Emergenza alimentare

Lo sblocco del grano ucraino, Coldiretti: in arrivo in Italia un milione di tonnellate

Mais per alimentazione animale (46%), grano tenero per la panificazione e olio di girasole (62%) dall’Ucraina in Italia grazie all’accordo di oggi sulle esportazioni di cereali e altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca

Lo sblocco del grano ucraino, Coldiretti: in arrivo in Italia un milione di tonnellate
Foto di 1195798 da Pixabay
Pane

L'accordo sullo sblocco del grano fermo da cinque mesi nei porti ucraini fa tirare un sospiro di sollievo anche all'emergenza alimentare nel nostro paese. In Italia dovrebbero arrivare quasi un milione di tonnellate di mais per l’alimentazione animale, grano tenero per la panificazione e olio di girasole dall’Ucraina grazie all’intesa sulle esportazioni di cereali e altri prodotti alimentari raggiunto tra Kiev e Mosca. E’ quanto stima la Coldiretti nel commentare positivamente gli effetti della firma dell'accordo raggiunto tra Nazioni Unite, Turchia, Ucraina e Russia per assicurare i traffici commerciali nei porti del Mar Nero, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero 2021.

L’Ucraina - sottolinea la Coldiretti - nonostante il calo dei raccolti resta uno dei principali produttori e rappresenta il 10% del commercio mondiale di frumento tenero destinato alla panificazione ma anche il 15% del mais per gli allevamenti.

Salvi dalla carestia quei 53 Paesi dove la popolazione spende almeno il 60% del proprio reddito per l'alimentazione ma anche per i Paesi più sviluppati costretti ad affrontare una crescente inflazione spinta dal carrello della spesa e favorita dalla crisi energetica ma anche dai cambiamenti climatici che con caldo e siccità hanno tagliato i raccolti.

L’ emergenza mondiale riguarda direttamente l’Italia che è un Paese deficitario, con cifre d'importazione del 62% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e del 46% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia peraltro che l’Ucraina è il nostro secondo fornitore di mais con una quota di poco superiore al 13% (785 milioni di chili), ma garantisce anche il 3% dell’import nazionale di grano (122 milioni di chili) senza dimenticare gli arrivi di ben 260 milioni di chili di olio di girasole.

Lo sblocco delle spedizioni sul Mar Nero è importante per l’Italia in una situazione in cui - continua la Coldiretti - senza precipitazioni rischiano di dimezzare i raccolti nazionali di foraggio e mais destinati all’alimentazione degli animali di cui l’Italia è peraltro fortemente deficitaria, mentre la produzione di grano tenero risulta in calo del 20%. A questo si aggiungono il caldo record e la siccità di questi giorni che hanno colpito duramente la pianura padana dove si concentra 1/3 della produzione agricola nazionale e circa la metà degli allevamenti dai quali nascono formaggi e salumi di eccellenza Made in Italy.

“L’Italia è costretta a importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori che hanno dovuto ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di intervenire per contenere il caro energia ed i costi di produzione con misure immediate per salvare aziende e stalle e strutturali per programmare il futuro. Occorre lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali ma - conclude Prandini - serve anche investire per aumentare produzione e le rese dei terreni con bacini di accumulo delle acque piovane per combattere la siccità, contrastare seriamente l’invasione della fauna selvatica che sta costringendo in molte zone interne all’abbandono nei terreni e sostenere la ricerca pubblica con l’innovazione tecnologica a supporto delle produzioni, della tutela della biodiversità e come strumento in risposta ai cambiamenti climatici.