Tensione nei Balcani

Kosovo: l'Unione europea invita alla calma, "stop a azioni unilaterali"

"Dispute da risolvere attraverso un dialogo facilitato dalla Ue". Kfor pronta a intervenire se stabilità compromessa, continui negoziato

Kosovo: l'Unione europea invita alla calma, "stop a azioni unilaterali"
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Mitrovica, Kosovo. Allarme raid aereo al confine Kosovo/Serbia

"Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi in Kosovo del Nord con preoccupazione. Chiunque sia coinvolto" nella crisi nel nord del Kosovo "deve restare calmo e ogni azione non coordinata e unilaterale che mette in discussione la stabilità e la sicurezza, e che impedisce la libertà di movimento per tutti i cittadini deve cessare immediatamente. Il solo modo di risolvere le dispute è attraverso il dialogo" facilitato dall'Ue. Lo ha detto Peter Stano, portavoce dell'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, Josep Borrell, in merito alle tensioni esplose nella giornata di ieri al confine tra Serbia e Kosovo.   

"Dopo che il Kosovo ha accettato la richiesta dell'Alto rappresentante di posticipare l'attuazione delle misure" che hanno portato a questa crisi, "l'Ue ha invitato le due parti ad incontrarsi a Bruxelles" per trovare una soluzione e "prevenire il riemergere di tali tensioni", ha spiegato il portavoce. "Siamo e resteremo in stretto contatto con Kosovo e Serbia - ha aggiunto - e ci coordiniamo con Eulex, la missione Nato in Kosovo e i partner internazionali, specialmente gli Stati Uniti", con l'obiettivo di "ridurre le tensioni".

Kfor pronta a intervenire se stabilità compromessa, continui negoziato

"La missione KFOR guidata dalla NATO sta monitorando da vicino la situazione ed è pronta a intervenire se la stabilità fosse compromessa, in conformità con il suo mandato, derivante dalla risoluzione 1244 del 1999 dell'UNSC". Lo ha dichiarato espressamente KFOR in una nota stampa a seguito dei fatti che stanno surriscaldando la situazione nei Balcani. Le autorità kosovare hanno iniziato a rimuovere i blocchi che chiudevano le strade verso i valichi di frontiera di Bernjak e Jarinje. A organizzare l'interruzione della viabilità in questi ultimi giorni è stata la comunità serba residente nel nord del Paese, che ha deciso di protestare così contro la decisione delle autorità di Pristina di emettere carte d'identità e targhe automobilistiche speciali per chiunque transiti verso la vicina Serbia. Un provvedimento che colpisce i circa 50mila serbi che vivono in Kosovo e che utilizzano documenti emessi da Belgrado, non riconoscendo l'indipendenza del Kosovo, proclamata nel 2008 e accettata dalla maggior parte dei Paesi europei e dagli Stati Uniti, ma non dalla Russia.    

"La nostra missione KFOR guidata dalla NATO è completamente focalizzata sull'attuazione quotidiana del suo mandato delle Nazioni Unite per garantire un ambiente sicuro e protetto e libertà di movimento per tutto il popolo del Kosovo. La KFOR mantiene una posizione visibile e agile sul campo e il comandante della KFOR è in contatto con tutti i suoi principali interlocutori, compresi i rappresentanti delle organizzazioni di sicurezza del Kosovo e il capo della difesa serbo. La NATO continua inoltre a sostenere pienamente il processo di normalizzazione tra Pristina e Belgrado attraverso il dialogo facilitato dall'UE e invita tutte le parti a proseguire i negoziati. È importante che questo continui- sottolinea la missione a guida NATO in una nota stampa- Questo è fondamentale per la pace e la sicurezza regionale. Non ci saranno reali prospettive per un futuro migliore nei Balcani, senza il pieno rispetto dei diritti umani e dei valori democratici, dello stato di diritto, delle riforme interne e delle relazioni di buon vicinato. Il dialogo costruttivo è fondamentale per la stabilità regionale. La KFOR- conclude la nota- adotterà tutte le misure necessarie per mantenere un ambiente sicuro e protetto in Kosovo in ogni momento, in linea con il suo mandato delle Nazioni Unite".