Dopo la tragedia

Sequestro Eitan, chiesto rinvio a giudizio per il nonno e l'autista che lo condussero a Tel Aviv

Il sequesto avvenuto circa un anno fa: il nonno paterno decise di portare il nipotino in Israele sottraendosi alla legge italiana, dopo la morte dei genitori del piccolo nella tragedia del Mottarone

Sequestro Eitan, chiesto rinvio a giudizio per il nonno e l'autista che lo condussero a Tel Aviv
Ansa
Eitan con il nonno materno (ansa)

La Procura di Pavia ha chiesto il rinvio a giudizio di Shmuel Peleg, nonno di Eitan, il bambino, unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, e Abutbul Gabriel Alon, che del nonno era l'autista. Entrambi sono accusati di sequestro aggravato di minore, sottrazione di minore all'estero e appropriazione indebita. 

La vicenda riguarda il rapimento del piccolo nel settembre dello scorso anno, avvenuto dopo la tragedia del Mottarone in Piemonte e dove nel crollo della funivia morirono i genitori del piccolo insieme ad altri familiari. Il nonno materno decise di portare con la forza il nipotino in Israele, sottraendolo al resto della famiglia del padre residente in Italia.

 

La foto scattata subito prima del crollo
La foto scattata subito prima del crollo

L'11 settembre 2021 Peleg e l'autista hanno portato via il piccolo, che aveva sei anni, "prelevandolo dal domicilio stabilito dall'Autorità giudiziaria italiana", a Travacò Siccomario (Pavia), "sottraendolo alla tutrice" Aya Biran, zia paterna, "nominata con decreto del 26 maggio 2021" del giudice di Torino.

E l'hanno fatto con un "piano premeditato e organizzato" privando il minore della "libertà personale" e portandolo in Israele, con un volo privato da Lugano, "contro la volontà della persona che ne aveva la custodia". Da qui l'accusa di sequestro di persona aggravato, perché su minore. Dopo una battaglia giudiziaria a Tel Aviv i giudici israeliani hanno disposto il rientro del bambino in Italia.

Peleg e Abutbul sono anche accusati di sottrazione e trattenimento di minore all'estero e di essersi appropriati del passaporto israeliano del bimbo, "senza restituirlo" a quella che era la tutrice, ossia la zia Aya, "entro il termine" del 30 agosto 2021, come aveva stabilito il giudice di Pavia.

Sia Peleg che Alon, nei cui confronti era stata firmata un'ordinanza di custodia cautelare, si sono presentati in Tribunale a Pavia per l'interrogatorio di garanzia - il primo lo scorso 7 settembre, l'altro qualche mese fa - al termine del quale il gip ha sostituito la custodia cautelare in carcere con il divieto di dimora a Milano, Varese e Pavia, i luoghi di Eitan, collocato presso gli zii paterni, e il divieto di avvicinamento al piccolo.

Dopo l'interrogatorio, il nonno e il suo presunto complice sono rientrati il primo a Tel Aviv e l'altro a Cipro da dove ha poi raggiunto la famiglia in Israele. Il pm ha chiuso l'inchiesta lo scorso luglio, stralciando, in vista della richiesta di archiviazione, la posizione della nonna Ester Cohen, ex moglie di Shmuel Peleg.