L'odissea di una 38enne ricoverata sull'isola

Malta, all'ospedale è proibito salvare la vita a una donna dopo un aborto spontaneo

Il feto non può sopravvivere, ma a causa delle leggi dell'isola i medici rischiano 4 anni di carcere se praticassero l'interruzione di gravidanza. Grave pericolo di setticemia

Malta, all'ospedale è proibito salvare la vita a una donna dopo un aborto spontaneo
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Andrea Prudente

Una turista americana arrivata a Malta incinta di 16 settimane, sta rischiando la vita a causa di un aborto spontaneo, al quale i medici del policlinico Mater Dei non possono porre termine perché il cuore del feto batte ancora. La donna, Andrea Prudente, sta rischiando una setticemia ma nell'isola - unico Paese dell'Unione Europea in cui l'interruzione di gravidanza è vietata in qualsiasi caso - i medici rischiano 4 anni di prigione se interrompono la vita di un feto.
 

L'articolo del britannico The Guardian, che ha raccolto l'intervista con il compagno della donna ricoverata.

Secondo il racconto della donna il consiglio ricevuto dal personale medico maltese, era stato di "lasciare l'ospedale ed aspettare in hotel che il battito cardiaco del feto si fermasse", oppure che la donna stessa sviluppasse un'infezione, e solo dopo - in condizioni quindi di emergenza - "avrebbero potuto intervenire".
Alla 38enne americana è stata inoltre diagnosticata una rottura della membrana ed il cordone ombelicale che sporge dalla cervice, due fattori che la espongono ad un rischio ancora maggiore di emorragie ed infezioni. Attualmente riceve antibiotici per scongiurare l'infezione.

Da un'ecografia 48 ore dopo il ricovero, i medici avevano rilevato che non era rimasto liquido amniotico nel grembo, ed alla coppia è stato detto che il bambino non poteva sopravvivere.

Prudente, 38 anni, era in vacanza con il suo partner, Jay Weeldreyer, 45 anni, sull'isola di Gozo quando il 12 giugno ha iniziato a sanguinare pesantemente durante la notte.
I medici le hanno prescritto un farmaco per proteggersi dall'aborto spontaneo ma due giorni dopo - quando sono rientrati a Malta - le acque si sono rotte, ed è stata ricoverata all'ospedale St Thomas, dove le è stato detto che la sua placenta si era parzialmente staccata.
La vicenda è stata resa nota dalla Ong 'Doctors for Choice', che teme si ripeta la tragedia di Savita Halappanavar, morta nel 2012 a 31 anni in Irlanda, quando le venne negata l'interruzione di gravidanza dopo un inizio di aborto spontaneo.

"i medici controllano il battito del feto ogni giorno"
Dal racconto del compagno, Ray Weeldreyer "il personale medico veniva a controllare il battito cardiaco fetale ogni giorno: è una forma inconcepibile di tortura emotiva e psicologica".

Malta è l'unico Paese dell'UE a vietare l'aborto in qualsiasi circostanza. Le uniche opzioni per chi vuole interrompere una gravidanza sull'isola sono l'acquisto di farmaci abortivi illegali online o la ricerca di un'interruzione di gravidanza all'estero.