, le ingerenze criminali e l'immigrazione irregolare sono alcune delle numerose questioni affrontate nella Relazione annuale del Dis, il Dipartimento informazioni per la sicurezza

Ucraina, 007: dagli attacchi cibernetici al gas, i rischi per l'Italia
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Ucraina, Kiev

Gli scenari geopolitici, il terrorismo internazionale, l'eversione, le ingerenze criminali e l'immigrazione irregolare sono alcune delle numerose questioni affrontate nella Relazione annuale 2021 del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Ma oggi l'attenzione è puntata su quanto registrato nei mesi scorsi dall'intelligence a proposito della crisi ucraina e sull'evoluzione del conflitto in corso, a partire dai rischi a cui è esposta l'Italia. Dagli attacchi cibernetici con l'impennata di quelli di "matrice statuale", alla questione dell'approvvigionamento energetico legata alle forniture di gas, visto che la Russia soddisfa il 38% del fabbisogno italiano, ma anche la situazione in Libia con l'esercito di contractor "russofoni", ex poliziotti ed ex militari (contractor la cui presenza è stata segnalata in vari scenari di crisi, Siria, Repubblica Centrafricana e Mali, solo per citarne alcuni tra i più critici) che complica la stabilizzazione del Paese da dove parte la maggioranza dei flussi migratori. Nel Mediterraneo, infatti, Mosca continua ad allargare la sua influenza e lo scenario di guerra in corso con l'offensiva in atto in Ucraina genera ulteriori segnali di allerta.

Il quadro tratteggiato dall'intelligence nella sua relazione annuale al Parlamento è stato delineato prima dell'attacco russo, ma i rischi sulla linea Mosca-Roma erano già da tempo monitorati dagli 007. E' il trionfo di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, alle elezioni dello scorso settembre - ricostruiscono i servizi - a scatenare le "ambizioni imperiali" dell'uomo con una lunga storia nel Kgb: riaffermare il dominio sulle ex repubbliche sovietiche, costituendo un "perimetro di sicurezza minimo" per lo status di potenza mondiale. Secondo le analisi divulgate dal Dis le bozze di trattato sulle garanzie di sicurezza con gli Usa e la Nato, divulgate dal Cremlino nel dicembre scorso, vanno lette come il "potenziale innesco di un negoziato su una nuova architettura securitaria europea". Ma ora che l'invasione dell'Ucraina ha fatto scoprire le carte, le conseguenze per la sicurezza nazionale sono da prevenire e monitorare su più fronti. Da quello energetico a quello cibernetico, tenendo conto dei nuovi equilibri geopolitici che il conflitto può generare.

"L'Italia in grado di far fronte allo stop del gasdotto dalla Russia"

Nei giorni scorsi il premier Mario Draghi, durante l'informativa alla Camera sul conflitto tra Russia e Ucraina ha affrontato la questione della strategia energetica dell'Italia per affrancarsi dal gas russo sia nel breve periodo che nei prossimi anni. "La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa. Le vicende di questi giorni dimostrano l’imprudenza di non aver diversificato maggiormente le nostre fonti di energia e i nostri fornitori negli ultimi decenni. Dobbiamo procedere spediti sul fronte della diversificazione, per superare quanto prima la nostra vulnerabilità e evitare il rischio di crisi future" ha detto forte e chiaro il premier.

Un allarme riscontrato nella relazione dell'intelligence legato appunto all'eccessiva dipendenza dall'estero allarme che però deve tenere conto anche di altri elementi che consentono infatti di soddisfare "livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasportai flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale". Si legge infatti nel documento del Dis: "La strutturale dipendenza dalle importazioni di gas, superiore al 95%, rappresenta un elemento di significativa criticità per la sicurezza dell'approvvigionamento nazionale, la cui affidabilità risulta garantita, tuttavia, da un'ampia e diversificata capacità di importazione e da una dotazione di infrastrutture di stoccaggio in grado di compensare la stagionalità della domanda, nonché eventuali problemi di funzionamento di un gasdotto o di un terminale di rigassificazione. In particolare, - prosegue l'analisi dell'intelligence - il sistema infrastrutturale italiano rispetta la cd. formula N-1, ossia la capacità di soddisfare, grazie alla ridondanza, livelli di domanda molto elevati anche in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione, ossia del gasdotto che trasporta i flussi in arrivo dalla Russia fino al punto di ingresso di Tarvisio e che, nel 2021, ha veicolato il 38% del fabbisogno nazionale".

Il rischio di attacchi cibernetici alle infrastrutture nazionali

Dopo gli alert dei giorni scorsi anche ieri l'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale ha diramato un nuovo comunicato invitando tutti gli operatori di infrastrutture digitali nazionali ad adottare "una postura di massima difesa cibernetica" dal momento che si stanno intensificando le "attività malevole". E gli attacchi attraverso il web possono bloccare servizi fondamentali per il paese. L'azione militare contro Kiev è stata preceduta e accompagnata da una campagna digitale che ha messo fuori uso i siti di diverse agenzie governative e banche. E la guerra sul fronte cibernetico è sempre più intensa e condizionante. nel 2021 i servizi hanno registrato una forte crescita di attacchi cibernetici condotti contro obiettivi italiani da "attori di matrice statuale", passati dal 5% al 23% del totale, mentre c'è un crollo (dal 71% al 23%) di quelli dei cosiddetti 'hacktivisti' come Anonymous che pure in questi giorni ha dimostrato, con gli attacchi alle infrastrutture russe, di avere un'importante parte in causa. L'intelligence ha rivolto l'attenzione alle campagne condotte da gruppi strutturati "sovente contigui ad apparati governativi, dai quali ricevono linee di indirizzo strategico e supporto finanziario, che hanno interessato realtà strategiche nazionali, in primis quelle operanti nei settori delle telecomunicazioni e dell'industria della difesa".

L'allerta della polizia postale

"L'allerta è massima - dice il direttore della polizia postale, Ivano Gabrielli - e, solo nella polizia postale, circa 2000 agenti lavorano quotidianamente alla difesa della cybersicurezza del Paese". Con la guerra in Ucraina, secondo Gabrielli, "le forme di minaccia ibrida che riguardano eventuali azioni cibernetiche potrebbero essere una delle carte spendibili, non solo dal governo russo ma anche e soprattutto da chi fiancheggia la posizione russa, come gruppi politici e criminali. Attacchi di questo tipo ne vediamo quotidianamente, ma in questo momento il rischio è molto più alto". Dalla relazione del Dis, nel 2021 emerge "una sensibile crescita (+18 punti percentuali) delle azioni di matrice statuale, che si sono attestate al 23% del totale". Il 69% degli attacchi ha riguardato, nel 2021, la pubblica amministrazione e il timore è che la guerra faccia da movente a nuovi attacchi ben peggiori di quelli registrati lo scorso anno nel corso della pandemia.

"I rischi legati alle conseguenze di un cyberattacco sono altissimi anche per i cittadini - sostiene Gabrielli - perché una serie di servizi vengono erogati dalla Pubbliche amministrazioni e dalle infrastrutture principali del paese, come quelle energetiche, dei trasporti, delle telecomunicazioni, attraverso la rete e le piattaforme gestionali". E un attacco a queste infrastrutture "creerebbe disservizi enormi facendo regredire il paese a ciò che era prima della presenza della Rete". Poi aggiunge: È una situazione delicata che accomuna tutte le economie più importanti del mondo: avere un efficientamento così importante dei servizi, a partire dalla logistica dai trasporti e i servizi sanitari, grazie al web, ci mette davanti alla necessità di doverlo proteggere in maniera efficace. Perché un crollo della Rete, a seguito di un attacco informatico, bloccherebbe l'erogazione di servizi fondamentali".

A questo proposito, ricorda il direttore della polizia postale, "esiste un tavolo che si chiama nucleo per la cybersicurezza, al quale siedono diverse amministrazioni che stanno gestendo in questo momento il coordinamento di tutto ciò che è la sicurezza e la resilienza cibernetica del nostro Paese". L'obiettivo è raggiungere livelli ben più alti di quelli assicurati fino a qualche tempo fa e l'Italia nell'ultimo periodo ha fatto "molti passi in avanti", conclude l'esperto. Ma c'è ancora molto da fare, perché siamo "a metà del guado".